Questa mattina, una delegazione islamica ha invitato ufficialmente Papa Francesco a visitare la “Grande Moschea” di Roma. L’invito era già stato preannunciato nei giorni scorsi; oggi è stato presentato in forma ufficiale al Pontefice nel corso di una udienza durata circa 10 minuti nello studio dell’Aula Paolo VI, dove poi si è svolta l’Udienza generale del mercoledì. Poco dopo il Papa ha incontrato anche un gruppo di vescovi di Sudan e Sud Sudan.
La delegazione islamica era composta da cinque persone: il presidente Rayed Khaled A. Krimly, ambasciatore del Regno dell’Arabia Saudita; il primo vicepresidente, Amr Mostafa Kamal Helmy, ambasciatore della Repubblica Araba d’Egitto; il secondo vicepresidente Hassan Abouyoub, ambasciatore del Regno del Marocco; il segretario generale Abdellah Redouan e l’imam Yahya Pallavicini.
Bergoglio sarebbe il primo Papa a visitare la “Grande Moschea” di Roma, la cui costruzione iniziò con una delibera comunale del 1974, affidata all’architetto Paolo Portoghesi, e si concluse con l’inaugurazione nel 1994. Essa sorge nella zona nord della città ai piedi dei monti Parioli, adiacente agli impianti sportivi dell’Acqua Acetosa, ed è sede del Centro islamico culturale d’Italia. Sarebbe la più grande moschea d’Europa.
Smentita categoricamente dal portavoce vaticano la data del 27 gennaio prossimo, lanciata ieri dal presidente dell’Ucoii (Unione delle Comunità Islamiche d’Italia), Izzedin Elzir, ai microfoni del Tg2000. “Non bisogna credere a tutto – ha detto Lombardi -. E’ difficile che senza ancora aver ricevuto l’invito, il Papa avesse già deciso quando andare alla moschea. Siamo nella fantasia sfrenata…”.
La notizia “non aveva nessun fondamento”, ha aggiunto il gesuita, solo oggi dopo aver ricevuto l’invito il Pontefice “può cominciare a pensare se e quando accettare. Con molta calma, senza accelerazioni indebite”.
Confermata invece per martedì 26 gennaio l’udienza del Papa in Vaticano al presidente della Repubblica islamica dell’Iran, Hassan Rohani, in programma già a novembre, nell’ambito del viaggio del presidente in Europa, e poi rimandata a seguito degli attentati di Parigi.