Corridoi umanitari con il contributo della Comunità di Sant’Egidio e delle chiese evangeliche italiane. Il progetto-pilota è stato presentato oggi nel corso della conferenza ad alto livello, convocata a Ginevra dal Consiglio ecumenico delle chiese (CEC), in collaborazione con l’UNICEF, l’UNPFA e l’UNHCR, alla presenza di oltre 80 rappresentanti di chiese, governi ed agenzie ONU di Europa, Africa e Medio Oriente.
Obiettivi del vertice è quello di affrontare la crisi migratoria, con il contributo delle comunità religiose, presenti sul territorio.
Il progetto-pilota prevede l’arrivo in febbraio del primo gruppo di profughi siriani altamente vulnerabili che, per motivi umanitari, viaggeranno in sicurezza, dai campi profughi libanesi verso l’Italia.
“Il paradosso è che l’idea di vie sicure di accesso in Europa è largamente condivisa, ma l’Unione europea nel suo complesso non ha il coraggio né la forza di adottare una politica in questa direzione”, ha dichiarato Paolo Naso, rappresentante delle chiese evangeliche d’Italia.
Al vertice prendono parte, tra gli altri, il segretario generale della CEC, pastore Olav Fykse Tveit, il presidente della Chiesa evangelica tedesca, Heinrich Bedford-Strohm, il ministro per le migrazioni greco, Ioannis Mouzalas, l’ex ministro libanese Tarek Mitri, il segretario generale del Consiglio delle chiese del Medio Oriente, padre Michel Jalakh.
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Migrazioni: Sant’Egidio ed evangelici propongono corridoi umanitari
Se n’è discusso a Ginevra in una conferenza ad alto livello convocata dal CEC in collaborazione con le agenzie ONU