Daily meditation on the Gospel

Pixabay CC0 - PD

Inno alla Parola, luce di vita

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio — Gv 1,1-18

Share this Entry

Lettura

Il Quarto Vangelo comincia con un’ouverture grandiosa, composta da sette strofe. Le frasi si concatenano maestosamente, con una consonanza solenne. Con questa grande meditazione iniziale, l’autore presenta in sintesi i contenuti che verranno sviluppati nel corso del Vangelo. Tutto ruota attorno a un tema: la vita della Parola incarnata.

Meditazione

Il Logos-Parola entra in uno scenario cosmico. Le prime parole «In principio» (in greco en arché) richiamano le prime parole del libro della Genesi (in ebraico bereshit). Siamo in un nuovo grande inizio, che segna l’origine della storia nuova: la storia di Dio-con-noi nella Parola fatta carne, nel Figlio in volto d’uomo. Il Logos-Parola, che «era in principio… era presso Dio… era Dio», si presenta come Luce di Vita! Tutto il prologo giovanneo è pervaso di luce, simbolo di Dio. La luce, infatti, è contemporaneamente esterna a noi e penetra dentro di noi: Dio è insieme lontano e vicino; è inafferrabile eppure ci pervade, ci avvolge, ci rende visibili agli altri. La Parola-Luce scalda e illumina, è la Vita! Rifiutando la Luce, gli uomini precipitano nelle tenebre, sono imprigionati nelle maglie della morte. La Parola-Luce-Vita non è capita, non è accolta. Ma non è mai vinta! «E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi»: il termine carne indica la realtà fragile dell’uomo, l’umanità così come si rivela nel quotidiano. La Parola-Luce-Vita, apparsa in tutto il suo splendore e potenza all’inizio dei tempi e del cosmo, si immerge paradossalmente nell’abisso della nostra miseria. Due estremi si congiungono: la carne, fragilità estrema, si unisce alla divinità. «E venne ad abitare (eskénosen) in mezzo a noi»: questo verbo greco è stato scelto con singolare finezza. Il greco skénoo, infatti, significa mettere o piantare la tenda. Il Vangelo allude chiaramente alla tenda di Dio nel deserto: prima c’era la tenda di stoffa, ora c’è la tenda di carne, Dio in Cristo Gesù! Ma c’è ancora qualcosa di più sottile nel verbo: la radice verbale di skénoo è formata da tre consonanti: s k n. Ora gli Ebrei per non pronunciare il nome di Dio presente nel tempio di Gerusalemme usavano dire anche shekinah (skn), cioè “Presenza”, lo stesso termine con cui si indicava l’Arca dell’alleanza, che conteneva e custodiva le “dieci parole” incise su tavole di pietra con il dito di Dio. La Parola-Luce-Vita ora è presenza carnale vivente visibile in Cristo Gesù. L’attesa è finita. Una strada nuova è iniziata ed è ora affidata a chiunque rifiuta le tenebre e sceglie la Luce e la Vita… la Parola fatta carne!

Preghiera

Signore Gesù Cristo, riscrivi in me il tuo “in principio”, aiutami a scegliere la Luce, dammi il coraggio di portare la Vita, per vivere la gioia della tua Presenza.

Agire

Oggi mi impegnerò a portare la luce della vita a chi naviga nell’oscurità e nello smarrimento interiore.

Meditazione del giorno a cura di mons. Mario Russotto, vescovo di Caltanissetta, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

Share this Entry

ZENIT Staff

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione