La crisi economica si fa sentire. La popolazione invecchia e cresce il numero delle patologie croniche. Calano i posti letto disponibili negli ospedali. Giovani medici non vengono assunti, ma cresce la longevità e la condizione sanitaria in generale migliora.
Questo è quello che emerge dall’Annuario Istat del 2015. E’ una buona notizia che sette su dieci italiani si sentono in buona salute e l’aspettativa di vita continua a crescere.
Anche nei confronti delle malattie più aggressive la medicina e il sistema sanitario nazionale stanno riducendo i rischi di morte e allungando le aspettative di vita che già erano tra le più alte nel mondo.
Nel 2014 l’incremento della speranza di vita alla nascita continua ad allungarsi. Per gli uomini si è passati da 79,8 del 2013 a 80,2 anni nel 2014 e per le donne da 84,6 a 84,9.
Secondo quanto rilevato dall’annuario 2015 curato dall’Istat il 69,9% della popolazione ha fornito un giudizio positivo del proprio stato di salute più elevato fra gli uomini (73,4%) che fra le donne (66,5%). Il 38,3% dei residenti dichiara di essere affetto da almeno una patologia cronica: le più diffuse sono l’ipertensione (17,1%), l’artrosi/artrite (15,6%), le malattie allergiche (10,1%), l’osteoporosi (7,3%), la bronchite cronica e l’asma bronchiale (5,6%) e il diabete (5,4%).
Il rapporto Mondiale sulla sanità pubblicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) riporta un successo strepitoso nella lotta contro la mortalità infantile. Dal 1990, infatti, la mortalità infantile si è quasi dimezzata passando a una stima di 90 morti per 1000 nati vivi a 46 morti ogni 1000 nati vivi nel 2013.
Nei Paesi più poveri i primi mille giorni successivi alla nascita sono quelli a più alto rischio. Le principali cause di morte sono complicazioni per nascita prematura, polmonite, asfissia neonatale e diarrea.
Anche il numero di donne che muore a causa di complicazioni durante la gravidanza e il parto si è quasi dimezzato tra il 1990 e il 2013. In grande calo il numero di persone infettate dal virus Hiv. Nel 2001 le persone infettate erano 3,4 milioni, mentre nel 2013 i nuovi infettati sono stati 2,1 milioni.
Grande successo nella lotta alla malaria secondo il World Malaria Report 2015 dell’Oms: più della metà dei 106 Paesi che nel 2000 combattevano contro la malaria, nel 2015 hanno ridotto i nuovi casi del 75%. In 15 anni almeno 18 Paesi sono riusciti a ridurre del 50-75% il numero delle persone colpite dalla malattia.
Secondo il rapporto dell’Oms dal 2000 il tasso di mortalità della malaria è diminuito dell’85% nella regione del Sud-Est asiatico, del 72% nella regione delle Americhe, del 65% nel regione del Pacifico occidentale, e del 64% nella regione del Mediterraneo orientale. In Africa la malaria è diminuita del 66% tra tutti i gruppi di età e del 71% tra i bambini sotto i cinque anni.
Margaret Chan, direttore generale dell’Oms, ha spiegato che “dal 2000 gli investimenti nella prevenzione e nel trattamento della malaria hanno evitato oltre 6 milioni di morti”.
Buonissimi risultati anche nel fronte della lotta contro la diffusione dell’Ebola. A maggio Ebola è stata sconfitta in Liberia, in Nigeria nel mese di ottobre. Sierra Leone e Guinea sono stati dichiarati indenni dalla malattia nel mese di dicembre.
Inoltre gli studi clinici su una varietà di potenziali vaccini per combattere Ebola iniziati nel 2014 hanno cominciato a dare i loro frutti nel 2015. Un nuovo vaccino contro Ebola ha dimostrato di essere efficace al 100% negli studi condotti durante l’epidemia in Guinea.
Un buonissima notizia è che nel complesso mondiale la speranza di vita alla nascita è aumentata di 6 anni per gli uomini e le donne a partire dal 1990.
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Nonostante la crisi economica migliora la salute nel mondo
In Italia e nel mondo cresce l’aspettativa di vita, con notevoli successi nella riduzione della mortalità infantile e progressi nella cura delle malattie più aggressive