Violenze a Bangui: "Si avverte la bestialità umana"

Aumentano gli attacchi e le rappresaglie nella Repubblica Centrafricana. Oltre 370.000 gli sfollati, rifugiati in campi di fortuna allestiti in città. Il 60% sono bambini, vittime di violenze senza precedenti

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Sono oltre 370mila gli sfollati a Bangui, nella Repubblica Centrafricana. La situazione nel paese continua a peggiorare e centinaia di civili cercano in queste ore di raggiungere i campi allestiti presso missioni e parrocchie per mettersi al riparo da nuovi attacchi e dalle violenze della guerra che sta devastando questa terra. 

Il 60% dei profughi sono bambini. A denunciarlo è l’alto commissariato dell’Onu per i rifugiati (Unhcr), che ha censito in tutto il Paese 935.000 sfollati, sottolineando però che diverse persone sono fuggite nella boscaglia rendendo difficile sia la loro individuazione sia l’azione degli operatori umanitari. I minori sono inoltre le principali vittime della guerra. Souleymane Diabate, rappresentante nel Paese dell’Unicef, fondo dell’Onu per l’infanzia, ha parlato nei giorni scorsi di violenze contro di loro senza precedenti. Secondo Diabate – riferisce L’Osservatore Romano – “sempre più bambini vengono reclutati in gruppi armati e sono presi direttamente di mira in atroci attacchi di rappresaglia”. Lo stesso Unicef ha registrato, nell’ultimo mese, a Bangui, sedici casi di uccisioni deliberate di bambini, alcune in modo atroce, e 60 casi di sparatorie, in cui minorenni sono stati gravemente feriti.

Metà degli sfollati, informa ancora il quotidiano della Santa Sede, si trovano nel territorio urbano della capitale Bangui. Secondo l’Unhcr, al momento 512.672 persone alloggiano in 67 campi di fortuna allestiti in città. Oltre 100.000 persone si trovano nel campo profughi nei pressi dell’aeroporto, dove sono acquartierati sia il contingente militare inviato da Parigi che quelli della Misca, la missione inviata dai Paesi confinanti e passata il 19 dicembre scorso, per mandato del Consiglio di sicurezza dell’Onu, sotto il comando dell’Unione africana. Agli sfollati interni si aggiungono i circa 240.000 rifugiati all’estero, nella Repubblica Democratica del Congo, nella Repubblica del Congo, nel Ciad e nel Camerun. 

“Con l’arrivo delle truppe straniere – riferisce un sacerdote da Bangui alla ANS, l’agenzia di informazione dei salesiani – si ha l’impressione di una certa sicurezza, però i soldati proteggono solamente lo spazio del centro città, i quartieri periferici al momento non godono di nessuna sicurezza”. I due campi di Bangui dei salesiani – informa invece il Sir – ospitano attualmente 60 mila sfollati. Il numero di persone continua però ad aumentare, come pure la violenza che provoca un rallentamento della consegna di cibo, acqua, medicinali e l’assistenza sanitaria.

“Ieri ci sono stati combattimenti con morti e molti feriti – racconta un altro salesiano – di questi ultimi ne abbiamo potuto accogliere solo tre. Uno molto grave e non so se sopravvivrà. Ieri si è dovuto evacuare l’ospedale comunitario. L’evacuazione è un rischio perché si incontrano persone armate sulle strade”. Addirittura, dichiara il religioso: “Vi sono giovani con machete e armi pronti al combattimento. Si avverte la bestialità umana. Si vede sui loro volti quanto violento può essere l’uomo. Viviamo in un tasso di insicurezza inspiegabile. Tutto può essere motivo di malinteso. Soprattutto per la gente semplice”. 

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ZENIT Staff

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