Pixabay CC0 - kloxklox_com, Public domain

Preghiera, parola, povertà

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio — Lc 10,1-9

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

Lettura
Il “movimento” della storia della salvezza parte sempre da Dio, che in Cristo Gesù svela in pienezza il volto misericordioso e compassionevole. Per questo, in Gesù il tempo è veramente arrivato al fine e il Regno di Dio si è fatto vicino. Egli abbatte ogni barriera: accoglie piccoli e grandi, poveri e ricchi, malati e stranieri. Gesù ha incarnato il Vangelo della carità, che affida ad «altri settantadue discepoli e li inviò a due a due» (Lc 10,1).
Meditazione
Gesù è l’evangelizzatore della strada e il Messia di tenerezza, perché è uomo di preghiera. Vive veramente e profondamente la contemplazione nell’esercizio quotidiano della “missionarietà agapica”. Per questo ai suoi discepoli comanda di pregare, andare, non portare borsa, curare. La Parola di Dio, infatti, è sempre connessa con la terapia, che significa rispetto, venerazione, cura. Il Vangelo di Gesù è dunque una logoterapia: la Parola è una spada che ferisce e guarisce e crea cicatrici di salvezza, perché risana dal di dentro l’uomo, tutto l’uomo. Gli “inviati” di Gesù devono rappresentare in modo radicale l’urgenza della missione e l’assoluta fiducia in Dio che realizza il suo Regno. Le direttive sull’equipaggiamento, infatti, non prevedono la rinuncia al superfluo, ma a ciò che è più necessario e utile per la stessa missione: «Non portate borsa, né sacca, né sandali», per poter essere, così, “segno eloquente”, da tutti comprensibile e per tutti inquietante. La missione, tuttavia, presenta non lievi difficoltà: «Vi mando come pecore in mezzo ai lupi». Portando su di sé il male del mondo senza restituirlo, gli inviati di Gesù sono vittoriosi sul male. Il bene, infatti, è vittorioso se è amore agapico di pura perdita! Secondo la logica e l’esempio di Gesù, il male si arresta lì dove trova qualcuno talmente forte da rispondere alla violenza con l’amore. «Non portate borsa, né sacca, né sandali»: il testimone del Vangelo non può essere legato al denaro e al vestito; dev’essere distaccato dagli incubi economici e dalla preoccupazione per il futuro, deve ricevere ciò che gli viene offerto e donare ciò che ha ricevuto. Il suo amore per i malati e i poveri gli fa ben presto perdere borse e bisacce. Preghiera, Parola, Povertà; distacco e carità: sono le caratteristiche dei missionari del Vangelo, che vanno a due a due. L’evangelizzazione è un “affare di Chiesa”, un mandato alla comunità perché, dall’inizio alla fine, «da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri» (Gv 13,35).
Preghiera
Signore Gesù, tu fiducia in me riponi, mi chiami e mi mandi a testimoniare il tuo Vangelo per le strade – mia casa –, nelle piazze – mia chiesa. Sii luce sulla via e conforto nella vita oggi e sempre. E così sia.
Agire
Oggi vivrò la virtù della mitezza testimoniando la bellezza del Vangelo.
Meditazione del giorno a cura di mons. Mario Russotto, vescovo di Caltanissetta, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

ZENIT Staff

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione