Stained glass - Paola Mastrofini

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I colori della luce

Il racconto di un'artista che lavora con il vetro per scomporre la luce e colorarla. Un esercizio artistico che rende la vita meno grigia e che avvicina a Dio

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Pochi ci pensano ma l’essere umano è tra i pochi esseri viventi a poter vedere i colori. Ciò che noi chiamiamo luce è una porzione delle radiazioni elettromagnetiche emesse dal Sole che raggiunge il nostro pianeta e che è visibile dai nostri occhi.

In termini scientifici si tratta di una porzione dello spettro elettromagnetico visibile dall'occhio umano, approssimativamente compresa tra 400 e 700 nanometri di lunghezza d'onda, ovvero tra 790 e 435 THz di frequenza. Questo intervallo coincide con il centro della regione spettrale della luce emessa dal Sole che riesce ad arrivare al suolo attraverso l'atmosfera.

La presenza contemporanea di tutte le lunghezze d'onda visibili, in quantità proporzionali a quelle della luce solare, forma la luce bianca che arriva sul pianeta. Accade così che la superficie di ogni oggetto colpito dalla luce trattiene alcune lunghezze d’onda e ne riflette altre. Da qui i colori. Perché come mostrato da Isaac Newton la luce bianca che attraversa un prisma si scompone nei sette colori dell’arcobaleno: rosso, arancione, giallo, verde, blu, indaco e violetto.

La nostra capacità di percepire i colori ha inizio negli occhi e si completa nella mente. La capacità di vedere il mondo colorato è un'altra delle prove che mostra quanto l’umanità sia unica e speciale. Noi umani intercettiamo e leggiamo le onde elettromagnetiche, espressioni di un universo bello e armonico. In questo contesto gli artisti leggono le “leggi del bello” suscitando e riproducendo immagini, suoni, architetture, armonie. Paola Mastrofini, artista che progetta, modella e costruisce vetrate artistiche, specchi e vetri dipinti, bassorilievi di cristallo, ha scritto a tale proposito: “Il colore di luce riscalda e invade come la musica con le innumerevoli note”.

“Così – ha aggiunto – le innumerevoli tonalità del vetro con le sue imperfezioni, le sue bolle, i suoi colori, danno vita a porte e finestre, in modo tale che l’ambiente in cui risiedono prende vita. I giochi di luce e colore creano un atmosfera che favorisce l’espandersi dell’immaginazione e assomiglia ad un bel sogno. Se si considera la lastra di vetro come una tela, è la luce il pigmento colorato”.

Conclude Paola: “In questo modo si dipinge con la luce!”. L’assemblaggio di vetri colorati infatti crea incantevoli giochi di luce. Scomponendo la luce l’atmosfera cambia. Influenzando la percezione dello spazio, inducendo stati d’animo. Per cercare di scoprire i segreti che rendono capace l’artista di colorare la luce, abbiamo chiesto a Paola di raccontarci la sua vita.

Nata il 12 Maggio del 1968 a Marino, ai Castelli Romani, Paola ha avuto da subito la passione per il disegno, le matite colorate e gli animali. Ricorda giornate intere seduta in terra con il suo criceto in braccio (unico animale domestico consentito in casa), la sua adorata scatola di pennarelli “Carioca”,e l’album di fogli bianchi che attendevano i suoi disegni.

“Ad un certo punto – afferma – è arrivato il momento di decidere cosa fare nella vita (scuola superiore), mi sono imposta con tutte le mie forze con il mio unico genitore, mia mamma, nel fare una scuola che mi avesse dato la possibilità di creare, mi avesse insegnato a trasformare in immagini pittoriche le mie emozioni…. C’era qualcosa dentro di me, che mi spingeva verso quella strada. Certo, all’epoca, essendo una ragazza introversa e poco espansiva con il dialogo, il mio unico modo di impormi era il ricatto di non frequentare la scuola che lei aveva già deciso per me: insegnante, come lo era lei”.

Paola si iscrive allora al liceo artistico, dove si diploma a pieni voti, anche grazie – riconosce – a un insegnante dall’aspetto che “incuteva timore” che seppe avvicinarsi a lei per aprirla “al mondo dei colori”. Finito il liceo, frequenta un corso di Restauro di opere d’arte, alla Soprintendenza Archeologica di Roma, “che mi diede la possibilità di cominciare la mia crescita lavorativa nel mondo  dell’arte antica”. In questa fase lavora negli studi, ma anche nelle chiese, nei musei, nelle ville sparse per Roma.

“Però, quando tornavo a casa, invece di riposarmi su un bel divano, cominciavo a disegnare, dipingere, creavo pupazzi di cartapesta, golfini a ferri… dovevo assolutamente creare qualcosa di mio!”. E così, dipingendo anche sui vetri, Paola comincia a incuriosirsi riguardo “quel materiale apparentemente freddo, incolore e trasparente, tagliente e quindi pericoloso,che cambiava aspetto con gli smalti colorati che gli spennellavo sopra”.

Paola si trasferisce allora a Siena, dove inizia a collaborare con un laboratorio vetrario. “Un mondo fantastico”, lo descrive oggi. “Abbandonai il restauro e cominciai a lavorare in proprio nel settore delle vetrate artistiche, spiega. E aggiunge: “Ma ancora c’era qualcosa di faticoso, di non  fluido…”. Si riferisce alla sua introversione. “La perdita precoce di mio padre, all’età di 6 anni, mi aveva fatto costruire delle muraglie enormi intorno per proteggermi dal mondo – racconta -. Mi aveva fatto indossare delle maschere, per una intera vita,che non mi appartenevano e che creavano solo confusione”.

Paola riesce però a superare questi ostacoli ascoltando gli altri, “le emozioni, i pensieri, gli stati d’animo, che poi si trasformano in opere”, afferma. “E anche quando si lavora su commissione è la stessa cosa: si ascoltano le energie di chi hai dinnanzi, non la voce – la sua riflessione -. La voce può creare confusione, può confondere. E quando si conclude l’opera il risultato positivo è sicuro. Io guardo lo sguardo del committente, ascolto il silenzio ed in alcuni casi guardo le lacrime, anche le mie. Quando si lavora con il cuore il risultato è sempre positivo”.

Afferma che “la diversità del vetro, rispetto ad altre materie, è che lui, se è trasparente, vive con la Luce, ma se è opaco modifica e fa percepire con tenacia la sua presenza. Le sue imperfezioni fanno penetrare la luce in modo vibrante, come una musica e la diversità dei colori, mettono forza o rilassano, mettono pace e gioia o rattristano. Le vetrate colorate diventano, in un ambiente, fulcro vitale e catalizzano le attenzioni, gli sguardi ed emanano vibrazioni dove ricaricarsi”.

Le opere di Paola Mastrofini sono inserite sia in arredamenti laici, sia negli ambienti sacri. Ricorda un episodio: “Nella realizzazione di alcune vetrate per una chiesa e nell’istituto delle suore Pallottine in Roma, ricordo che chiesi alle madri di mandarmi le loro preghiere. Avevo paura di non essere all’altezza. Le vetrate dovevano rappresentare il loro Santo, Maria e gli Apostoli, ed il loro Carisma. Le suore avrebbero pregato ogni giorno di fronte alle mie opere… Le preghiere arrivarono… E ancora oggi, anche se sono passati alcuni anni dalla messa in opera, le loro preghiere mi arrivano, i loro pensieri arrivano. Ma arrivano anche i pensieri positivi dei clienti a cui ho creato una vetrata di arredamento per una porta, per un divisorio o per una finestra”.

L’artista, che definisce questo lavoro la sua vita, spiega: “Se lavori con entusiasmo, ascoltando, vedendo e creando con il cuore, chi godrà dell’opera, sarà soddisfatto,e avrà sempre un pensiero positivo nei tuoi confronti… Ed io so che i pensieri arrivano”.

Paola Mastrofini ha un suo laboratorio a Castel Gandolfo, chiamato “Luce e Colore”, e negli anni ha ricevuto diversi riconoscimenti per la sua attività. “Il bello è che mi sveglio ogni mattina sempre con la gioia di andare nella mia bottega, anche in periodi come questi, dove vivere d’arte è molto faticoso e tenere aperta un’attività come la mia, dell’artigianato artistico, è da eroi. Le spese sono tante, e quindi si sopravvive con poco, vivendo delle piccole gioie e assaporando quello che arriva di bello”.

E conclude: “Il futuro chiaramente lo vedo colorato, non potrei fare altrimenti. Fiduc
iosa nella mia arte e nelle mie potenzialità, rimanendo sempre ancorata a terra, fiduciosa in una ripresa economica dell’Italia, con il pensiero positivo che le mie creature possano essere apprezzate e ammirate anche in parti del mondo lontane da me”.

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Per conoscere Paola Mastrofini e le sue opere: www.vetratelucecolore.it 

Mail: paolamastrofini@virgilio.it

Recapiti telefonici: 330 483324 – e/o 06 9360102

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Antonio Gaspari

Cascia (PG) Italia Studi universitari a Torino facoltà di Scienze Politiche. Nel 1998 Premio della Fondazione Vittoria Quarenghi con la motivazione di «Aver contribuito alla diffusione della cultura della vita». Il 16 novembre del 2006 ho ricevuto il premio internazionale “Padre Pio di Pietrelcina” per la “Indiscutibile professionalità e per la capacità discreta di fare cultura”. Il Messaggero, Il Foglio, Avvenire, Il Giornale del Popolo (Lugano), La Razon, Rai tre, Rai due, Tempi, Il Timone, Inside the Vatican, Si alla Vita, XXI Secolo Scienza e Tecnologia, Mondo e Missione, Sacerdos, Greenwatchnews. 1991 «L'imbroglio ecologico- non ci sono limiti allo sviluppo» (edizioni Vita Nuova) . 1992 «Il Buco d'ozono catastrofe o speculazione?» (edizioni Vita Nuova). 1993 «Il lato oscuro del movimento animalista» (edizioni Vita Nuova). 1998 «Los Judios, Pio XII Y la leyenda Negra» Pubblicato da Planeta in Spagna. 1999 «Nascosti in convento» (Ancora 1999). 1999 insieme a Roberto Irsuti il volume: «Troppo caldo o troppo freddo? - la favola del riscaldamento del pianeta» (21mo Secolo). 2000 “Da Malthus al razzismo verde. La vera storia del movimento per il controllo delle nascite” (21mo Secolo, Roma 2000). 2001 «Gli ebrei salvati da Pio XII» (Logos Press). 2002 ho pubblicato tre saggi nei volumi «Global Report- lo stato del pianeta tra preoccupazione etiche e miti ambientalisti» (21mo Secolo, Roma 2002). 2002 ho pubblicato un saggio nel nel Working Paper n.78 del Centro di Metodologia delle scienze sociali della LUISS (Libera Università Internazionale degli Studi Sociali Guido Carli di Roma) «Scienza e leggenda, l’informazione scientifica snobbata dai media». 2003 insieme a VittorFranco Pisano il volume “Da Seattle all’ecoterrorismo” (21mo Secolo, Roma 2003). 2004 ho pubblicato insieme a Riccardo Cascioli “Le Bugie degli Ambientalisti” (Edizioni Piemme). 2004 coautore con del libro “Emergenza demografia. Troppi? Pochi? O mal distribuiti?” (Rubbettino editore). 2004 coautore con altri del libro “Biotecnologie, i vantaggi per la salute e per l’ambiente” ((21mo Secolo, Roma 2004). 2006 insieme a Riccardo Cascioli “Le Bugie degli Ambientalisti 2” (Edizioni Piemme). 2008 insieme a Riccardo Cascioli il libro “Che tempo farà… Falsi allarmismi e menzogne sul clima (Piemme). 2008, è stata pubblicata l’edizione giapponese de “Le bugie degli ambientalisti” edizioni Yosensha. 2009. insieme a Riccardo Cascioli “I padroni del Pianeta – le bugie degli ambientalisti su incremento demografico, sviluppo globale e risorse disponibili” (Piemme). 2010 insieme a Riccardo Cascioli, è stato pubblicato il volume “2012. Catastrofismo e fine dei tempi” (Piemme). 2011 Questo volume è stato pubblicato anche in Polonia con l’imprimatur della Curia Metropolitana di Cracovia per le e3dizioni WYDAWNICTTWO SW. Stanislawa BM.

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