Cardinal Parolin

Cardinal Parolin - Foto © ZENIT - HSM

Messa in suffragio dell'ambasciatore di Cuba presso la Santa Sede

Celebrata nella Cappella Paolina dal card. Parolin, il quale ha ricordato il contributo dell’ambasciatore López Clemente, morto a dicembre, a mantenere saldi i rapporti tra Santa Sede e Cuba

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“Amore e fedeltà sono due volti di quella misericordia divina, alla quale affidiamo l’anima del nostro fratello e affidiamo nello stesso tempo noi stessi, smarriti e dubbiosi di fronte alla soglia della morte, che sembra voler inghiottire tutto nel nulla”. Così il segretario di Stato della Santa Sede, card. Pietro Parolin, nell’omelia pronunciata durante la Messa in suffragio di Rodney Alejandro López Clemente, Ambasciatore di Cuba presso la Santa Sede, spirato il 14 dicembre scorso.
All’Assemblea riunita all’interno della Cappella Paolina, nella Basilica di San Pietro, Parolin ha proposto una riflessione a proposito del brano del Vangelo di oggi, relativo alla chiamata dei primi dodici discepoli, scelti da Gesù e inviati a predicare la Buona Notizia.
Sottolineando come a costoro Gesù abbia dato il potere “di disinnescare i meccanismi di male che deturpano il progetto originario di Dio”, il porporato si è chiesto: “Ma non è questa – in un certo senso e forse nel senso più profondo –  anche la missione di un rappresentante diplomatico, chiamato ad abbattere i muri di diffidenza e di incomprensione che alimentano i conflitti; chiamato a costruire ponti di comunicazione e di collaborazione fra i singoli e i popoli; chiamato ad alimentare la buona volontà, la fiducia nell’altro, l’attuazione degli impegni assunti e la cooperazione fra partner responsabili; chiamato ad essere costruttore di un mondo in cui prevalgano le ragioni del bene, della giustizia, della verità; chiamato, in una parola, ad essere artefice e promotore di pace?”.
Il card. Parolin ha aggiunto a tal proposito uno stralcio del discorso pronunciato nel 1985 da San Giovanni a un gruppo di diplomatici latinoamericani: “In un mondo come il nostro, nel quale interessi contrapposti minacciano frequentemente la stabilità e la pace delle nazioni – diceva Papa Wojtyla – il compito del diplomatico acquista un rilievo particolare nelle relazioni internazionali, sia a livello bilaterale che multilaterale”.
È “in questa luce” – ha detto il segretario di Stato – che vanno comprese la persona e l’attività dell’ambasciatore López Clemente, nominato Rappresentante della Repubblica di Cuba presso la Santa Sede nel novembre 2013, “quale coronamento di una lungo percorso diplomatico che lo aveva portato a ricoprire incarichi di alto profilo in patria e all’estero”.
A López Clemente il card. Parolin ha riconosciuto poi il “contribuito a mantenere saldi i rapporti tra la Santa Sede e la Repubblica di Cuba”, specie nel corso dell’anno passato, segnato dal viaggio apostolico di Papa Francesco nell’isola caraibica e dalla commemorazione dell’80° anniversario dell’allacciamento dei Rapporti diplomatici tra la Repubblica di Cuba e la Santa Sede.
Infine il Cardinale ha affidato l’ambasciatore López Clemente “nel suo ultimo viaggio verso la vera patria” all’intercessione della Virgen de la Caridad del Cobre, patrona di Cuba.

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ZENIT Staff

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