Vicario Generale dei Frati Minori: l'amore di Cristo, "unica ricchezza che riempie l'esistenza"

Nel 125° anniversario della fondazione delle suore Francescane Angeline

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di Roberta Sciamplicotti

ROMA, domenica, 19 ottobre 2008 (ZENIT.org).- Solo l’amore di Cristo può riempire l’esistenza umana, ha affermato questa domenica a Roma padre Francesco Bravi, Vicario Generale dell’Ordine dei Frati Minori, in occasione del 125° anniversario di fondazione delle suore Francescane Angeline.

Le Angeline costituiscono una famiglia francescana fondata da Madre Chiara Ricci, che fin dall’inizio la pose sotto la protezione della Madonna degli Angeli in ricordo della chiesa della Porziuncola, dove San Francesco d’Assisi iniziò la famiglia dei Frati Minori, accolse i primi passi del cammino di Santa Chiara e morì il 3 ottobre 1226.

La Porziuncola è un “elogio del perdono, santuario della riconciliazione”, il luogo in cui “la misericordia di Dio diventa sorgente di vita” per gli uomini, ha spiegato padre Bravi.

Sulla scia di Giovanni Paolo II nella Lettera Apostolica Novo Millennio Ineunte, il Vicario Generale ha esortato le Francescane Angeline a “fare memoria grata del passato, vivere con passione il presente e aprirsi con fiducia al futuro”, nella “fedeltà creativa” al carisma della fondatrice.

In vista del prossimo anno, quando si celebreranno 800 anni dall’autorizzazione data a Francesco d’Assisi da Papa Innocenzo III a portare avanti la sua nuova realtà religiosa, ha ricordato che da quel lontano 1209 c’è stato “un fiorire di nuovi e interessanti modi” di vivere il carisma francescano, uno dei quali è quello della famiglia fondata da Madre Chiara Ricci.

In questo contesto, ha esortato le suore che si ispirano a lei a “riscoprire la vitalità e l’attualità di un carisma” perché “ancora oggi il Vangelo venga conosciuto e annunziato”

“Il significato e il compito” del cristiano nel mondo, ha osservato, è quello di costruire una comunità fondata “sul volere di Dio e lo Spirito del Vangelo”.

Il cristianesimo, ha aggiunto, “non chiede di dimenticare la terra e i beni terreni”, ma di “trasformarli in spazio per l’agire dello Spirito del Signore”.

Il Vicario Generale dei Frati Minori ha quindi esortato a “salvaguardare in ogni situazione, anche politica, il primato di Dio”, perché “niente può arrogarsi di essere l’assoluto”.

Da questo punto di vista, ha osservato, la fondatrice delle Francescane Angeline ha lasciato l’esempio di “cosa significhi nella vita dare a Dio il primato” con la sua esistenza “vissuta alla luce di una grande consapevolezza: Dio sa quello che fa”.

“Adoriamo e abbracciamo il suo divino volere”, esortava Madre Chiara.

Le conseguenze di questa scelta, ha sottolineato padre Bravi, sono numerose, partendo dall’opzione speciale per la povertà. La scelta di rinunciare a tutto per Dio, ha constatato, deriva dal fatto di sapere che “l’amore di Cristo è l’unica ricchezza che riempie l’esistenza”.

Accanto alla povertà si colloca la carità, che Madre Chiara definiva “la maggiore, la principale, la regina di tutte le virtù”.

San Francesco, ha spiegato padre Bravi, ricordava che la carità consiste nell’amore reciproco, e che “ci si deve amare più di quello che una madre ama i suoi figli”.

Per questo motivo, ha evidenziato, “si mette al primo posto Dio se si vivono amore e carità”.

Dalla scelta di dare a Dio il primo posto nella propria vita scaturiscono inoltre l’obbedienza, che per Madre Chiara deve essere “pronta, esatta, semplice, allegra e pacifica”, e il buon esempio, perché il mondo si aspetta dalla religiose “una vita virtuosa, santa e perfetta”.

Da ciò deriva anche il distacco dalla mondanità. “Non siete più del mondo ma di Dio, non siete più della terra ma del cielo, non più imparentate con le persone ma con i santi del cielo”, diceva la fondatrice alle sue consorelle.

“Da voi ci si aspettano cose grandi – aggiungeva -. Tutti aspettano”.

Al termine della celebrazione, è stata benedetta un’icona rappresentante la Porziuncola, che per un anno peregrinerà per tutte le fraternità.

“Che quest’anno sia un tempo di grazia per crescere in Cristo, occasione per vivere una fede operosa, una carità che si fa dono e servizio, per vivere una perseverante speranza”, ha concluso il Vicario Generale.

Per ulteriori informazioni, www.angeline.it

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ZENIT Staff

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