Vietnam: la Chiesa denuncia gli ultimi arresti di cattolici

La Commissione Giustizia e Pace della diocesi di Vinh ha diffuso un comunicato

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

ROMA, venerdì, 13 gennaio 2012 (ZENIT.org) – Da fine luglio alla fine dell’anno 2011, la Pubblica Sicurezza ha arrestato in Vietnam 17 cattolici, di cui la maggioranza provenienti dalle diocesi di Vinh e di Thanh Hoa. Questi arresti, come sottolinea il sito Eglises d’Asie (13 gennaio), effettuati senza mandato, non erano in conformità con la legge del Paese comunista.

Come ricorda l’agenzia di informazione delle Missioni Estere di Parigi, i 17 cattolici in questione sono stati arrestati, a volte per strada, a volte nelle università dove studiavano, spesso da agenti in borghese. Inoltre, sono spesso stati tirati in trappola con appuntamenti falsi o inviti fasulli. Solo dopo il loro arresto, a volte anche a distanza di varie settimane, le famiglie sono state informate sia dei motivi che del luogo di detenzione.

Senza pregiudicare la presunzione d’innocenza o di colpevolezza delle persone arrestate, la Commissione “Giustizia e Pace” della diocesi di Vinh ha denunciato in un comunicato diffuso l’11 gennaio il carattere illegale dei fermi. La commissione mette in dubbio anche la legittimità di un potere che permette tali reati. Eglises d’Asie ha tradotto il testo del comunicato.

                                                               ***
 
Il Concilio Vaticano II riconosce il carattere laico ed indipendente delle attività sociali e politiche. Nel loro campo specifico, la comunità politica e la Chiesa sono indipendenti l’una dall’altro ed autonome. Tuttavia, a titolo diverso, ognuno è al servizio dell’uomo nella sua vocazione personale e sociale (GS 76). Per questo, in conformità al dialogo e allo spirito di collaborazione raccomandati da Benedetto XVI alla Conferenza Episcopale del Vietnam, riteniamo necessario di rendere pubbliche le seguenti considerazioni.

In date diverse, il 30 luglio, il 3 agosto, il 5 agosto, il 7 agosto, il 16 agosto, il 27 agosto, il 5 settembre, il 19 settembre, il 24 dicembre e il 29 dicembre 2011, nelle province di Ho Chi Minh City, Da Nang e Nghe An, le autorità hanno arrestato delle numerose persone, per la maggior parte dei cattolici della diocesi di Vinh. Gli arresti sono avvenuti in segreto e non sono stati conformi alle procedure previste dalla legge.

Infatti, il Codice di procedura penale del Vietnam, nell’articolo 80, stabilisce che tutte le forme di arresti – quando non si tratta di arresti in flagranza – devono essere strettamente in conformità con le seguenti disposizioni: «Il mandato d’arresto deve portare chiaramente la data, il nome e la posizione della persona che ordina l’arresto, il nome, l’indirizzo di chi viene arrestato e il motivo del suo arresto. Il mandato d’arresto deve avere la firma e il sigillo di chi l’ha rilasciato. La persona incaricata dell’arresto deve leggere il mandato d’arresto, spiegare i diritti e i doveri della persona arrestata e redigere un verbale dell’arresto.

Quando si effettua l’arresto di una persona a casa, è necessario che dei rappresentanti delle autorità del comune, del distretto, della città siano presenti e che i vicini della persona arrestata siano testimoni. Quando l’arresto avviene nel luogo in cui la persona esercita la sua professione, un rappresentante dell’organismo dove la persona lavora deve esserne testimone. Quando l’arresto avviene in un altro luogo, deve essere effettuato in presenza di rappresentanti del comune, del distretto o della città dove ha luogo».

L’articolo 80 stabilisce che è obbligatorio redigere pubblicamente un verbale dell’arresto: «Chi effettua l’arresto deve in tutti i casi redigere un verbale. Questo deve includere portare chiaramente l’ora, la data e il luogo dell’arresto nonché il luogo dove è stato redatto il verbale. Deve inoltre documentare ciò che è accaduto, lo svolgimento dei fatti durante l’arresto, gli oggetti e i documenti che sono stati sequestrati, nonché le dichiarazioni delle persone arrestate. Il verbale deve essere letto alla persona arrestata e ai testimoni dell’arresto. La persona arrestata, l’autore dell’arresto e i testimoni devono firmare in fondo al verbale. Se qualcuno ha un’opinione diversa o è in disaccordo con il contenuto del verbale, ha il diritto di annotarlo nel verbale e di firmare».

L’articolo 85 obbliga i responsabili di informare al momento dell’arresto le persone interessate: «La persona che ordina l’arresto, la commissione l’inchiesta che accoglie la persona arrestata deve immediatamente avvisare la famiglia e le autorità del comune, del distretto o della città, o l’organismo, l’organizzazione dove la persona arrestata risiede o lavora».
 
La Dichiarazione Internazionale dei diritti dell’uomo del 1948 delle Nazioni Unite, un’organizzazione di cui il Vietnam è membro dal 20 settembre 1977, stipola: «Nessuno deve essere arrestato, detenuto o trattenuto arbitrariamente».

La Convenzione internazionale dei diritti civili e politici adottata nel 1966, entrata in vigore nel 1976, alla quale il Vietnam ha aderito il 4 settembre 1982, afferma nell’articolo 9 per quanto riguarda l’arresto e la detenzione: «Ogni individuo ha diritto alla libertà o alla sicurezza della propria persona. Nessuno può essere arbitrariamente arrestato o detenuto (…). Chiunque sia arrestato deve essere informato, al momento del suo arresto, dei motivi dell’arresto medesimo, e deve al più presto aver notizia di qualsiasi accusa mossa contro di lui».

La Costituzione vietnamita del 1992, emendata nel 2001, afferma nell’articolo 71 che il divieto di arresti arbitrari e la detenzione è uno dei diritti assoluti e inviolabili del cittadino: «Nessuno può essere arrestato senza decisione del tribunale popolare, o senza decisione o approvazione della procura popolare, ad eccezione dei casi di flagranza. L’arresto e la detenzione di persone devono essere conformi alla legge».

Tuttavia, gli arresti menzionati qui sopra, che hanno colpito in totale 17 cittadini cattolici e protestanti sotto forme diverse, sono stati tutti in violazione con le disposizioni del Codice di procedura penale citata qui sopra. Il verdetto sulla colpevolezza o innocenza dei 17 arrestati sarà emesso dal giudice. La questione da chiarire qui è di sapere se il loro arresto e la detenzione da parte degli organi di sicurezza si sono svolti in conformità o in violazione della legge.

L’opinione pubblica è molto insoddisfatta e persino irritata di vedere le autorità di uno Stato di diritto arrestare in modo talmente arbitrario dei cittadini. Arrestare delle persone per motivi definiti è un obbligo per i detentori del potere o le forze di sicurezza. Ma i legittimi detentori del potere non dovrebbero permettere di effettuare degli arresti in violazione con le disposizioni della legge, perché questo fa perdere la sua legittimità ad uno Stato di diritto e fa pensare alla popolazione che la loro sicurezza non è più assicurata. Questo modo di agire è in violazione con le convenzioni internazionali, la Costituzione nonché con le leggi vietnamite.

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

ZENIT Staff

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione