Un’indagine condotta recentemente tra le Conferenze Episcopali europee rivela che la Chiesa in Europa ha risposto in maniera positiva ai bisogni urgenti di rifugiati e migranti, così come all’appello del Santo Padre ad accogliere i rifugiati. L’assistenza offerta include la cura immediata di coloro che si trovano maggiormente nel bisogno e azioni di lungo termine volte a facilitare l’integrazione in Europa.
L’indagine – realizzata nell’autunno del 2015 dal Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (CCEE) e dalla Commissione Internazionale Cattolica per le Migrazioni (ICMC) – è stata condotta per tracciare un quadro preciso circa la risposta della Chiesa all’attuale crisi dei migranti e rifugiati in Europa e per condividere idee su possibili risposte concrete.
Mentre le risposte provenienti dalle Conferenze Episcopali mostrano quanto la Chiesa – attraverso le sue numerose strutture – sia impegnata attivamente nel far fronte ai bisogni di migranti e rifugiati, è importante sottolineare quanto spesso Papa Francesco e i Vescovi europei si siano rivolti alla Comunità Internazionale, richiamandola a fare tutto il possibile per instaurare pace e stabilità.
La guerra e il conflitto rimangono tra le cause maggiori dell’attuale crisi dei rifugiati. Senza una chiara volontà politica che miri al raggiungimento della pace e ad una migliore comprensione della solidarietà e dello sviluppo globale, la crisi attuale porterà inevitabilmente ad un ulteriore aumento delle tensioni, della paura e della violenza.
La situazione specifica di ogni Paese europeo richiede soluzioni su misura, sostenibili per ogni singolo Paese, basate sulla solidarietà e sulla responsabilità. Seguendo questi principi e collaborando con networks cattolici e non, la Chiesa sviluppa le sue risposte alla crisi odierna, che sta colpendo così profondamente l’umanità.
I risultati dell’indagine suggeriscono che:
- Grazie alla lunga e comprovata esperienza di impegno della Chiesa nel prestare aiuto a rifugiati e migranti, la Chiesa in Europa è stata in grado di fornire il proprio aiuto riguardo a molti aspetti della crisi attuale.
- A seguito dell’invito di Papa Francesco e visti i bisogni urgenti di migranti e rifugiati, la Chiesa in Europa ha mostrato una grande apertura e ha sviluppato modalità concrete per “accogliere lo straniero”.
- L’assistenza offerta dalla Chiesa ha mostrato come una migliore comprensione dei bisogni dei rifugiati contribuisca ad approfondire il rispetto della dignità umana, a cambiare atteggiamenti verso coloro che fuggono per salvare la propria vita, a superare sentimenti di paura. La Misericordia viene compresa meglio di fronte agli eventi odierni, e ancora di più quando le persone hanno un nome e un volto preciso.
- L’impegno della Chiesa include l’aiuto immediato a coloro che si trovano maggiormente nel bisogno e varie azioni a lungo termine volte a facilitare l’integrazione.
- Nella maggior parte dei Paesi europei la Chiesa collabora con le autorità e porta avanti la sua azione in collaborazione con gli Stati. La sua competenza è volta a informare meglio e a sviluppare politiche che contribuiscano alla coesione sociale e allo sviluppo.
- Nel rispondere e contribuire a risolvere i problemi legati al fenomeno delle migrazioni globali, la Chiesa affronta numerose sfide, come la disponibilità di ridotti mezzi finanziari, la crescita di una mancanza di solidarietà tra gli Stati, l’inadeguatezza di strategie a livello statale, l’aumento di comportamenti xenofobi, sentimenti di insicurezza.
- I contatti con la Chiesa d’origine e con la diaspora variano a livello di interazione e di scopi che sottendono a questi contatti. La presenza di sacerdoti provenienti dai Paesi di origine si dimostra di grande aiuto nel colmare i divari e stabilire il dialogo.
L’attuale drammatica situazione umana richiede soluzioni diversificate in ciascuno Stato, l’impegno reale, la solidarietà e la responsabilità di tutti.