Paolo Accomo, Author at ZENIT - Italiano https://it.zenit.org/author/paoloaccomo/ Il mondo visto da Roma Sat, 10 Dec 2016 09:19:29 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.7.1 https://it.zenit.org/wp-content/uploads/sites/2/2020/07/02e50587-cropped-9c512312-favicon_1.png Paolo Accomo, Author at ZENIT - Italiano https://it.zenit.org/author/paoloaccomo/ 32 32 Africa e America Latina: campagna di solidarietà firmata MCL https://it.zenit.org/2016/12/10/africa-e-america-latina-campagna-di-solidarieta-firmata-mcl/ Sat, 10 Dec 2016 09:19:29 +0000 https://it.zenit.org/?p=94787 Il 17 e 18 dicembre, in collaborazione con il Cefa, una raccolta fondi nelle piazze italiane, per finanziare progetti di sviluppo in Marocco, Somalia, Sud Sudan ed Ecuador

The post Africa e America Latina: campagna di solidarietà firmata MCL appeared first on ZENIT - Italiano.

]]>
Carlo Costalli gira e rigira tra le mani la Laudato si’. “Quante critiche! E quanti tentativi di insabbiarla! Soprattutto i passaggi sull’ecologia integrale… Ma il nocciolo della dottrina sociale è questo: la preferenza per i poveri, che sono anche quelli italiani, che sono anche i migranti, ma che sono prima di tutto quei milioni di sfruttati che vivono nelle periferie geografiche del mondo. Dobbiamo aiutarli a costruire l’Italia a casa loro”. Il presidente del Movimento cristiano lavoratori ha lanciato per questo Natale una nuova edizione della campagna di solidarietà Dal seme al cibo, che il movimento organizza con il Cefa, la Onlus creata dal compianto Giovanni Bersani. Ce la spiega in quest’intervista.
Perché quest’azione internazionale?
Perché l’ottava opera di misericordia voluta da papa Francesco in quest’anno di Giubileo Straordinario è la cura della casa comune e il nostro pianeta ha bisogno di un radicale cambiamento di rotta. Francesco ci ha invitato a fare un esame di coscienza e questo progetto di cooperazione allo sviluppo, che punta a sostenere 10.000 famiglie del sud del Mondo, va in tale direzione.
Più importante del No al referendum?
Sono battaglie diverse, è chiaro. La vittoria del No al referendum ha premiato la visione di chi, come noi, crede nelle riforme vere e non nei colpi di mano. Vincere o almeno far arretrare la fame significa esercitare un dovere di cittadinanza planetaria oltre che essere – per noi cattolici – anche un dato di fede. Il cibo, come l’acqua, è un elemento essenziale per la sopravvivenza e tutti devono essere in grado di poterlo reperire: un cibo nutriente e sicuro, sufficiente per soddisfare i bisogni nutrizionali di base. Non è più il tempo delle chiacchiere e neanche di fermarsi all’accoglienza, che deve continuare. Urgono azioni concrete: per questo Mcl e Cefa continuano a lavorare per restituire dignità a tutta l’umanità. Operativamente.
Esattamente cosa volete fare?
Fornire un modello di intervento altamente efficiente per la lotta alla povertà migliorando le condizioni di vita delle popolazioni più svantaggiate. Il 17 e 18 dicembre, in tutte le città d’Italia, ci sarà la raccolta fondi per finanziare progetti del Sud Sudan, dell’Ecuador, della Somalia e del Marocco. Non aiuti a pioggia, ma mirati alle famiglie, grazie al know how del Cefa.
Cooperazione e accoglienza sono alternative?
Oggi no. È illusorio pensare di arrestare l’accoglienza intervenendo nei Paesi d’origine: la situazione è gravissima, nel mondo una persona su nove è colpita da fame e malnutrizione, 805 milioni di persone non hanno abbastanza da mangiare e la stragrande maggioranza di questi – 790 milioni – vive in Paesi in via di sviluppo, dove il 13,5% della popolazione soffre di malnutrizione. Però è corretto intervenire per limitare le migrazioni, sensibilizzando la popolazione italiana a sprecare meno e ad essere più solidale. Questo aiuterà anche a comprendere il senso dell’accoglienza e persino il legame che ci rende tutti europei.
Cosa farete dei soldi che raccogliete?
Ad esempio, tra le numerose attività promosse in questi anni, abbiamo sostenuto un programma per contrastare la fame a Kilolo, a sud-ovest della Tanzania. Qui, grazie anche al sostegno dato all’Associazione per lo Sviluppo della Comunità di Kilolo, nata nel 2004 per iniziativa dei Padri Francescani della missione di Pomerini, è stato possibile garantire agli agricoltori e alle famiglie contadine della zona formazione e assistenza tecnica in agricoltura e zootecnia, accesso agevolato ai fertilizzanti e ai servizi di meccanizzazione, migliori opportunità di commercializzazione dei propri prodotti. Non abbiamo aiutato solo le famiglie contadine di Kilolo, ma anche i soggetti vulnerabili del territorio (persone malate di Hiv/Aids, vedove, persone disabili, anziani). In pratica Mcl e Cefa, attraverso corsi di formazione su tecniche agricole, coltivazioni in serra, produzioni di fertilizzanti, tecniche di stoccaggio e di macinazione, tecniche di allevamento per animali da cortile, vanno a incidere sulla vita quotidiana di oltre 10.000 destinatari finali dell’attività di cooperazione. Ora però ci concentriamo su altri fronti, tra cui vi è quello delle grandi povertà create da guerra e terrorismo: Somalia e Sud Sudan, dove il Cefa ha una lunga storia.
Crede davvero che basterà a fermare le ondate migratorie?
Bastare no, aiutare sì. Come abbiamo detto al XII congresso, la condizione dell’Europa e, ormai dell’Italia, è quella di una terra di forti migrazioni che derivano dalla globalizzazione, dai conflitti nelle aree del Medio Oriente e dagli squilibri determinati dall’aggravarsi delle situazioni nelle aree più povere del pianeta. Oltre a promuovere il giusto processo di integrazione, dobbiamo concepire dei correttivi, perché rischiamo di essere travolti da questo tsunami: l’accoglienza passiva non regge più, bisogna mettere in campo delle azioni di cooperazione utili a ridurre il flusso. In occasione del congresso del Movimento ci siamo impegnati a incrementare il sostegno della cooperazione internazionale allo sviluppo e tutta la nostra organizzazione sta rispondendo con convinzione a quel mandato.

The post Africa e America Latina: campagna di solidarietà firmata MCL appeared first on ZENIT - Italiano.

]]>
Tre tracce mariane per la pastorale della salute https://it.zenit.org/2016/10/11/tre-tracce-mariane-per-la-pastorale-della-salute/ Tue, 11 Oct 2016 09:00:45 +0000 https://it.zenit.org/?p=88590 Sofferenza e dolore nell’ottica della Madre di Dio: il camilliano Arnaldo Pangrazzi e don Carmine Arice (Cei) intervengono al convegno nazionale Aipas di Assisi

The post Tre tracce mariane per la pastorale della salute appeared first on ZENIT - Italiano.

]]>
Il dolore ha tanti volti quante sono le persone. Ogni storia, dalla culla alla tomba, è una biblioteca delle sofferenze vissute, subite, procurate… Padre Arnaldo Pangrazzi, teologo camilliano, ha aperto la seconda giornata del convegno nazionale Aipas di Santa Maria degli Angeli ragionando su dolore e sofferenza, che “sono legati tra loro, ma non sinonimi”.
Un’analisi approfondita, che proviene dall’esperienza lunghissima di questo religioso, il quale tiene corsi di aiuto a superare il dolore e il lutto, e secondo cui, come ha spiegato ieri, “il dolore non è materia di confronto con quello di altri, in base alla sua gravità o intensità, mentre la sofferenza rende egoisti e restringe gli orizzonti, per cui il dolore più grande, per molti, è quello che li colpisce o li affligge” ma proprio per questo “la presenza della sofferenza è anche un appello rivolto all’intera comunità umana e cristiana a testimoniare l’ascolto e la solidarietà: è una sfida e una missione a renderla un luogo di fecondità umana e spirituale, sull’esempio di Cristo”.
Il modello indicato dall’Associazione di Pastorale Sanitaria per approcciare la sofferenza umana in quest’anno giubilare è Maria misericordiosa e oggi, don Carmine Arice, direttore dell’ufficio di pastorale della salute della Cei, ha indicato tre tracce mariane sulla strada segnata da Papa Francesco con l’Evangelii Gaudium. La prima è la fede di Maria “e di conseguenza la nostra fede, condizione necessaria per un operatore pastorale se non vuol ridurre il suo servizio a mera filantropia. Oggi viviamo in un contesto secolarizzato nel quale non sempre possiamo evangelizzare parlando di Dio; ma questo non impedisce di essere testimoni di una fede che ci abita, della carità di Cristo che ci possiede e ci spinge ad amare offrendo un servizio animati dallo Spirito Santo, vita di Dio in noi, che divinizza e santifica”, ha detto Arice.
Donna credente (Lc 1,26-38), Maria testimonia la sua fede in obbedienza alla Parola di Dio “anche quando non comprende tutto e questo non è stato facile nemmeno per lei; anche la sua fede è cresciuta e maturata nel tempo. Nella pastorale della salute questo dato è prezioso anche se spesso dimenticato, facendo di Maria (e dei santi in genere), persone che hanno raggiunto la beata stabilità nell’esperienza di fede fin dall’inizio del loro percorso. In questo modo la loro vita non dice più nulla a noi povere creature e soprattutto a chi sta passando le notti di una prova dolorosa”, ha commentato.
La seconda traccia mariana è Maria donna del cammino (Lc 1,39), pellegrina itinerante. “Tutt’altro che bigotta di sacrestia, Maria è una donna in uscita. La conversione pastorale a cui ci richiama con tanta insistenza papa Francesco ha il suo fulcro centrale proprio nell’essere una Chiesa in uscita, non solo nella sua forma istituzionale ma anche nella individualità di ciascun credente”, ha sottolineato il sacerdote indicando le periferie esistenziali che divengono l’obiettivo di questa missionarietà e i cui abitanti “sono scomodi, ma non sono categorie, non sono numeri, sono volti!”. Anche in campo sanitario, ha aggiunto, “se il mondo cambia, deve cambiare anche la nostra pastorale”.
Terza traccia, una presenza di cura: “Il luogo nel quale certamente il prendersi cura di Maria ha raggiunto il vertice è stato il Calvario. Stabat mater dolorosa, desolata e impotente, dritta ai piedi della croce ad assistere all’esperienza più tremenda che una creatura umana possa vivere: la morte del Figlio. Maria rimane e non fugge; rimane a sostenere l’insostenibile senza ribellarsi nemmeno allo scambio, invitata a prendersi cura di un altro figlio che non è suo Figlio, in un distacco vorticoso da ogni attaccamento umano, per amore della Chiesa nascente. Gli evangelisti non ci riportano nessuna parola di Maria ai piedi della croce e il suo silenzio dice molto alla pastorale della salute talvolta preoccupata di chiacchierare di Dio, di difenderlo, di spiegare l’inspiegabile. Per effondere la vicinanza dell’amore di Dio ai malati non occorre sempre parlare. Ciò che è più importante è stare. Sono convinto che il ministero della consolazione non si esprime anzitutto con le parole ma con una presenza fedele, quotidiana, gratuita accanto alla solitudine radicale nella quale getta ogni dolore umano. Una pastorale trionfalistica, ammalata di successi, bramosa di riempire piazze e stadi, qualora ne fossimo capaci, piena di parole e di rumore, non è per coloro che hanno bisogno di samaritani capaci di stare dritti ai piedi della croce degli uomini, impotenti come loro ma fedelmente presenti fino alla fine”.
 

The post Tre tracce mariane per la pastorale della salute appeared first on ZENIT - Italiano.

]]>
La misericordia si fonda sulla stima https://it.zenit.org/2016/10/11/la-misericordia-si-fonda-sulla-stima/ Tue, 11 Oct 2016 08:58:38 +0000 https://it.zenit.org/?p=88522 Stima e fiducia alla base di ogni azione che vuole alimentare speranza: questo il tema del convegno dell'Associazione Italiana di Pastorale Sanitaria

The post La misericordia si fonda sulla stima appeared first on ZENIT - Italiano.

]]>
“La misericordia è un mistero così delicato, potente, diffuso, mite e garbato da risultare difficilmente descrivibile…”. Don Giovanni Cesare Pagazzi, aprendo i lavori del XXIII convegno dell’Associazione Italiana di Pastorale Sanitaria, approccia il tema con grande prudenza, ma poi offre una chiave di lettura che contestualizza perfettamente il tema del Giubileo con le istanze del mondo sanitario.
Tutto ruota intorno al “significato” della misericordia che il teologo ricostruisce attraverso la descrizione che di Dio fa Gesù: «Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose.
Trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra» (Mt 13,45-46). «Il Signore rivela che Dio si comporta verso il mondo come un gioielliere, in cerca di perle e gemme, appunto. Soprattutto, Egli è capace di scovarle là dove nessuno le cercherebbe, tant’è che scopre tesori nascosti perfino nella terra, in un ambiente certo fertile, ma anche sporco e sporcante.
La terra nutre, ma è anche sporca; è una mistura di polvere, letame e chissà quanti esseri viventi (foglie, alberi, insetti, altri animali…) morti e decomposti. Dio non teme di frugare perfino in questo luogo così imbrattante  repellente, pur di scoprire tesori e perle preziose». È dunque la stima il tratto regale e ospitale della misericordia: «La stima – ha spiegato ieri pomeriggio Pagazzi – è la capacità di cogliere un valore che merita di pagare prezzo.
Tra le cose incomprensibilmente belle di Dio, un aspetto che lascia a bocca aperta, senza fiato, è proprio la sua stima nei riguardi del mondo. Egli non lo riempie di benefici come un riccone aiuterebbe un poveraccio, ma si comporta come un intenditore d’arte, disposto a pagare un prezzo altissimo, anzi il più alto pur di non lasciarsi scappare ciò che egli ritiene un capolavoro, anche se agli occhi di molti è solo uno sgorbio. Dio cerca insistentemente la perla nell’ingiusto, nel mio nemico, perfino in me.
E chiede a ciascuno di fare altrettanto. Amare come Dio, non significa innanzitutto donare, perdonare, servire, aiutare; ma stimare. Accorgersi che in ciascuno (anche in quello che somiglia alla terra che imbratta) si trova qualcosa di stimabile e quindi meritevole del prezzo del mio dono, del mio perdono, del mio servizio, del mio aiuto. Se non nascono dalla stima – altro nome della misericordia – perfino queste azioni magnifiche possono camuffarsi in armi.
Se qualcuno si sentirà davvero raggiunto da fedele, immutabile stima, sarà liberato dal senso di credito e dalla paura che espone alle colpe». Il convegno è stato preceduto da una messa giubilare presieduta da monsignor Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi, e dal saluto del presidente Aipas, Giovanni Cervellera. 

The post La misericordia si fonda sulla stima appeared first on ZENIT - Italiano.

]]>
Uno scatto in avanti per l’Europa https://it.zenit.org/2016/09/27/uno-scatto-in-avanti-per-leuropa/ Tue, 27 Sep 2016 08:20:11 +0000 https://it.zenit.org/?p=87008 Da Strasburgo, per il seminario dei giovani del Movimento Cristiano lavoratori, il presidente Carlo Costalli rilancia l'appello per un’Europa sociale 

The post Uno scatto in avanti per l’Europa appeared first on ZENIT - Italiano.

]]>
Uno scatto in avanti deciso. È quello che Carlo Costalli chiedeva nel luglio del 2015, di fronte allo spettro della crisi greca, ed è ciò che torna a chiedere adesso – un nuovo slancio – mentre l’Europa perde pezzi e l’Italia rischia di essere uno di questi frammenti del puzzle che si sgretola. Il presidente del Movimento Cristiano Lavoratori parteciperà al seminario europeo che il 3 e 4 ottobre riunirà a Strasburgo i giovani del movimento, un appuntamento tradizionale, che ogni anno rinnova il legame con la comunità italiana in Francia e in Belgio. Il tema di quest’anno è esplicito: “L’Europa ha fortemente bisogno di riscoprire il suo volto per crescere”. Come un anno fa la linea è quella di «rilanciare il progetto di un’Europa politica sul sentiero tracciato dai Padri fondatori – De Gasperi, Adenauer, Schumann – nel rispetto di una storia e una tradizione veramente europeista: unica speranza per il futuro dei cittadini europei e, in particolare, dei nostri giovani». Rispetto ai giorni del salvataggio greco, tuttavia, il clima di sfiducia ha contagiato il “cuore” delle istituzioni comunitarie e questo Costalli non lo nasconde.
***
Presidente, cosa la preoccupa di più?
L’incapacità. Di affrontare e di risolvere questioni urgenti. Lo spettacolo è sconfortante, fatto di tanti piccoli egoismi, Francois Hollande e Angela Merkel che cercano disperatamente di primeggiare perché a loro volta sono in crisi di consensi e questa debolezza della classe politica europea può essere fatale, perché riversa su profughi e Bce le tensioni interne e offre spazi impensabili ai populismi.
Come valuta le critiche di Matteo Renzi ai maggiori partner dell’Unione?
Non mi piacciono, come non mi piace il populismo. Il tempo dello scaricabarile è finito: non si può essere timidi nella costruzione dell’UE e poi lamentarsi della lontananza dell’Europa; non si può inseguire o essere blandi nei confronti dell’antieuropeismo e poi utilizzare Bruxelles come alibi politico. Siamo un grande Paese, fondatore dell’Unione e contribuente netto del bilancio comunitario e per noi l’adesione all’euro era, e resta, una scelta lungimirante, che ci ha salvato dal default. In Italia, abbiamo un debito pubblico veramente esagerato che non può essere affatto sottovaluto. Un debito pubblico che è aumentato considerevolmente anche con il governo Renzi, perché la politica e il sistema economico e sociale sembrano scientificamente strutturati per spendere soldi pubblici.
E’ un fatto, però, che la Germania detta legge. 
La crisi che ha colpito l’Eurozona ha offerto alla Germania la possibilità di diventare la prima potenza europea e di imporre la propria ideologia economica e politica, basata sull’austerità e su una disciplina finanziaria con caratteristiche di rigidità e di continuità. Ma fino a dieci anni fa erano proprio i tedeschi a non fare le riforme necessarie e a trascinare in basso l’Europa. Oggi, dopo averle fatte, sembra che pretendano di imporle a tutti. Quel che manca alla Merkel è l’orizzonte ideale: per imporre i sacrifici occorre un progetto, bisogna rinnovare lo spirito di integrazione tra gli Stati membri, fondato sulla mutua solidarietà e non soltanto sull’ortodossia contabile della Bundesbank.
Per dirla con papa Francesco, quest’austerità uccide?
A dire il vero, il Papa parla di una visione distorta del mercato e della libertà d’intrapresa, delle degenerazioni della globalizzazione, mentre in questo caso non siamo di fronte a un “nemico” ma ad un’Europa che va aiutata a cogliere le sfide imposte dal nuovo ordine economico mondiale.
Se Alcide De Gasperi fosse qui, che tipo di Europa vorrebbe?
Credo che lavorerebbe per un’Europa sociale, attenta a coloro che hanno sofferto di più per la globalizzazione, come vuole anche il Papa, che lo ha sostenuto più volte, anche quando ha incontrato il Mcl, ricordandoci che dobbiamo lavorare per una economia che “serva l’uomo e non si serva dell’uomo” e per una società in cui il lavoro aiuti a “unire le persone, non allontanarle, rendendole chiuse e distanti”. L’Europa che vogliamo non si fa guidare dal pensiero unico del profitto finanziario: è stato miope non inserire nella Costituzione europea il richiamo alle radici storico-culturali cristiane, come ha evidenziato recentemente il Cardinale Bagnasco, secondo cui “oggi c’è bisogno di un più di Europa”. Da quella colonizzazione culturale, denunciata dal Papa, le istituzioni europee oggi sono contagiate: come ha detto Bagnasco, serve al contrario un’Europa che riconosca la centralità dell’uomo e delle sue radici profonde. Per questo anche la fede può dare un contributo fondamentale alla costruzione della casa comune europea e chi la osteggia forse “ha intuito che la vera religiosità costituisce un argine al potere”. A ben vedere, poi, del pensiero unico è figlia anche la politica dell’austerità… Per superare le secche, al contrario, l’Ue deve ricostruire un’alleanza e una solidarietà per lo sviluppo dell’economia reale e per l’occupazione.
Europa sociale contro globalizzazione?
Non è tempo di guerre, dobbiamo riscoprire l’economia sociale di mercato, aggiornata e rivista sulla base dei tempi che cambiano: la sua forza non è nell’anteporsi alla globalizzazione ma nell’essere una formula riconciliante, perché l’economia sociale di mercato non suppone solamente un sistema coordinato e una logica di mercato. L’aggettivo “sociale” ci avvisa che il sistema persegue obiettivi di natura sociopolitica, può essere paragonato ad un triangolo che modera le tensioni esistenti fra i suoi vertici: necessità di sviluppo economico, bisogno di libertà e di iniziativa personale, esigenza (individuale e collettiva) della sicurezza sociale in ogni suo aspetto.
 

The post Uno scatto in avanti per l’Europa appeared first on ZENIT - Italiano.

]]>
Carlo Costalli: “Superare la dittatura del Pil” https://it.zenit.org/2016/09/10/carlo-costalli-superare-la-dittatura-del-pil/ Sat, 10 Sep 2016 09:00:30 +0000 https://it.zenit.org/?p=85341 Il presidente del Movimento Cristiano Lavoratori propone l’economia civile come una delle forme mature di riformismo sociale

The post Carlo Costalli: “Superare la dittatura del Pil” appeared first on ZENIT - Italiano.

]]>
Disuguaglianza in crescita e grandi migrazioni, capitale che si concentra in poche mani e un’altrettanto impetuosa crescita dell’economia civile… Giovanni Maria Mastai Ferretti si sarebbe ritrovato nel clima convulso dei nostri giorni, quanto meno per come l’ha tratteggiato Leonardo Becchetti oggi a Senigallia.
La città natale di papa Pio IX ospita in questi giorni il Seminario nazionale del Movimento cristiano lavoratori che esplora il magistero sociale di papa Francesco e le sue ricadute nel quadro economico e politico italiano e internazionale.
«Superare la dittatura del Pil» è la parola d’ordine lanciata in apertura di dibattito dal presidente del Mcl Carlo Costalli, che ha affidato la relazione fondamentale all’alfiere del Bes.
Becchetti per prima cosa ha ammesso che il nuovo indicatore, con cui sarà valutato il Documento economico finanziario, ha vinto la sfida con il Pil in Italia, ma adesso dovrà dimostrare tutta la sua efficacia, così come si dovrà portare a compimento la battaglia contro l’azzardo.
La relazione dell’economista si è articolata sulla necessità di sostituire l’attuale modello economico globale, che ha definito “a due mani” e che si fonda sul binomio Stato-Mercato, con un modello a quattro mani, che integra il ruolo della cittadinanza attica e delle imprese socialmente responsabili, capaci di reinterpretare il ruolo del profitto e la sua distribuzione tra tutti gli stakeholder che creano Bes.
Per Becchetti «la globalizzazione non è negativa perchè i paesi poveri crescono più rapidamente dei paesi ricchi» mentre è negativo il ritardo della democrazia, esemplarmente spiegato con quest’esempio: «l’1% degli americani finanzia il 40% delle spese elettorali al Senato Usa».
Guardando al futuro, lo studioso ha sostenuto la ricetta dell’economia civile e ha auspicato politiche di investimento pubblico, in particolare sul fronte dell’efficientamento energetico e dell’istruzione. Un affondo che Costalli ha commentato così: «l’economia civile è una delle forme mature del nostro riformismo sociale».
Dopo Becchetti, hanno preso la parola Piero Ragazzini, segretario confederale Cisl e Francesco Seghezzi di Adapt. Al seminario è intervenuto anche il vescovo di Senigallia, monsignor Francesco Manenti.
 

The post Carlo Costalli: “Superare la dittatura del Pil” appeared first on ZENIT - Italiano.

]]>
Monsignor Santoro e Costalli difendono il lavoro https://it.zenit.org/2016/09/09/monsignor-santoro-e-costalli-difendono-il-lavoro/ Fri, 09 Sep 2016 12:20:03 +0000 https://it.zenit.org/?p=85248 Al Seminario del Movimento Cristiano Lavoratori, nuovo affondo contro "l’economia che uccide" perché basata su utilitarismo e alta tassazione

The post Monsignor Santoro e Costalli difendono il lavoro appeared first on ZENIT - Italiano.

]]>
“«Questa economia uccide»: è un’espressione dirompente quella usata da Papa Francesco, la più dirompente usata da un Papa a proposito di economia, ma è di un realismo addirittura statistico, se è vero, come attesta il Ministero del lavoro, che, finiti gli incentivi, fioccano i licenziamenti. Questi dati confermano quello che diciamo da tempo e cioè che una politica dissennata come quella del Jobs Act uccide il lavoro anziché rianimarlo”.
Carlo Costalli ha commentato così, oggi, a margine del seminario di studi del Movimento cristiano lavoratori in corso fino a domenica a Senigallia, i dati diffusi dal governo, secondo cui nel secondo trimestre del 2016 sono aumentati del 7,4% i licenziamenti e la maggioranza delle cessazioni sono dovute al termine del contratto a tempo determinato (1,43 milioni), soprattutto quelle promosse dal datore di lavoro (+8,1%).
Il seminario del Movimento Cristiano Lavoratori si è aperto con un intervento del presidente della commissione CEI per la pastorale sociale e del lavoro, monsignor Filippo Santoro, che non ha fatto sconti al governo sul tema della crisi, affermando che «tra le politiche di sviluppo non vedo misure strutturali per il Sud, non vedo misure per promuovere realmente la ripresa del Mezzogiorno partendo dall’agricoltura, dal turismo, dal mare, dall’artigianato, che sono le nostre risorse».
Soprattutto, ha detto l’Arcivescovo di Taranto che è anche presidente delle Settimane Sociali, «non c’è ancora la convinzione che la ripresa del Sud è un’opportunità anche per il Centro-Nord, nel senso che non ci sarà alcuna ripresa delle aree ricche del Paese finché il Mezzogiorno resterà al palo».
Santoro ha criticato la linea governativa dei “patti locali” (domattina Renzi firmerá il Patto per la Puglia alla fiera del Levante; ndr) ma ha anche spiegato che la Chiesa «non cerca ruoli di supplenza» e vuole invece «far emergere il vero disagio della gente che rischia di essere sottaciuto». L’Arcivescovo ha sottolineato più volte il ruolo sociale ed ecclesiale di realtà come il Mcl, «a patto che vi sia alla base un serio lavoro formativo e una tensione missionaria».
Il Presule si è soffermato anche sui problemi tarantini, ricordando che «all’Ilva si attende ancora l’attivazione dell’Aia e la copertura dei parchi minerari» e anticipando che oggi chiederà alle famiglie della sua diocesi di accogliere – con l’istituto dell’affido temporaneo – i minori non accompagnati ospitati nei centri profughi.

The post Monsignor Santoro e Costalli difendono il lavoro appeared first on ZENIT - Italiano.

]]>
Due italie davanti al terrorismo https://it.zenit.org/2016/08/06/due-italie-davanti-al-terrorismo/ Sat, 06 Aug 2016 09:00:19 +0000 https://it.zenit.org/?p=82141 La cultura laica è divisa su come affrontare il terrorismo fondamentalista. Cresce l'ipotesi dialogo e alleanza con l'islamismo moderato.

The post Due italie davanti al terrorismo appeared first on ZENIT - Italiano.

]]>
La tesi di Giovanni Belardelli, illustrata recentemente sul Corriere della Sera, secondo cui il Califfato rappresenta una nuova versione del totalitarismo politico, un novello nazismo che appoggia i suoi disegni imperialisti su un’interpretazione radicale del Corano anzichè sul razzismo, non si limita ad assolvere l’Occidente dalle sue responsabilità socio-economiche, facendo passare in secondo piano l’importanza dell’integrazione degli immigrati in questa guerra globale, ma riflette chiaramente l’ansia che prova una certa cultura laica nel veder rientrare dalla finestra quella variabile religiosa che si era illusa di aver cacciato dalla porta delle nostre società “avanzate”.
La tesi del politologo dell’Università di Perugia è che il terrore come strumento politico e l’individuazione di un nemico oggettivo (che viene colpito non per ciò che fa ma per ciò che è) assimilano il Daesh al “Nuovo Ordine” annunciato da Adolf Hitler nel 1941, che avrebbe dovuto unificare l’Europa (si ricordi che allora l’Europa era percepita come il mondo intero, sotto un profilo politico ed economico) attraverso un’ideologia imposta con la violenza e l’eliminazione dei  popoli “subumani”.
Questa interpretazione si sintonizza facilmente con la cultura dominante in Italia, incline a scorgere un disegno antisemita anche laddove l’antisemitismo non è il fattore prevalente, e soprattutto ci assolve da ogni responsabilità socio-economica – «continuare a evocare la mancata integrazione degli islamici europei» come modo per combattere il terrorismo islamico «porta fuori strada» – con l’obiettivo di negare il ruolo storico delle religioni.
Non a caso, il Corriere della Sera contesta la tesi di Avvenire del 28 luglio circa la necessità di affrontare il «nodo esplosivo» tra terrorismo e giovani europei di fede musulmana ma non dice una parola sull’analisi religiosa del fenomeno terroristico apparsa il 3 agosto, dalla quale il quotidiano cattolico desumeva l’inevitabilità del meticciato e l’impossibilità di una guerra di religione nel cuore dell’Europa.
La lettura comparata dei due giornali permette di capire come siano  lontane le posizioni della società italiana rispetto al terrorismo islamico.
Infatti, l’intepretazione politologica del Daesh fornita dal Corriere riflette una visione della Storia come susseguirsi di processi innescati e governati dalle élites, facendo leva su meccanismi etologici (amicus-hostis), una dinamica entro la quale anche le ideologie e le religioni sono solo strumenti occasionali e non generano alcuna soggettività delle masse popolari, quella religiosa descritta dal quotidiano cattolico commentando la “svolta di Rouen” (lo “strappo” deciso dagli imam francesi dopo l’assassinio di padre Hamel) ruota intorno al principio opposto – e quindi non ci assolve dall’obbligo dell’integrazione e non pretende di risolvere il problema attraverso l’opzione militare, che è sottintesa all’analisi del Corriere -, cioè assegna alle masse dei fedeli un protagonismo, nel bene e nel male.
Anzi, la tesi del giornale cattolico è che lo specifico del Daesh non consista tanto nell’uso del terrore a fini totalitari, ma in un imperialismo che trasforma la religione in un’ideologia e compie lo stesso errore del sovietismo, cioè perde di vista la soggettività delle masse che sul piano religioso si traduce in una dimensione comunitaria, che in una prospettiva storica è destinata a prevalere.
In estrema sintesi, oltre a richiamare il dovere all’integrazione, il giornale dei vescovi italiani smonta la lettura politologico-militarista e riconsegna la Storia alle comunità fatte di persone e di relazioni tra le persone.
Niente di più indigesto per il laicismo finanziario di casa nostra, che non ha ancora compreso l’insostenibilità della turboglobalizzazione sia per i bilanci che per la civiltà.

The post Due italie davanti al terrorismo appeared first on ZENIT - Italiano.

]]>
La rete prepolitica dei cattolici https://it.zenit.org/2016/03/14/la-rete-prepolitica-dei-cattolici/ Mon, 14 Mar 2016 10:00:05 +0000 https://it.zenit.org/?p=69199 C’è bisogno di “fare politica dal basso, riprendendo l’idea dell’agorà”.

The post La rete prepolitica dei cattolici appeared first on ZENIT - Italiano.

]]>
La conferenza politica organizzata dal Movimento cristiano lavoratori lo scorso fine settimana all’Ergife di Roma è una novità nel panorama scontato di questa campagna elettorale che, ancora una volta, si risolve in un balletto di candidature esibite non per i programmi da realizzare ma per la debolezza delle compagini, le quali non convincono neanche chi le dovrebbe sostenere.
La scelta di riunire nella capitale 250 amministratori di diverse provenienze partitiche, ma tutti accomunati dalla fedeltà alla dottrina sociale della Chiesa, è sicuramente un fatto nuovo.
Innanzi tutto perchè, con quest’iniziativa, il Mcl diversifica una proposta politico-culturale che negli anni scorsi aveva avuto un’unica declinazione possibile: quel nuovo partito dei cattolici che, preconizzato da papa Benedetto XVI a Cagliari, provò a muovere i primi passi a Todi e si fermò definitivamente con Todi 2.
Costalli, presidente del Mcl, non fece mai mistero di averci creduto e di essere rimasto deluso. Con la medesima franchezza, alla recente convention dell’Ergife, ha dichiarato “Non dobbiamo e non vogliamo parlare di un partito, ma siamo convinti che esista una classe dirigente sul territorio che va sostenuta e motivata. La crisi della partecipazione ci impone di collegare quell’attivismo civico che si manifesta in molti piccoli e medi enti locali”.
Insomma, si riparte dal pre-politico, come si sarebbe detto negli anni Ottanta.
Questa volta, però, non è una scelta rinunciataria, bensì la risposta a un bisogno: in ciò consiste il secondo motivo di novità.
La conferenza ha fatto emergere la domanda di minoranze creative come quella che il Mcl cerca di innescare, chiamate a mettersi in rete per dare voce alla maggioranza, oramai preda dello sconforto e, ella sì, della rinuncia.
Il Mcl si candida a essere “il connettore di questa maggioranza”, forte del mandato, ricevuto da papa Francesco durante l’udienza del 16 gennaio, a perseverare nell’opera di “educazione, condivisione e testimonianza”.
L’obiettivo è creare nel mondo cattolico una “minoranza creativa” in grado di sintetizzare l’antidoto a una politica sempre più malata di personalismo e autoreferenzialità e segnata da lotte intestine, come ha denunciato Costalli, sottolinea anche che oggi “chi partecipa non decide e chi decide non partecipa”.
La formula prevede un impasto di territorio e di partecipazione che deve ancora lievitare ma che ha già qualche autorevole imprimatur. All’incontro, infatti, ha partecipato il direttore dell’ufficio Cei per i problemi sociali e il lavoro, il quale ha invitato pubblicamente i presenti a “ricominciare a fare politica dal basso, riprendendo l’idea dell’agorà”.
“Molti problemi del nostro Paese – ha aggiunto – non ci sarebbero se si fosse ascoltato di più, fin dall’inizio, la partecipazione popolare”.
“È un lavoro lungo, che chiede perseveranza, ma i corpi intermedi (lo strumento chiave del progetto del Mcl, tant’è vero che a questo tema sono stati dedicati gli approfondimenti scientifici del convegno; ndr) avranno efficacia se avranno creato intorno a loro un sistema di ascolto. Tuttavia, questo non qualche giorno prima delle elezioni”.
Parole che confermano come il secondo tempo di Todi debba essere prepolitico.

The post La rete prepolitica dei cattolici appeared first on ZENIT - Italiano.

]]>
Il Mcl chiama a raccolta i sindaci per ‘restituire l’anima alla politica’ https://it.zenit.org/2016/03/07/il-mcl-chiama-a-raccolta-i-sindaci-per-restituire-lanima-alla-politica/ Mon, 07 Mar 2016 08:49:35 +0000 https://it.zenit.org/?p=68597 A Roma nei giorni 11 e 12 marzo, all’hotel Ergife “Ricostruire la rappresentanza a partire dagli enti locali: bene comune, sussidiarietà e corpi intermedi”

The post Il Mcl chiama a raccolta i sindaci per ‘restituire l’anima alla politica’ appeared first on ZENIT - Italiano.

]]>
“Una democrazia senza un’ “anima” partecipativa è una democrazia perduta…” Carlo Costalli continua a crederci, a dispetto del tasso di astensionismo e della e-democracy, la quale, par di capire, è considerata più un mito che una via d’uscita dalla crisi del sistema politico.
Il presidente del Movimento Cristiano Lavoratori non cessa di tessere, ma l’obiettivo non è quello di fondare un partito dei cattolici, bensì, ammette, di “ricostruire una rappresentanza attraverso l’avvicinamento delle istituzioni alle esigenze dei cittadini, attraverso la loro collaborazione all’attività culturale economica sociale e politica della comunità, attraverso la riacquisizione di un virtù civica della quale nessuno Stato democratico può fare a meno”.
L’impegno politico non è escluso, ma in questo momento, osserva, “si possono sanare le ferite inferte alla nostra democrazia – tra esse soprattutto la verticalizzazione al posto della solidarietà – con la riscoperta e l’attuazione della sussidiarietà che valorizza la società civile e i diversi corpi intermedi, che favorisce lo sviluppo delle dinamiche sociali moltiplicando i rapporti sociali, che reintroduce la consapevolezza dei doveri spezzando l’egemonia della cultura dei soli diritti frutto della visione individualista”.
Sullo sfondo delle riflessioni di Costalli c’è la battaglia contro la stepchild, certo, ma l’incontro convocato a Roma nei giorni 11 e 12 marzo, quando all’hotel Ergife il Mcl riunirà gli amministratori locali cattolici, guarda oltre e lancia una sfida alle “logiche centraliste”, che “si contrastano ponendo la persona al centro delle istituzioni che, altrimenti, diventano assolutiste». Lo spazio istituzionale più idoneo a farlo – dicono al Mcl – sono proprio i Comuni”.
La convention romana – “Ricostruire la rappresentanza a partire dagli enti locali: bene comune, sussidiarietà e corpi intermedi” è il titolo dell’appuntamento – scommette dunque sulla possibilità di seminare a questo livello la Dottrina Sociale della Chiesa, per farne la radice di una ricostruzione della rappresentanza.
Lo strumento sarà questo contributo formativo che parte – grossa differenza rispetto al passato – da “minoranze creative” di cattolici che difendono principi condivisi da una “maggioranza silenziosa” che però, lasciata sola, “rischia di cedere allo sconforto” ammonisce Costalli.
Il proposito del presidente del Mcl nel presentarci quest’iniziativa è chiaro: “Non si tratta di una discesa in campo per sostenere una o un’altra formazione politica, ma di assumersi la responsabilità di lavorare per rompere il perenne tentativo di isolare il ruolo dei cattolici dall’impegno pubblico. Si tratta di non far passare inascoltato l’appello rivolto da Papa Francesco durante il Convegno ecclesiale di Firenze: “i credenti sono cittadini” invitati a “dare una risposta chiara davanti alle minacce che emergono all’interno del dibattito pubblico” poiché questa costituisce “una delle forme del contributo specifico dei credenti alla costruzione della società comune”.
Dare degli strumenti a questa possibile rinascita non può non essere sentito come un compito da quei cattolici educati alla decisività di una presenza originale nello spazio pubblico. Un’azione dei cattolici non settaria o sterilmente identitaria, che potrebbe essere il laboratorio per la nascita di un “civismo nazionale” capace di essere innestatore di processi di vero riformismo e di riaffermazione della libertà della persona e delle comunità”.
Naturalmente, l’iniziativa si innesta in un momento propizio: le elezioni amministrative imminenti tendono a riproporre infatti uno schema logoro, fatto di candidature affrettate e alleanze politiche tenute insieme dalla forza della disperazione. Ma il problema, riflettono al Mcl, non si esaurisce in questo momento elettorale, in quanto «la crisi ha prodotto un’inadeguatezza complessiva del sistema istituzionale, evidenziata a livello centrale da un Parlamento eletto con una legge dichiarata incostituzionale che ha favorito anche un trasformismo mai visto prima in Italia, e a livello locale evidenziata da una diffusa difficoltà di governo, spesso condizionata anche da logiche distorsive e clientelari, e da un declino della moralità pubblica con la conseguente perdita di vista dell’obiettivo principale: il senso di dedizione verso il bene comune.
“Siamo di fronte – spiega il presidente del movimento – a una personalizzazione e verticalizzazione delle istituzioni che tendono ad allontanarsi dalla rappresentazione degli interessi collettivi e dalla necessaria capacità di interpretare le ricche articolazioni territoriali e sociali che caratterizzano il nostro Paese. Tutto questo ha provocato un astensionismo sempre più crescente e un ampliamento dell’area dei non rappresentati che non può essere il web a colmare». Colmare questo vuoto con una proposta sociopolitica di spessore è dunque l’obiettivo dell’appuntamento romano”.

The post Il Mcl chiama a raccolta i sindaci per ‘restituire l’anima alla politica’ appeared first on ZENIT - Italiano.

]]>
Costalli: dal Papa per cambiare l’economia (che uccide) https://it.zenit.org/2016/01/10/costalli-dal-papa-per-cambiare-leconomia-che-uccide/ https://it.zenit.org/2016/01/10/costalli-dal-papa-per-cambiare-leconomia-che-uccide/#respond Sun, 10 Jan 2016 13:42:23 +0000 https://it.zenit.org/?p=63600 A una settimana dall’udienza speciale che il Papa Francesco ha concesso al Movimento cristiano lavoratori, parla Carlo Costalli, presidente dell’organizzazione ecclesiale

The post Costalli: dal Papa per cambiare l’economia (che uccide) appeared first on ZENIT - Italiano.

]]>
«Questa economia uccide in mezzo al Mediterraneo, uccide nelle giornate troppo lunghe dei giovani disoccupati, uccide nei bimbi non nati e negli anziani abbandonati nella solitudine. Ma l’economia siamo noi, con i nostri comportamenti di consumo e le nostre politiche di sviluppo: al Papa porteremo dunque l’impegno a cambiare noi stessi, per mutare le cose». A una settimana dall’udienza speciale che il Santo Padre ha concesso al Movimento cristiano lavoratori, Carlo Costalli, storico presidente dell’organizzazione ecclesiale, sintetizza così lo spirito con cui guiderà centinaia di attivisti allo storico incontro con il Papa della Laudato Sì. Un incontro che cade in un momento particolare per i cattolici italiani, con le divisioni provocate dalla legge (contestatissima) sulle unioni civili e una riforma costituzionale che piace sempre meno, temi su cui il Mcl è intervenuto più volte e che riecheggeranno anche a metà marzo, quando il Movimento riunirà a Roma trecento amministratori locali.Perché quest’udienza speciale?Per noi rappresenta un riconoscimento importante dell’impegno profuso come Movimento ecclesiale nella testimonianza evangelica organizzata al servizio dei poveri e degli emarginati, un riconoscimento ancor più significativo perché avviene all’inizio dell’anno giubilare della Misericordia. Ci apprestiamo all’udienza avendo ben chiaro che, come ci insegna il Papa, per testimoniare la “Buona notizia” bisogna passare dall’essere cristiani che fanno “test di dottrina”, all’essere cristiani capaci di vicinanza a quanti sono “perduti, abbandonati, feriti, devastati, avviliti e privati della loro dignità”. Da tempo abbiamo deciso di intraprendere questo percorso, cercando di somigliare sempre più alla Chiesa “in uscita” che Francesco, con tanto amore, ci sta indicando.Mai, in epoca recente, il magistero petrino è stato tanto ammirato e anche tanto criticato: anche nella Chiesa, anche nei movimenti cattolici. C’è questo mugugno anche tra i militanti del Mcl?
Sabato 16 gennaio la sala Nervi dimostrerà che non c’è proprio nessun mugugno, e questo è un dato di entusiasmo che non pervade solo il nostro Movimento. Se invece ci riferiamo alla difficoltà – propria dell’uomo e delle sue attività, dalla politica all’economia – di applicare il magistero nella vita quotidiana, allora questa difficoltà emerge ed emergerà sempre: il messaggio di Francesco è rivoluzionario ed esigente, è “ostico” esattamente il Vangelo, se vissuto pienamente, ma per comprenderlo e per viverlo occorre avere una mentalità evangelica: quanti riducono invece la fede a ideologia, che siano progressisti o conservatori, faticano ad afferrare questo messaggio perché non rientra nei propri schemi precostituiti.
Nessuna nostalgia per le “crociate” sulle questioni non negoziabili?
Non viviamo di nostalgie ma di sfide: il Papa ci ha fatto capire che questo non è più il tempo in cui le lamentazioni, le condanne, il richiamo nostalgico al passato, le contrapposizioni culturali e ideologiche, che hanno costituito un “collante” per quanti già si dichiaravano propri seguaci (peraltro sempre meno numerosi), riescono ancora a raggiungere il cuore dei tanti “feriti” della società contemporanea. Il nostro obiettivo non è la politica, ma l’evangelizzazione e l’amore per il prossimo. Non stiamo fermi, ed infatti il Mcl non va all’udienza speciale come si va ad una scampagnata: la preparazione è stata serissima.
Come vi siete preparati?
Da qualche anno è in atto un percorso sulla dottrina sociale di Papa Francesco: in questo spirito molte sono state le iniziative organizzate per la presentazione del volume dei giornalisti Andrea Tornielli e Giacomo Galeazzi, “Papa Francesco. Questa economia uccide”: occasioni di dibattito e di riflessione, in cui il MCL – ad ogni livello, da quello nazionale fino all’ultimo dei circoli e delle unità di base – si è confrontato con il pensiero del Pontefice per approfondire temi che tanto stanno a cuore al Movimento. Ma non è un percorso “dottrinale”: stiamo lavorando perché i militanti acquisiscano una nuova mentalità e la traducano in atteggiamenti di vita. Perché questa economia uccide in mezzo al Mediterraneo, uccide nelle giornate troppo lunghe dei giovani disoccupati, uccide nei bimbi non nati e negli anziani abbandonati nella solitudine… Ma l’economia siamo noi, con i nostri comportamenti di consumo e le nostre politiche di sviluppo: al Papa porteremo dunque l’impegno a cambiare noi stessi, intraprendendo la strada concreta che ci indica il Papa, la strada della solidarietà.
E’ realmente possibile incidere in questo senso nel mondo del lavoro, dove opera tradizionalmente il Mcl e dove le politiche degli ultimi anni vanno in senso diametralmente opposto?
Effettivamente è proprio in campo economico che la crisi antropologica è esplosa con maggiore virulenza, negando la centralità del lavoro e del suo primato e con l’instaurazione, sempre più evidente, del primato del profitto e del denaro. In questo senso abbiamo richiamato anche il governo Renzi a una maggiore coerenza. Purtroppo, viviamo ancora immersi in un mercato dipendente dal consumo, che genera una società dello scarto, dalle povertà dilaganti e dalla evidente ingiustizia sociale. Mi rendo ben conto, se questa è la domanda, della difficoltà di cambiare le cose, non solo in quanto le nostre richieste e quelle del sindacato restano troppo sovente lettera morta, ma perché un reale cambiamento deve passare attraverso il rovesciamento dei falsi idoli e dei falsi valori che tuttora impongono la finanza globale e quel tipo di mercato. Un rovesciamento che Papa Francesco sintetizza magnificamente in una brevissima ed efficacissima frase, ormai famosa: “Il denaro deve servire e non comandare”. Il nostro compito è instillare questa mentalità nei cittadini e nelle politiche sociali. Quanto al primo obiettivo, abbiamo lavorato molto per la solidarietà e la cooperazione tra i popoli – a Sarajevo, in Moldavia, in Romania, in Eritrea, ma anche in Africa con la campagna “Dal seme al cibo”, organizzata con il Cefa – abbiamo partecipato alla costruzione delle abitazioni per le giovani coppie in Terra Santa e dell’Università Cattolica di Madaba, aperta a tutti senza alcuna distinzione di razza o fede religiosa. Il nostro impegno si è orientato in favore della promozione del dialogo sociale, affinché trovi spazio nella quotidianità di tutti, a partire da noi stessi. Ricordando sempre che, come ha ricordato il Pontefice al V Convegno Ecclesiale di Firenze, “il modo migliore per dialogare non è quello di parlare e discutere, ma quello di fare qualcosa insieme, di costruire insieme, di fare progetti”, perché “dialogare” è “cercare il bene comune per tutti”.
Concludiamo con la politica. Crede in un risveglio dei cattolici italiani, nella capacità di tradurre in leggi le intuizioni di Francesco?
Il magistero di questo grande Papa provoca un risveglio anche politico e anche nel mondo cattolico organizzato, certo. Non pensiamo però di travasarlo in un programma di partito! Si tratta, semmai, di andare incontro ad “un nuovo umanesimo”, fondato sui “tratti dell’umanesimo cristiano”, indicato dal Santo Padre a Firenze, dove ci ha detto che “il nostro dovere è lavorare per rendere questo mondo un posto migliore e lottare”. Ed ha aggiunto un significativo appello ai giovani: “Superate l’apatia. Vi chiedo di essere costruttori dell’Italia, di mettervi al lavoro per una Italia migliore. Per favore, non guardate dal balcone la vita, ma impegnatevi, immergetevi nell’ampio dialogo sociale e politico”. Non è molto diverso dal discorso di Cagliari nel quale Benedetto XVI affermò che serviva “una nuova generazione di politici cattolici”: tutti ricordano solo quel passaggio ma esso va contestualizzato in un discorso che puntava a ridefinire le strategie pastorali per sottrarre i giovani al nichilismo e procedere a una vera evangelizzazione del mondo. Otto anni fa, Benedetto XVI invitava infatti i cristiani a diventare “capaci di evangelizzare il mondo del lavoro, dell’economia, della politica, che necessita di una nuova generazione di laici cristiani impegnati, capaci di cercare con competenza e rigore morale soluzioni di sviluppo sostenibile”. Non semplicemente, come travisarono i giornali, a fondare un nuovo partito. Con lo stesso spirito, oggi Francesco ci invita a realizzare “una Chiesa italiana inquieta, sempre più vicina agli abbandonati, ai dimenticati, agli imperfetti. Desidero una Chiesa lieta col volto di mamma, che comprende, accompagna, accarezza”. E con questo spirito viviamo il nostro impegno sociale e politico.

The post Costalli: dal Papa per cambiare l’economia (che uccide) appeared first on ZENIT - Italiano.

]]>
https://it.zenit.org/2016/01/10/costalli-dal-papa-per-cambiare-leconomia-che-uccide/feed/ 0