Zambia: non si biasimi la Chiesa per la diffusione dell'Aids

ROMA, venerdì, 14 ottobre 2011 (ZENIT.org).- Una suora missionaria cattolica dedita alla prevenzione dell’Hiv/Aids in Africa ha condannato la visione ampiamente diffusa per cui il bando dei preservativi da parte della Chiesa sarebbe responsabile della diffusione del virus.

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Suor Luzia Wetzel, coordinatrice del programma di prevenzione dell’Hiv/Aids Youth Alive nello Zambia, ha riferito all’associazione caritativa cattolica internazionale Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS) che l’efficacia dei preservativi nella lotta alla diffusione del virus è ampiamente sopravvalutata.

La suora, che lavora in Africa da 40 anni, ha affermato che “i preservativi non sono la soluzione all’Aids”.

Più che concentrarsi sui condom – ha detto sottolineando il fatto che questi non assicurano una protezione al 100% -, altri fattori, come un cambiamento negli atteggiamenti, sono fondamentali per far fronte al problema.

Il programma Youth Alive, applicato in tutte le Diocesi dello Zambia, sottolinea l’importanza dell’astinenza dai rapporti prematrimoniali e della fedeltà nel matrimonio.

“Vogliamo far sì che i giovani riconoscano quanto sia preziosa la vita umana”, ha dichiarato la suora.

Quando il programma è stato introdotto nello Zambia, nel 1996, i problemi nella raccolta fondi hanno afflitto seriamente la suora.

“Ogni nuovo programma riceve finanziamenti consistenti, mentre Youth Alive ha sempre dovuto lottare per sopravvivere”.

Ad ogni modo, suor Luzia ha affermato di non aver mai firmato contratti con organizzazioni che volevano che lei distribuisse preservativi.

Il programma Youth Alive è gestito dalla Chiesa cattolica ma è aperto a gente di ogni fede. Da quando il programma è stato istituito in Uganda nel 1994, Aiuto alla Chiesa che Soffre sostiene le sue attività in vari Paesi.

Nella zona orientale della capitale dello Zambia, Lusaka, un’altra religiosa, suor Maria Crucis Beards, ha aiutato ad allestire l’Our Lady’s Hospice, un centro per persone affette dall’Hiv.

“Credo che parlare alla gente dell’importanza della castità e della fedeltà sia l’unico modo per far fronte alla crisi dell’Hiv/Aids”, ha detto ad ACS.

“I preservativi sono stati disponibili gratuitamente per 10 anni o più, e non ci sono stati cambiamenti significativi nei livelli dell’Hiv. E’ chiaro che i preservativi non funzionano”.

Secondo dati delle Nazioni Unite, lo Zambia ha uno dei più alti tassi di incidenza dell’Hiv al mondo. Nel 2003, gli adulti affetti erano il 21,5%, mentre nel 2009 erano scesi al 13,5%.

Un piano strategico nazionale sviluppato nel periodo 2002-2005 ha posto come priorità un cambiamento negli atteggiamenti, la riduzione della trasmissione madre-figlio e assicurare trasfusioni di sangue più sicure e assistenza e sostegno a quanti vivono con l’Hiv/Aids, soprattutto gli orfani.

Lo Zambia, situato nell’Africa del sud, ha 14 milioni di abitanti, 7,5 milioni dei quali cattolici.

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ZENIT Staff

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