CITTA' DEL VATICANO, lunedì, 17 agosto 2009 (ZENIT.org).- Centonovantatrè progetti a favore dei Paesi dell'America latina e dei Caraibi, per un valore totale di 2.128.500 dollari, sono stati approvati dal consiglio d'amministrazione della Fondazione "Populorum  Progressio" riunitosi per la sessione annuale nel territorio dell'arcidiocesi di Paderborn, in Germania.

I progetti fanno parte di un totale di 203 presentati nel corso dell'anno  2008 da parte di missionari e dei gruppi che lavorano nel continente americano e saranno finanziati principalmente dalla Conferenza episcopale italiana attraverso il Comitato per gli interventi a favore del Terzo mondo, principale sostenitore della Fondazione stess.

La riunione, tenutasi a Paderborn su invito dell'Arcivescovo Hans Josef Becker, ha coinciso con la festività di san Liborio, patrono della diocesi. Nella celebrazione della stessa, presieduta dal Cardinale Paul J. Cordes, presidente della Fondazione, i membri del consiglio d'amministrazione hanno potuto concelebrare nella cattedrale, insieme con un numeroso gruppo di prelati e di fedeli della comunità diocesana. I festeggiamenti sono poi culminati con la processione con le reliquie del santo per le vie della città.

Alla riunione erano presenti, oltre al Cardinale Cordes, il Cardinale Juan Sandoval Íñiguez, Arcivescovo di Guadalajara e Presidente del consiglio di amministrazione, l'Arcivescovo di La Paz, Edmundo Luís Abastoflor Montero, Vicepresidente del consiglio, l'Arcivescovo di Palmas (Brasile), Alberto Taveira Corrêa, l'Arcivescovo di Guayaquil (Ecuador) Antonio Arregui Yarza, il Vescovo del Vicariato Apostolico di Yurimaguas (Perú) José Luis Astigarraga Lizarralde, monsignor Segundo Tejado Muñoz, officiale del Pontificio Consiglio  Cor Unum, e Juan Vicente Isaza Ocampo, Segretario del consiglio, di stanza a Bogotá.

Gli indigeni e i contadini rappresentano un'alta percentuale della popolazione in America Latina. Il rapido processo di urbanizzazione del continente e l'imposizione della cultura postmoderna hanno lasciato queste popolazioni isolate dal contesto sociale e dallo sviluppo cui altre hanno potuto accedere. In questo modo, hanno sofferto di una profonda emarginazione e mancanza di protezione perdendo ingiustamente, in molte occasioni, la proprietà delle loro terre.

Gli sforzi della comunità ecclesiastica nella difesa e nell'aiuto a queste popolazioni sono stati ampiamente appoggiati dalla Santa Sede. Un segno di questa preoccupazione è appunto la Fondazione Pontificia "Populorum Progressio" che, istituita nel 1992, vuole essere un segno, un gesto della carità del Santo Padre verso i più abbandonati e bisognosi di protezione, quali sono le popolazioni contadine, indigene e afroamericane dell'America Latina e dei Caraibi.

La Fondazione fa capo al Pontificio Consiglio Cor Unum. Rappresentante legale è  il Cardinale Cordes. Il consiglio di amministrazione, tra le cui competenze, oltre a quella di vegliare sull'osservanza degli statuti, vi è lo studio e l'approvazione dei progetti presentati, è formato da sette membri: sei di loro sono vescovi di diversi Paesi dell'America Latina, e uno del Pontificio Consiglio Cor Unum.

All'inizio della riunione di Paderborn sono state presentate le diverse situazioni sociopolitiche ed ecclesiastiche delle nazioni rappresentate, nel contesto pastorale di tutto il continente, con speciale attenzione alla situazione in Honduras e nei Paesi che stanno vivendo situazioni di tensione sociale e politica.

I progetti che si presentano alla Fondazione, preparati dalle diverse comunità  ecclesiastiche e dai gruppi pastorali della diocesi, sono approvati dai vescovi delle stesse e, nell'ultima fase, studiati dal Consiglio di Amministrazione. Si indirizzano allo sviluppo integrale delle popolazioni e si riferiscono a diverse aree: produzione, costruzioni, educazione, salute.

La riunione — ha spiegato a L'Osservatore Romano monsignor Segundo Tejado Muñoz, del Pontificio Consiglio Cor Unum — si è conclusa nella cittadina di Neheim, dove, nel 1904, nacque padre Franz Stock. Questo sacerdote tedesco, negli anni della seconda guerra mondiale e alla fine della stessa, si dedicò alla pastorale per i detenuti delle carceri francesi, assistendo migliaia di persone negli ultimi momenti delle loro vite, con una dedizione eroica in situazioni di grande sofferenza.