Lettura
Il testo del Vangelo odierno è il prosieguo di quello di ieri ed è posto “tra” testimonianza e segno: la testimonianza di Giovanni Battista e di Andrea, e il “segno” dell’acqua trasformata in vino da Gesù alle nozze di Cana. In questo “tra” troviamo l’unico discepolo chiamato direttamente da Gesù, secondo il Quarto Vangelo. Gli altri vengono in forza della testimonianza di “amici”, Andrea e l’altro discepolo, grazie al Battista; Simon Pietro grazie ad Andrea; Natanaèle grazie a Filippo.
Meditazione
Nel testo è fortemente presente il tema “ricerca-ritrovamento”. Gesù stesso esplicita il desiderio dei primi due discepoli, interrogando la loro coscienza credente: «Che cosa cercate?». Poi Andrea dice a suo fratello: «Abbiamo trovato…»; anche Filippo dice a Natanaèle: «Abbiamo trovato…». Andrea e Filippo, pur parlando individualmente, dicono noi «abbiamo trovato». L’incontro con Gesù apre il discepolo alla dimensione comunitaria, a saper dire “noi”, invece di “io”. Come sarebbe bello se ogni cristiano potesse dire ogni giorno “abbiamo trovato”, aprendosi con viva testimonianza alla dimensione comunitaria della fede. Ma questo implica anche la capacità di mettersi insieme in ricerca, sapendo che Dio non si lascia trovare una volta per sempre. «Ecco un israelita in cui non c’è falsità… io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fico». “Stare sotto il fico” è un’espressione rabbinica tipica per indicare uno studioso della Torah, cioè della Parola di Dio, perché con il caldo ci si rifugiava sotto un albero per leggere e studiare la Parola di Dio. Natanaèle, dunque, è un conoscitore e uno studioso della Parola. E Gesù lo sa, lo conosce e glielo dice. E Natanaèle si sente conosciuto e non giudicato. E si sente conosciuto in profondità nel suo desiderio di cercare, di sapere, di meditare la Parola… Il nostro testo così ci consegna una duplice dimensione del discepolato: la spiritualità missionaria e la spiritualità comunitaria. La prima dice appello e compito a condividere il dono ricevuto, dovere di annunciare la gioia esperita, impegno a “dire Dio” e a farsi prossimo e compagni di viaggio dei contemporanei, senza paura di “perdere tempo” per condurli a Cristo e pronti sempre a favorire e mai a ostacolare tale incontro. La seconda dice che seguire Gesù è un cammino che va fatto insieme, è imparare a declinare il noi a modello della Trinità perché insieme è la forza che dà vittoria.
Preghiera
Signore Gesù, dammi di rimanere sempre in te, lasciandomi amare da te, per scardinare le barriere del mio io e aprirmi alla comunione nella comunità, perché tutti arrivino a incontrare te e il tuo Vangelo.
Agire
Oggi mi sforzerò di non dire mai “io” per dare spazio al “noi”, della famiglia, della comunità.
Meditazione del giorno a cura di mons. Mario Russotto, vescovo di Caltanissetta, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it