A scaldare i motori del Family Day di sabato prossimo a Roma, ci hanno pensato le Sentinelle in Piedi. Le manifestazioni locali, svoltesi tra sabato e domenica, hanno coinvolto oltre quaranta città italiane tra cui Torino, Milano, Genova, Brescia, Trento, Padova, Trieste, Perugia, Salerno, Catania, Cagliari.
Tutti i riflettori dei grandi media erano però puntati sui raduni di piazza organizzati a favore del ddl Cirinnà, a pochi giorni dall’inizio della discussione in Senato del progetto di legge sulle unioni civili, in programma il 28 gennaio.
Un milione di sveglie era il tema delle manifestazioni pro-unioni civili ed un milione è stato anche il numero di partecipanti a livello nazionale stimato dalla maggior parte dei giornali italiani. Una cifra clamorosamente smentita dai dati aggregati delle singole città, che presentano un risultato non superiore ai 100mila complessivi, con le due metropoli più grandi (Milano e Torino), che non sarebbero andate oltre i 5-7mila ciascuna.
I numeri delle Sentinelle in Piedi sono stati inferiori a quelli “arcobaleno” ma non di molto. Anzi, secondo alcuni dati ufficiosi, in alcune piazze, come Cesena (520 Sentinelle), Brescia (400) o Catania (300) il tasso di partecipazione è stato piuttosto alto.
Cesena in particolare presenta un risultato sbilanciato a favore delle Sentinelle, rispetto al dato di Milano delle “Sveglie”: se tiene conto del rapporto manifestanti/abitanti, nella cittadina romagnola il rapporto è 1 a 186, mentre nel capoluogo lombardo, siamo a 1 a 260.
Non va trascurato nemmeno il fatto che l’imminenza del Family Day potrebbe aver convinto molti dei tradizionali sostenitori delle Sentinelle a concentrare tutti i propri sforzi ed attenzione sul grande evento in programma al Circo Massimo.
Al di là delle statistiche delle manifestazioni dell’ultimo weekend, rimane il clamoroso dato del boom di partecipazioni al Family Day, al punto che – caso piuttosto raro nella storia dei grandi raduni politici o culturali – l’evento è stato sposato dall’originaria piazza San Giovanni al ben più spazioso Circo Massimo.
L’impressione generale è che stia crescendo la tensione tra le due ‘sponde’ antropologiche e che si stia allargando il ‘fossato’ tra le stesse. Come dimostra la piega che ha preso anche il dibattito parlamentare, è evidente che, rispetto al recente passato, si stanno sempre più riducendo i margini per un compromesso tra le parti.
Anche le aggressioni e gli insulti ricevuti dalle Sentinelle durante le loro veglie – comprese quelle dello scorso weekend – sono il sintomo della pressoché totale impossibilità di un dialogo con gli esponenti lgbt. Ferma restando la necessità di gettare ponti verso il mondo dell’omosessualità non ideologizzata: un’opera possibile come testimonia l’annunciata presenza di molti omosessuali al Family Day.
L’egemonia della cultura gender non ha ancora intaccato in modo particolarmente significativo la mentalità degli italiani ma la sua marcia appare inarrestabile, in particolare a livello scolastico-educativo.
Più forte è la pressione mediatica da parte del mondo lgbt, più cresce la consapevolezza da parte delle famiglie della necessità di salvaguardare il bene più prezioso che è stato loro dato.
Finanche diventando minoranza, la cultura legata alla famiglia naturale rimarrà l’unico vero motore della società. Oltre che il luogo più adatto a proteggere i più deboli, bambini e anziani e in primis. Ma anche la libertà di pensiero.
Le Sentinelle in piedi e il grande bluff delle “Sveglie”
Mentre un gran numero di giornali ha fornito dati clamorosamente errati sulle manifestazioni a favore delle unioni civili, il Family Day si annuncia come sintomo della crescente consapevolezza delle famiglie tradizionali e dell’impossibilità di un compromesso