Aiuto alla Chiesa che Soffre cura la formazione di 17.000 seminaristi

Ha anche collaborato alla costruzione o ricostruzione di più di 500 templi

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ROMA, lunedì, 2 luglio 2007 (ZENIT.org).- Aiuto alla Chiesa che Soffre ha ricevuto nel 2006 più di 81 milioni di euro (oltre 107 milioni di dollari) in donazioni, il che presuppone un incremento vicino al 10% rispetto all’anno precedente.

Queste cifre sembrano riflesse nel “Rapporto dell’Anno 2006”, che l’Associazione ha appena reso pubblico.

In una lettera congiunta indirizzata ai collaboratori e ai benefattori di ACS, il presidente internazionale, Hans-Peter Röthlin, e il direttore in Spagna, Javier Menéndez Ros, segnalano che “il 2006 è stato un anno buono. Certamente i numeri dicono qualcosa, ma non possono misurare l’amore, il vostro amore”, che si è tradotto nel finanziamento di quasi 5.100 progetti in parrocchie e diocesi di 137 Paesi.

In Africa, la sezione di ACS si è concentrata in modo speciale in Sudan, Repubblica del Congo e Angola. I primi due continuano a subire le conseguenze di lunghe guerre civili e i cristiani sono vittime dell’oppressione e della discriminazione di buona parte della popolazione; in Angola, una volta terminata la guerra, sono necessari aiuti per ricostruire le infrastrutture ecclesiali distrutte durante il conflitto.

In Europa, i progetti sviluppati in Ucraina hanno raggiunto i 3,8 milioni di euro, mentre in Russia la cifra è arrivata a 2,4 milioni di euro destinati alla Chiesa cattolica, alla Chiesa ortodossa e all’impulso del dialogo ecumenico tra le due confessioni. Nel continente europeo sono stati significativi, durante il 2006, anche gli aiuti destinati alla Bosnia-Erzegovina (più di 860.000 euro) e alla Croazia (più di 780.000 euro).

Altri Paesi prioritari nell’azione di ACS nel 2006 sono stati Cuba, Haiti, la Cina, il Myanmar e il Vietnam.

Costruzione, offerte, formazione, mezzi di comunicazione…

La maggior parte delle donazioni (29,8%) è stata destinata a progetti di costruzione. Le offerte per le Messe rappresentano il 17,6% degli aiuti, le iniziative evangelizzatrici il 16%, il sostegno alla formazione di base e continua di sacerdoti, religiosi e laici il 14,2%. Spiccano anche gli aiuti alla catechesi (5,8%) e alla motorizzazione degli agenti di pastorale (5,1%). Aiuto alla Chiesa che Soffre ha infine destinato il 3,3% delle donazioni ottenute all’aiuto alla sussistenza delle religiose, il 3,2% all’apostolato dei mezzi di comunicazione e l’1% agli aiuti di emergenza.

ACS, nel 2006, ha destinato il 4% delle sue entrate alla diffusione della Bibbia del Bambino, del Piccolo Catechismo “Io Credo”, della Bibbia e di altro materiale catechetico.

Nella loro lettera congiuta, Röthlin e Menéndez Ros spiegano meglio questi aiuti indicando che “vanno dall’aiuto al sostentamento delle religiose e agli stipendi per i sacerdoti, perché possano consacrarsi totalmente all’apostolato, fino all’aiuto alla costruzione di 537 cappelle e chiese, per disporre di spazi adeguati per la celebrazione della Santa Eucaristia. Si va dal sostegno a 16.724 seminaristi di tutto il mondo, per farli diventare sacerdoti ben formati e fermamente ancorati alla fede cattolica, alla fornitura di biciclette, moto, barche e automobili, affinché i discepoli di Cristo possano raggiungere tutti coloro che nella foresta o in montagna non possono arrivare ai profeti della Parola divina. Sia nella costruzione del seminario di Lemberg che nell’edificazione di una cattedrale o nell’aiuto a novizi e sacerdoti… voi eravate lì”.

Con i cristiani in Iraq

Le entrate del segretariato spagnolo sono state nel 2006 di 5,9 milioni di euro. Durante quest’anno, ACS Spagna, tra le altre iniziative, ha partecipato a Valencia all’Incontro Internazionale delle Famiglie, al quale ha preso parte Benedetto XVI.

Negli ultimi giorni del 2006, inoltre, ha iniziato, in collaborazione con i mezzi di comunicazione del Gruppo COPE, la Campagna di Natale “a favore dei cristiani dell’Iraq”, servita per finanziare un progetto di aiuto comunitario alle famiglie cristiane sfollate nel Kurdistan iracheno, così come per trasferire il Seminario di San Pietro da Baghdad in questa regione del nord del Paese.

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ZENIT Staff

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