Il Papa esorta a tutelare l’ambiente senza dimenticare i poveri

All’udienza generale in vista del prossimo summit delle Nazioni Unite

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CASTEL GANDOLFO, mercoledì, 26 agosto 2009 (ZENIT.org).- Questo mercoledì, in occasione dell’Udienza generale del mercoledì, Benedetto XVI ha incoraggiato la comunità internazionale e i singoli Governi a lavorare insieme per contrastare inquinamento e miseria.

E’ quanto ha detto Benedetto XVI, parlando dal Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo davanti a più di 5 mila fedeli, facendo appello ai leader internazionali che prenderanno parte alla 64° sessione ordinaria dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, in programma dal 15 settembre al 2 ottobre e incentrata sulla tutela dell’ambiente e sulla questione dello sviluppo umano sostenibile.

“I differenti fenomeni di degrado ambientale e le calamità naturali – ha detto il Santo Padre –, che purtroppo non raramente la cronaca registra, ci richiamano l’urgenza del rispetto dovuto alla natura, recuperando e valorizzando, nella vita di ogni giorno, un corretto rapporto con l’ambiente”.

“Se viene meno il rapporto della creatura umana con il Creatore – ha infatti spiegato –, la materia è ridotta a possesso egoistico, l’uomo ne diventa ‘l’ultima istanza’ e lo scopo dell’esistenza si riduce ad essere un’affannata corsa a possedere il più possibile”.

“Quanto è importante allora – ha sottolineato il Papa – che la comunità internazionale e i singoli governi sappiano dare i giusti segnali ai propri cittadini, per contrastare in modo efficace le modalità d’utilizzo dell’ambiente”, che risultino dannose.

“I costi economici e sociali, derivanti dall’uso delle risorse ambientali comuni, riconosciuti in maniera trasparente, vanno supportati da coloro che ne usufruiscono, e non da altre popolazioni o dalle generazioni future”.

“La protezione dell’ambiente, la tutela delle risorse e del clima richiedono che i responsabili internazionali agiscano congiuntamente nel rispetto della legge e della solidarietà, soprattutto nei confronti delle regioni più deboli della terra”, ha quindi evidenziato.

Per questo “è indispensabile convertire l’attuale modello di sviluppo globale”, ha insistito, richiamando infine “lo scandalo della fame e della miseria”.

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ZENIT Staff

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