Voglio l'amore e non il sacrificio

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

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Lettura

Ezechia, re di Giuda, è soccorso da Dio nella sua angoscia dinanzi al pericolo della morte imminente. È un segno forte della grandezza della misericordia, dellamore di Dio che è sempre vigile e presente. Su questa base deve essere impostato il modo di vivere degli uomini; questo è il richiamo energico che Gesù fa ai suoi contemporanei richiamando alla loro memoria le parole pronunziate precedentemente dal profeta Osea: «Voglio lamore e non il sacrificio, la conoscenza di Dio più degli olocausti».  

Meditazione

I farisei, il cui nome significava osservanti, pur nel loro intento di fedeltà assoluta alla legge di Mosè, erano caduti in un atteggiamento di legalismo, sostenendo delle tradizioni e arrivando a delle determinazioni che, come dirà loro Gesù in diverse occasioni, sono precetti umani, che rendono di per sé vani i decreti divini. Il Nuovo Testamento, con la venuta del Figlio di Dio nel mondo, inaugura la legge nuova, quella che rende veramente liberi, perché è legge dellamore. Forse i sacrifici non hanno più valore dinanzi a Dio? Dio non li gradisce? Gesù stesso spiegherà in un altro passo: «Non sono venuto per abolire, ma per portare a compimento». Sì, Egli è venuto ad aiutarci a scoprire tutta la potenzialità e bellezza nascosta nella legge antica e resa esplicita attraverso la legge nuova. Nella nuova legge tutta centrata nellamore, ha senso la preghiera e hanno senso i sacrifici. San Giovanni Crisostomo, uno dei padri della Chiesa post-apostolica, nel parlare di questa realtà diceva: La carità è la madre dellamore, di quellamore che caratterizza il Cristianesimo, dellamore che è superiore ad ogni miracolo, e che distingue i discepoli di Cristo. La carità agisce come medicina per i nostri peccati, come detersivo che deterge la nostra anima, come scala che porta in cielo. Insieme con la preghiera continua il cristiano ha bisogno anche di praticare continuamente la carità perché la carità è potente sopra ogni cosa e prepara la medicina del perdono. Si tratta della nuova vita nello spirito, nella quale viviamo in un rapporto personale con Dio, come suoi amici e come suoi veri figli. In Lui possiamo riporre tutte le nostre speranze, perché è un Dio di amore e di misericordia. Così lo poterono sperimentare i personaggi dellAntico Testamento che vivevano già in questa dimensione dello spirito, come il pio re Ezechia che, dinanzi alla prova della malattia, seppe affidarsi a Lui. Cristo è Signore del sabato, Lui è misericordia. 

Preghiera

O Dio, che mostri agli erranti la luce della tua verità perché possano tornare sulla retta via, concedi a tutti coloro che si professano cristiani di respingere ciò che è contrario a questo nome e di seguire ciò che gli è conforme. 

Agire

Oggi cercherò di vivere con questo orientamento di vita nuova, nellesercizio della carità. 

Meditazione del giorno a cura dipadre Paolo Cerquitella, L.C., tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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