Nel suo prossimo viaggio in Messico del 12-16 febbraio, Papa Francesco celebrerà la Messa nelle regioni di Michoacan e Chiapas, due aree a forte prevalenza etnica indigena dove il Pontefice riserverà particolare riguardo alle tradizioni culturali locali. A Morelia – spiega il sito Il Sismografo – la celebrazione sarà dedicata ai sacerdoti, religiosi consacrati e seminaristi, a San Cristóbal de las Casas alla popolazione autoctona: gli “Indios”. Il pastorale che il Papa userà per questa seconda celebrazione eucaristica è del vescovo della città mons. Felipe Arizmendi, in legno di cedro con decorazioni incise di rose che ricordano i motivi della Vergine di Guadalupe, alla quale Francesco è molto devoto. Esso ha un’altezza di circa due metri e un peso di 400 grammi.
Sul retro del pastorale vi è la scritta “Cristo Único Camino”, una frase che, come ha detto lo stesso vescovo Arizmendi, è perfettamente coerente con il magistero di Francesco. Il vescovo messicano ha aggiunto inoltre che questo oggetto, opera d’artigianato indigeno donatogli dal sacerdote Francisco Javier Ruiz per i 13 anni del suo episcopato, è un simbolo d’unione ecclesiastica, un bastone semplice ed essenziale con il quale il pontefice farà pascolare le sue pecore così come è nel suo stile.
Un oggetto altrettanto ricco di storia e significato sarà quello che userà Francesco a Morelia, si tratta infatti del pastorale di Don Vasco de Quiroga, il primo vescovo del Michoacan dal 1537 al 1565, che si distinse per il suo forte impegno a favore dei poveri. Promosse infatti diversi “pueblos hospitales” per favorire tra gli indios una vita cristiana, una vicinanza ai sofferenti e dei miglioramenti socio-economici. Per i suoi meriti e il suo impegno nella difesa della popolazione indigena viene tutt’oggi chiamato Tata Vasco, Padre Vasco. Un figura autorevole e impegnata nel sostegno dei più deboli, in piena armonia con lo spirito che porterà il Papa a visitare quei luoghi.