Per Leonardo Di Caprio, dopo la vittoria del Golden Globe come migliore interpretazione maschile drammatica per Revenant-Redivivo di Alejandro Gonzalez Inarritu e la sua candidatura all’Oscar, si è aperto di nuovo il toto-scommesse: “Ce la farà almeno stavolta ad accaparrarsi l’agognata statuetta?”. Così mormorano i maligni.
Per la critica internazionale e anche per noi di Zenit, questa volta il premio sarebbe davvero meritato. La sua interpretazione nel western-drammatico del regista messicano Alejandro González Inarritu, liberamente tratto dall’omonimo romanzo di Michael Punke, è stata una vera prova di forza morale e fisica, che ha spinto l’attore a superare i suoi limiti fisici, recitando, tra l’altro, nudo a meno 5 gradi, sostenendo il peso di un corpo posticcio, oltre ai 30 kg della pelliccia d’orso, originaria del Pacific Fur Trade, ora storico museo della più grande azienda del commercio di pellicce nel West.
Ed è proprio su questo che s’incentra la storia: il film è ambientato ai primi dell’Ottocento, quando il West non era ancora il Wild West, noto per la ricerca dell’oro o i cowboy, ma per il commercio delle pellicce, praticato in zone inospitali, come le rive del Missouri. I cacciatori, tra cui il leggendario Hugh Glass, vissuto alla fine del ‘700 e ‘800 lasciarono dietro di sé una scia di ammirazione e onnipotenza. Si narra, infatti, che Glass sia sopravvissuto all’attacco di una femmina di orso grizzly e alle temperature polari del bosco, rimasto solo e semimorto, dopo l’abbandono da parte dei suoi commilitoni. Un genere inedito per Inarritu, che per la prima volta si cimenta nello stile epico e in una storia leggendaria come questa, incassando già l’apprezzamento dell’Academy, che lo ha candidato a ben 12 nomination, tra cui miglior regia, miglio attore protagonista (Leo Di Caprio) e non protagonista (il mitico Tom Hardy).
Degna di nota è la direzione della fotografia del maestro Emmanuel “Chivo” Lubezki, canditato all’Oscar e già vincitore per Gravity e Birdman, sempre di Inarritu, che immortala i paesaggi con un lirismo e una profondità alla Terence Malick di Tree of Life, altra epopea epica, a fondamento ontologico. In Revenant, prevale, invece, il senso della vendetta, ma anche un percorso spirituale che spingerà il protagonista ad affermare consapevolmente: “La vendetta è nelle mani di Dio”.
Un vero antagonista per Glass è lo spietato e avido mercenario John Fitgerald, interpretato da un Tom Hardy, in forma smagliante. Un attore talentuoso e sensuale, noto per la sua faccia da schiaffi da vero e proprio villain, che approda a Hollywood, prima con Inception di Christopher Nolan, per affermarsi poi con The Warrior di Gavin O’ Connor, dove egregiamente ricopre il ruolo del protagonista Tommy Conlon, un “dure et pure” di altri tempi.
Non brilla, invece, l’ex maghetto di Harry Potter, il giovane irlandese Domhnall Gleeson, nel ruolo del comandante Andrew Henry: poco credibile come capo, sia per la naturale gentilezza dei lineamenti, che per i modi poco sicuri.
Tuttavia, questa svolta epica di Alejandro Inarritu, che trae spunto da altri kolossal: da Cast Away a Balla coi Lupi, passando per Terence Malick con The new world e The tree of life, non è altro che un tentativo di cimentarsi con la secolare tradizione del western all’italiana di Sergio Leone, ma con uno sguardo più moderno e pragmatico. Allo stesso modo del leggendario Quentin Tarantino, che sperimentò con Django Unchained, un nuovo stile di western-splatter, conquistandosi così una nuova fetta di mercato e di pubblico.
Manca, invece, a Inarritu, che di Revenant ha curato anche la sceneggiatura, lo spessore dei personaggi, ridotti a figure caricaturali, spesso mute, animate solo da sussulti e grugniti di dolore. Consigliato, dunque, sia per la bellezza della fotografia, che la poesia della colonna sonora di Sakamoto e infine l’intensità recitativa dei due interpreti principali: la star Leonardo di Caprio e la stella nascente Tom Hardy.
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Revenant – Redivivo
di Alejandro Gonzalez Inarritu, al cinema dal 16 gennaio
Con Leonardo di Caprio, Tom Hardy, Domhnall Gleeson, Paul Anderson, Lukas Haas, Brendan Fletcher, Brad Carter e Kristoffer Joner
Il “redivivo” Di Caprio supera se stesso
Con Revenant, diretto da Alejandro Gonzalez Inarritu, l’attore si candida all’Oscar