Kingdom of Saudi Arabia's decision breaking off its diplomatic relations with Iran

Kingdom of Arabia Saudi - HSM

L'Arabia Saudita getta benzina sul fuoco mediorientale

Si alza la tensione con l'Iran per l'assassinio dell'imam sciita al-Nimr. Il Direttore delle Pontificie Opere Missionarie in Libano: “Sembrano crollare le prospettive di pace”

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Non si placano le polemiche a seguito dell'esecuzione dell'imam sciita Nimr Baqr al-Nimr, fatta eseguire dal governo saudita il 2 gennaio. Dopo le proteste di piazza avvenute a Teheran, oltre che in Bahrein e in Sudan, l'Arabia Saudita ha deciso di interrompere le relazioni diplomatiche con l'Iran. Il ministro degli Esteri di Ryad, Adel al-Jubair, ha affermato in diretta televisiva che i diplomatici di Teheran devono lasciare l'Arabia Saudita e che hanno 48 ore di tempo per farlo.

Il gesto saudita non fa altro che alimentare la collera in Iran, già molto alta. Anche la Guida suprema Alì Khamenei è intervenuto invocando una “vendetta divina” per l'esecuzione di un religioso che si era limitato ad esprimere “pubbliche critiche” e non aveva “né invitato i fedeli a prendere le armi, né partecipato a oscure cospirazioni”. Alle forti accuse è accompagnata un'immagine più che eloquente, pubblicata sul sito ufficiale della Guida suprema: un boia bifronte, una parte vestita con l'abito bianco saudita e l'altra con quello nero di un miliziano dell'Isis.

Più moderato il presidente iraniano Hassan Rouhani, che dopo aver condannato i sauditi per l'esecuzione di Al Nimr, ha definito “estremisti colpevoli di atti ingiustificabili” anche i 400 dimostranti iraniani responsabili dell'assalto di sabato all'ambasciata saudita di Teheran. Proteste concluse con un atto simbolico da parte dei manifestanti: una targa nuova, con il nome dello Sheikh Nimr, al posto di quella che indicava Boustan street, sede dell'ambasciata saudita. Per ora sono state arrestate 40 persone dalla polizia iraniana.

Sul tema è intervenuto anche Rouphael Zgheib, sacerdote maronita, Direttore nazionale delle Pontificie Opere Missionarie in Libano. Intervistato dall'agenzia Fides, il sacerdote afferma che l'uccisione di al-Nimr “ha come immediato riflesso il peggioramento della crisi istituzionale libanese, ma i suoi effetti catastrofici si stanno già registrando su tutti gli scenari di conflitto che tormentano il Medio Oriente, dalla Siria, all'Iraq, fino allo Yemen”.

A giudizio del Direttore delle Pom libanesi, la “provocazione mirata e molto forte” di Riyad “può avere l'effetto di bloccare i fragili progetti di pacificazione con cui si tentava di contrastare i conflitti in atto della regione. Dopo quel colpo, sembrano crollare le prospettive di pace, e rischiano di infiammarsi ancora di più i conflitti in Yemen, Siria e Iraq”.

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ZENIT Staff

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