"La confessione, sorgente viva di gioia"

Intervista a padre Cesare Truqui, autore di un libro sul tema

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ROMA, venerdì, 28 agosto 2009 (ZENIT.org).- Martedì 25 agosto il Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato vaticano, ha inviato a nome di Benedetto XVI un messaggio in occasione della 60ma Settimana Liturgica Nazionale, in svolgimento a Barletta (Bari) dal 24 al 28 agosto sul tema “Celebrare la misericordia. ‘Lasciatevi riconciliare con Dio'” (Art edizioni).

Per approfondire il tema ZENIT ha intervistato padre Cesare Truqui, LC, autore del libro “La confessione, sorgente viva di gioia” (Art edizioni).

Come è nata l’idea di un libro sulla confessione in un ambiente che sembra respingere questo sacramento?

P. Cesare Truqui: L’idea di scrivere un libro sulla confessione mi è nata quasi dall’inizio del mio ministero sacerdotale. Essendo un missionario, ho avuto tante possibilità di affrontare diverse realtà parrocchiali in Italia. Ricordo che un amico sacerdote mi chiese aiuto per aiutare a confessare durante la loro festa patronale dicendomi: “Qui troverai tante persone che fanno confessioni devozionali”. “Confessioni devozionali?”, mi domandai. Cosa significava quella frase? E cominciai a confessare. Mi sono subito accorto che non si trattava di “confessione devozionale”, ma di una mancanza di conoscenza di come confessarsi in profondità.

È stato lì che ha deciso di scrivere il libro?

P. Cesare Truqui: No. Qualche mese dopo sono andato a Genova a portare avanti una missione durante la Settimana Santa. Ero in confessionale per ore intere. E ancora una volta mi sono accorto che tante persone buone non sapevano confessarsi. Dedicavo molto tempo per aiutarli a preparare bene la confessione ed è stato lì, dentro al confessionale, che ho deciso di scrivere un libretto che mi aiutasse a preparare i fedeli..

Qual è il contenuto del libro?

P. Cesare Truqui: Anzitutto dovrei dire che il libro “La confessione, sorgente viva di gioia” si tratta di una guida pratica piuttosto che di un trattato sul tema della confessione. Ho cercato di scrivere qualcosa di semplice, ma molto aderente all’insegnamento magisteriale della Chiesa. Il libro ruota su quattro parti essenziali: la prima parla su che cosa sia il peccato, i diversi modi di peccare e i tipi di peccati. Senza chiarire cosa sia il peccato in quanto offesa a Dio, all’altro e a te stesso, la confessione non ha nessun senso.

La seconda parte riguarda alcuni aspetti pratici sulla confessione, cioè, le disposizioni spirituali di chi si confessa, le caratteristiche di una buona confessione e i frutti della confessione sacramentale. La terza parte è incentrata su una serie di schemi per preparare bene la propria confessione sacramentale. Per ultimo, la quarta parte l’ho dedicata ad offrire un breve spunto apologetico, dove spiego la possibilità del perdono dei peccati, ma offro anche una serie di testi spirituali che spingono a capire la bellezza del perdono divino.

È stato ben accolto il suo libro?

P. Cesare Truqui: Sì. Molto di più di quello che avrei immaginato. La prima stampa è stata di 5.000 esemplari, ed è stata quasi esaurita nelle prime settimane della sua uscita in vendita. L’editore sta pensando di fare una seconda ristampa alla fine di quest’anno, cosa a quanto pare non comune per un libro del genere.

Ha avuto qualche difficoltà nel promuovere il libro?

P. Cesare Truqui: Sì, al principio cercavo qualche aiuto economico per stampare il libretto. Sono andato da un amico e gli ho fatto una proposta. Gli ho lasciato una copia in carta bond per fargli leggere il contenuto e convincerlo ad aiutarmi. Dopo una settimana mi chiama e mi dice: “Senti, il libro è bello, ma ha qualche problema”. Domando allora qual è questo problema e lui: “Che tu parli sul peccato!”. Sinceramente non sapevo se ridere o piangere. Ma ho riso. “Di che cosa parlerò all’inizio di un libro che riguarda la confessione se non del peccato?”, gli chiedo. Dopo ho parlato con l’editore e lui ha creduto nel progetto. Grazie a Dio abbiamo visto che è stata una buona intuizione.

E’ stato aiutato da qualcuno a scrivere questo libro?

P. Cesare Truqui: Sì. Ho chiesto consiglio a molti amici e persone che si intendono di questo tema. Persino ho chiesto suggerimento a mons. Luigi de Magistris, già Pro Penitenziere Maggiore della Penitenziaria Apostolica, che mi ha accolto con amore e attenzione e mi ha incoraggiato a continuare con il progetto. Penso, però, di aver ricevuto dai laici gli aiuti più validi. Loro mi hanno spinto a scrivere un libretto semplice, facile da capire, ma allo stesso tempo di contenuto adatto a loro.

Questo libro è soltanto per i laici?

P. Cesare Truqui: No, penso di no. Ho saputo di alcuni sacerdoti amici che lo hanno usato non soltanto per l’insegnamento catechistico ma anche come una guida per aiutare chi si accosta loro nel sacramento. Personalmente, mi serve per preparare la mia confessione e per avere una guida per aiutare i penitenti.

Secondo lei, i giovani vivono ancora questo sacramento?

P. Cesare Truqui: Sì, basta offrirsi. Una volta ero in Svizzera con un amico che mi propose di predicare l’omelia. Gli chiesi allora se mi poteva suggerire l’argomento. Mi disse: “Qui in Svizzera la gente si confessa poco. Ti chiedo di predicare sulla confessione”. Ho preparato bene l’omelia e ho cercato di predicarla con fervore. Alla fine della messa, quando ancora non mi ero tolto i paramenti, è arrivato un giovane che ha chiesto di confessarsi. Sono stato colpito dal fatto che, alle volte, basta proporre questo sacramento. La grazia di Dio farà il resto.

Per ultimo, ha qualche consiglio per chi si confessa?

P. Cesare Truqui: Inviterei tutti ad avvicinarsi alla confessione. Non si perde niente e si guadagna tutto. La pace e la serenità che lascia nell’anima una buona confessione non si può comparare con niente. Ai miei confratelli sacerdoti rivolgerei un ultimo pensiero. Ricordo che cinque anni prima di entrare in seminario, ero con un amico che mi parlava della sua vita un po’ travagliata. Gli dissi: “Se fossi sacerdote, ti prenderei a schiaffi”. E la sua risposta mi lasciò un insegnamento che porto fino ad oggi: “Se tu mi prendessi a schiaffi, io non ritornerei mai più da te. Se vengo a confessarmi è perché ho bisogno di trovare il perdono di Cristo. Ma non soltanto. Ho bisogno di una guida che mi possa aiutare ad uscire della cattiva strada, a scegliere quella bella. Ho bisogno di aiuto, non di botte e di schiaffi”. Ho imparato che la tenerezza e la pazienza portano molte anime al confessionale.

[Per maggiori informazioni sul libro “La confessione, sorgente viva di gioia”: info@edizioniart.it]

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ZENIT Staff

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