I Vescovi chiedono ai giovani di valutare correttamente la II Guerra Mondiale

Messaggio dei presuli polacchi e tedeschi a 70 anni dal suo inizio

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BONN/VARSAVIA, venerdì, 28 agosto 2009 (ZENIT.org).- I Vescovi della Germania e della Polonia hanno sottolineato la necessità “che le nuove generazioni acquisiscano e conservino una giusta valutazione della II Guerra Mondiale” in un comunicato congiunto pubblicato questo martedì in occasione del 70° anniversario dell’inizio del conflitto.

“Serve non solo un onesto bilancio delle atrocità del passato, ma anche la rinuncia agli stereotipi che rendono più problematica una corretta comprensione di questo periodo e possono ostacolare la fiducia costruita nonostante le difficoltà”, segnalano.

Nel settembre 1939, le forze armate tedesche invasero la Polonia dando inizio alla II Guerra Mondiale.

I Vescovi dei due Paesi affermano ora congiuntamente che “è necessario avere veramente cura della pace e della formazione di uomini liberi dall’odio”.

“Alcune tendenze nella società o nella politica rivelano la tentazione di un uso propagandistico delle ferite inflitte per ravvivare i sentimenti alimentati da un’interpretazione faziosa della storia”, avverte il messaggio.

“La Chiesa cerca per questo di pronunciarsi contro questa eliminazione della verità storica invitando a un dialogo intenso, sempre legato alla capacità di ascoltare le ragioni dell’altra parte”.

La dichiarazione riconosce che “alcune ferite non sono ancora rimarginate” e ricorda i “milioni di vittime perseguitati e sacrificati a causa dell’ideologia razzista, della loro provenienza o della loro fede”, tra cui ebrei, zingari, handicappati mentali o l’élite dei popoli dell’Europa Centrale e Orientale.

I Vescovi condannano nella dichiarazione “i crimini di guerra” e le deportazioni durante e dopo la guerra, ricordando le conseguenze negative del conflitto per entrambi i Paesi.

“Nell’Europa dell’Est, quella guerra aveva l’obiettivo di distruggere e schiavizzare interi popoli”, denunciano.

“L’élite governante della Polonia, composta da intellettuali, accademici e membri del clero, è stata colpita da una politica di sterminio che cercava di sottomettere tutta una Nazione”, riconoscono.

La dichiarazione è firmata dai presidenti delle Conferenze Episcopali di Germania e Polonia, rispettivamente gli Arcivescovi Robert Zollitsch e Józef Michalik.

Il documento chiede di mantenere la buona fede, di perdonare e confessare le proprie colpe, così come di pregare di più per la pace, promuovere una maggiore cooperazione delle istituzioni religiose tedesche e polacche, promuovere la famiglia, difendere la vita e prestare insieme assistenza all’evangelizzazione del mondo, soprattutto in gran parte dell’Africa.

“Solo nel clima di perdono e di riconciliazione si può sviluppare una cultura della pace che serve al bene comune”, indica.

“La pace si costruisce giorno dopo giorno e può fiorire solo se siamo disposti a riconoscere la nostra responsabilità”.

Per i Vescovi, “il dono della pace deve essere vissuto nel proprio cuore perché si possa diffondere alle famiglie e alle varie forme di organizzazione sociale, e possa finalmente arrivare a tutta la comunità delle Nazioni”.

Il messaggio sottolinea infine il “passo storico costituito dall’integrazione europea” e chiede di “non perdere l’opportunità di costruire la pace offerta dall’unificazione dei popoli dell’Europa”.

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ZENIT Staff

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