Vocazione Scalabriniana: testimone di speranza e profezia

Si è svolto ieri, a Piacenza, il XVII Capitolo provinciale delle suore missionarie di san Carlo Borromeo – Scalabriniane della Provincia Europea

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Ieri a Piacenza 1 gennaio 2013, le suore missionarie di s. Carlo Borromeo – Scalabriniane della Provincia Europea, nel giorno dedicato a Maria Santissima hanno aperto il XVII Capitolo Provinciale, che ha come tema “Vocazione Scalabriniana: testimone di speranza e profezia”. Presenti ventidue capitolari, che come primo atto hanno voluto consacrare la provincia religiosa a Maria, la Theotokos perché Lei conduca a fare tutto quello che il Figlio Gesù dirà.

Lo slogan “Alzate i vostri occhi e guardate i campi” (Gv 4, 35) farà riflettere sul servizio apostolico reso dalle missionarie scalabriniane con i migranti e i rifugiati e fare scelte coraggiose, mirate e dinamiche a favore dei diritti dei migranti e della loro integrazione.

Nella Prima sessione, apertasi il 2 gennaio 2013, la Superiora Generale Sr. Alda Monica Malvessi, presente alle sessioni capitolari, ha salutato le presenti affidando le suore allo Spirito che fa crescere nell’unità come Famiglia scalabriniana ed famiglia ecclesiale, perché in questo momento storico politico e sociale, possiamo “ricordarci di ravvivare il dono di Dio che è in noi” (2 Tim 1, 6)

La Superiora provinciale sr. Lina Guzzo, ha voluto sottolineare che uno degli obiettivi del capitolo provinciale è la preparazione del XIII Capitolo Generale, che si celebrerà il prossimo novembre 2013, in Brasile.  Dopo la lettura della procedura per la realizzazione del capitolo provinciale, l’appello delle presenti come delegate delle diverse comunità in Europa, l’approvazione dell’agenda generale delle attività del XVII capitolo, si è passato allo scrutinio delle indicazioni per le delegate al Capitolo Generale.

Risultano indicate:

Sr. Giuliana Bosini, sostituta delegata Sr. Bruna Birollo

Sr. Etra Modica, sostituta delegata Sr. Ermelinda Pettenon.

Rendiamo grazie a Dio per i risultati ottenuti, si affidano le delegate alla benedizione di Dio.

La II sessione si apre con degli imput, dati dalla Superiora Generale, su cui poi le capitolari si sono confrontate.

Siamo chiamate e costituite per rimanere con Gesù ed essere inviati in missioni, la condizione è rimanere saldi alla roccia Gesù Cristo, perché verranno i venti, si alzeranno le acque, si verrà levigati ma si diventerà conchiglia che contiene la madre perla; rimanendo legati al Signore, si potrà essere segno di contraddizione evangelico nel mondo: “Voi di te…ma io vi dico” (cfr. Gesù).

Oggi l’agnosticismo, l’idolatria del corpo, la forza dei network, la mancanza di solidarietà, fanno un po’ da padroni; occorre esercitarsi delle relazioni, perché per il dono dello Spirito possiamo apprendere l’arte di scrivere vita nuova evangelica tra le luci e le ombre della società di oggi e della vita religiosa.

Una delle strade maestre per l’umanizzazione nelle relazioni è il cammino di riconciliazione con se stessi, con Dio e con gli altri. Animatrici riconciliate, dinamiche e critiche, le quali accompagnate dalla carità possono sviluppare relazioni di fiducia, fare prima di insegnare, mettere il sabato a servizio dell’uomo, dare voce ai problemi dei figli della mobilità umana.

Religiose identificate e appartenenti a una famiglia religiosa ed ecclesiale, che hanno come possibilità di crescita nelle relazioni comunitarie l’amicizia a vari livelli scambio di idee, condivisione spirituale, condivisione di hobbies…; dove questo non fosse possibile allora ricordarsi che per il cristiano la carità resta sempre un dare all’altro in modo incondizionato di vita; questa virtù teologale non affonda le sue radici nella simpatia o negli affetti umani, ma nell’Eucarestia, memoriale della Pasqua del Signore. Le singole religiose attaccate alla roccia che è Cristo, formano la perla preziosa unica che tutti ammirano l’apostolato e la testimonianza comunitaria.

 I lavori di gruppo del pomeriggio focalizzeranno lo studio sulla ricerca di iniziative e strumenti in vista dell’unità nello Spirito  e nella sfida della riqualificazione.

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ZENIT Staff

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