CASTEL GANDOLFO, lunedì, 17 agosto 2009 (ZENIT.org).- Pubblichiamo di seguito il discorso pronunciato da Benedetto XVI il 15 agosto, Solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria, nell’introdurre la preghiera dell’Angelus recitata con i fedeli ed i pellegrini presenti nel Cortile interno del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo.
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Cari fratelli e sorelle!
Nel cuore del mese di agosto, tempo di ferie per molte famiglie, anche per me, la Chiesa celebra la solennità dell’Assunzione della Beata Vergine. È questa un’occasione privilegiata per meditare sul senso ultimo della nostra esistenza, aiutati dall’odierna liturgia che ci invita a vivere in questo mondo orientati ai beni eterni, per condividere la stessa gloria di Maria, la stessa gioia della nostra Madre (cfr Orazione “colletta”). Volgiamo, pertanto, lo sguardo verso la Madonna, Stella della speranza, che illumina il nostro cammino terreno, seguendo l’esempio dei santi e delle sante che a Lei hanno fatto ricorso in ogni circostanza. Sapete che stiamo celebrando l’Anno Sacerdotale nel ricordo del Santo Curato d’Ars, e vorrei attingere dai pensieri e dalle testimonianze di questo santo parroco di campagna alcuni spunti di riflessione che possano aiutarci tutti, specialmente noi sacerdoti, a ravvivare l’amore e la venerazione per la Vergine Santissima.
I biografi attestano che san Giovanni Maria Vianney parlava della Madonna con devozione e al tempo stesso con confidenza e immediatezza. “La Santa Vergine – soleva ripetere – è senza macchia, ornata di tutte le virtù che la rendono così bella e gradita alla SS. Trinità” (B. Nodet, Il pensiero e l’anima del Curato d’Ars, Torino 1967, p. 303). E inoltre: “Il cuore di questa buona Madre non è che amore e misericordia, non desidera che di vederci felici. Basta solo rivolgersi a Lei per essere esauditi” (ivi, 307). Traspare da queste espressioni lo zelo del sacerdote, che, mosso da anelito apostolico, gioisce nel parlare di Maria ai fedeli, e non si stanca mai di farlo. Anche un mistero arduo come quello odierno dell’Assunzione, egli sapeva presentarlo con immagini efficaci, ad esempio così: “L’uomo era creato per il cielo. Il demonio ha spezzato la scala che vi conduceva. Nostro Signore, con la sua Passione, ce ne ha formata un’altra… La SS. Vergine è sull’alto della scala e la tiene a due mani” (ibid.).
Il Santo Curato d’Ars era attratto soprattutto dalla bellezza di Maria, bellezza che coincide con il suo essere l’Immacolata, l’unica creatura concepita senza ombra di peccato. “La Santa Vergine – affermava – è quella bella creatura che non ha mai disgustato il buon Dio” (ivi, 306). Quale pastore buono e fedele, egli dette prima di tutto l’esempio, anche in questo amore filiale per la Madre di Gesù, dalla quale si sentiva attratto verso il cielo. “Se non andassi in cielo – esclamava – come sarei addolorato! Non vedrei mai la Santa Vergine, questa creatura così bella!” (ivi, 309). Consacrò inoltre più volte la sua parrocchia alla Madonna, raccomandando specialmente alle mamme di fare altrettanto ogni mattina con i loro figli. Cari fratelli e sorelle, facciamo nostri i sentimenti del Santo Curato d’Ars. E con la stessa fede, rivolgiamoci verso Maria Assunta in cielo, affidandole in modo particolare i sacerdoti del mondo intero.
[Il Papa ha poi salutato i pellegrini in diverse lingue. In Italiano ha detto:]
Saluto, infine, i pellegrini italiani. In particolare i fedeli della parrocchia di San Martino, in Cenate Sotto e quelli della parrocchia dei Santi Giovanni Battista ed Irene, in Veglie. Saluto altresì i rappresentanti dell’Opera di Nazaret. A tutti auguro una buona festa dell’Assunta!
[© Copyright 2009 – Libreria Editrice Vaticana]