Vocazioni: avviata un'analisi sui seminari del Nord-Est

A gennaio una “due giorni” dedicata alla nuova presenza ed organizzazione della Chiesa sul territorio

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I Vescovi del Triveneto – riuniti in quest’occasione a Villa San Carlo di Costabissara (Vicenza) dal 15 al 16 settembre – hanno incontrato alcuni rappresentanti della Commissione regionale che si occupa dei Seminari e che riunisce, attraverso periodici appuntamenti e momenti di studio e confronto, i rettori e i padri spirituali dei Seminari triveneti. 

È stata l’opportunità per fare il punto della situazione su una realtà fondamentale per la vita della Chiesa (dalla proposta vocazionale al ministero del sacerdote attraverso la particolare fase di preparazione, discernimento e formazione dei seminaristi), mettendo in evidenza alcune questioni prioritarie sempre più emergenti.

Dalle statistiche presentate dalla Commissione regionale, attualmente coordinata da don Giampaolo Dianin, si evidenzia che nell’anno 2004/2005 vi erano 259 persone che frequentavano il Seminario Maggiore; nel 2014/2015 saranno 237, con tendenze peraltro molto differenziate tra le varie Diocesi: alcune presentano forti cali, altre sono in tenuta e altre ancora hanno numeri in crescita anche significativa. In calo generale sono i numeri triveneti del Seminario Minore – che passa da 332 a 236 – realtà però presente oggi solo in un piccolo numero di Diocesi dell’area.

Di grande interesse è stata l’analisi presentata dalla Commissione sulla tipologia di giovani che ora entrano in Seminario e che “mostra qualche cambiamento rispetto alla tradizionale e quasi univoca provenienza dal tessuto parrocchiale. Ci sono ancora giovani che hanno un ricco imprinting parrocchiale, molti che provengono da esperienze associative, altri che provengono da cammini di ricerca personali o da esperienze forti”.

Quanto al loro profilo, come avviene del resto nei coetanei della società di oggi, si riscontrano segni di “fragilità” nella vita spirituale “ma con la disponibilità ad una ricerca spirituale che diventa per molti una gioiosa scoperta”. Una certa fragilità o immaturità è riscontrata spesso anche nella capacità di relazione e nel processo educativo, manifestandosi “disponibili al servizio e al dono ma ancora fragili nella capacità di sacrificio e di durata”.

La Commissione, inoltre, rileva che “tra le sfide educative che i seminaristi sentono molto, accanto al tema del celibato e dell’obbedienza, c’è la nuova paura per gli scenari pastorali che attendono i giovani preti”.

Sono emerse, quindi, alcune urgenze e domande che saranno oggetto di successivi approfondimenti: la sfida di una rinnovata ed autentica pastorale vocazionale investendo su alcuni preti giovani destinati a tale ambito, la crescita nella consapevolezza dell’importanza e del significato teologico/ecclesiologico del ministero ordinato, la sempre più preziosa e necessaria presenza di educatori adeguatamente formati e impegnati a tempo pieno nei Seminari, una maggiore attenzione da parte delle Facoltà teologiche nei riguardi degli studi e degli studenti direttamente finalizzati al sacerdozio ordinato.

È stato, infine, individuato dai Vescovi il tema della prossima e annuale “due giorni” che si terrà a Cavallino (Venezia) nel gennaio 2015: si tratterà della nuova presenza ed organizzazione delle Chiese del Triveneto sul territorio nel contesto odierno (parrocchie, unità e collaborazioni pastorali ecc.).

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ZENIT Staff

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