Daily meditation on the Gospel

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Nel battesimo, spirito e voce

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio — Lc 3,15-16.21-22

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Lettura

La scena del battesimo di Gesù è un’esperienza “spirituale” che corrisponde in parte alle vocazioni profetiche, alla chiamata di Abramo e alle rivelazioni fatte ai padri. Gesù sta nella fila dei peccatori, solidale con il popolo, non in un ruolo privilegiato e distinto ma pienamente fratello tra fratelli. Il racconto evangelico sta al centro di una trilogia dello Spirito: tra le tentazioni nel deserto e la prima predica nella sinagoga di Nazareth.

Meditazione

Gesù, dopo essersi raccolto in preghiera, riceve il battesimo da Giovanni Battista e «il cielo si aprì e discese sopra di lui lo Spirito Santo». Solo nella preghiera si svela la missione di Gesù, «il figlio mio, l’amato». Ma perché Gesù si fa battezzare? Egli non ha bisogno di conversione né di essere perdonato da Dio, eppure si mette in fila con gli altri, si fa solidale con il suo popolo. Mostra, così, il senso della sua missione. Gesù si lascia battezzare perché assume il peccato. In Lui si realizza il vero incontro fra l’umanità peccatrice e Dio. Il racconto ci presenta poi lo Spirito in forma di colomba che scende dall’alto: viene da Dio e non dall’uomo. Se nell’annunciazione a Maria l’unzione dello Spirito è avvenuta nel segreto del grembo, al battesimo di Gesù l’unzione è palese e manifesta: Gesù libererà e salverà l’uomo dal peccato e da ogni male. Dal giorno del battesimo lo Spirito Santo sarà l’inseparabile compagno di Gesù. La “voce” è di Dio Padre e si rivolge ai presenti parlando di Gesù. È come se il Padre si compiacesse pubblicamente del Figlio, perché questi ha fatto la scelta di immergersi tra i fratelli peccatori. Due volte i Vangeli ci fanno ascoltare la voce del Padre: qui al Giordano e sul Tabor. Nel resto del Vangelo il Padre non dirà più niente, neanche quando Gesù sarà crocifisso. Il battesimo di Gesù al Giordano anticipa l’evento del Calvario, quando il Figlio si immergerà nella morte come qui si immerge nell’acqua. Sul Calvario si squarcerà il velo del tempio, qui si squarcia il cielo. Sul Calvario Gesù consegnerà a tutti lo Spirito, qui riceve lo Spirito. Sul Calvario si rivolgerà a Dio chiamandolo “Padre”, qui è il Padre che lo chiama “Figlio”. Tutto lo svelamento di Gesù, come Parola incarnata del Padre, sta tra questi due momenti: il Giordano e il Calvario. Il battesimo è il seme che cresce e sul Calvario diventerà l’albero della Croce, perché nel Figlio amato Dio si consegna per sempre a noi come Padre d’amore.

Preghiera

Signore Gesù, grazie perché ti sei fatto peccato per me, grazie perché mi insegni che, nel farmi “uno” con gli altri, posso ancora sperimentare il cielo di Dio aperto nella mia anima, per vivere il mio battesimo nel calvario di ogni giorno.

Agire

Oggi non giudicherò nessuno, perché ciascuno è mio fratello, peccatore e redento come me.

Meditazione del giorno a cura di mons. Mario Russotto, vescovo di Caltanissetta, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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