Viaggio al cuore monumentale della fede (Undecima e ultima parte)

La Basilica di San Pietro. L’interno

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Per coloro i quali si trovano a rimirare da vicino il Baldacchino del Bernini, ad un certo punto sono attratti dalla luminosità che proviene dall’alto, una luce tenue che si diffonde mettendo in evidenza apparentemente soltanto gli elementi principali. Alzando incuriositi lo sguardo si scorgela Cupolamaggiore, la cui superficie è formata da 16 costoloni scanditi da sei porzioni, con 96 figure racchiuse in campiture trapezoidali e rotonde con 65 cartoni dipinti a tempera a grandezza naturale. La luce proviene dall’occhio della lanterna, circondato da otto teste di angeli e dal Padre Celeste. All’interno di tre cerchi concentrici si distribuiscono gli angeli, con  i Serafini i più vicini al trono di Dio, angeli in adorazione nella parte centrale (teste dorate circondate da sei ali azzurre su uno sfondo stellato) e altri angeli in atteggiamento di preghiera.

Sotto la cupola c’è la Confessione, il luogo che protegge la Tombadi San Pietro. Una doppia rampa di 16 gradini conduce al settore inferiore, formato da un’esedra scandita da 74 balaustre che si alternano a 24 piccoli pilastri decorati da ‘specchiature’ in alabastro e marmo bianco e nero. 

Posto al di sopra della Confessione si eleva l’Altare papale, che non si trova al centro della cupola ma è spostato verso l’abside e rivolto ad oriente, come era consuetudine nelle basiliche paleocristiane. Destinato esclusivamente al Sommo Pontefice o ad un suo rappresentante, venne commissionato da papa Clemente VIII nel 1594 completando in questo modo il settore basilicale.

La navata centrale, simbolo magnifico dell’equilibrio strutturale della basilica, rappresenta indubbiamente l’elemento architettonico di maggiore attrattiva. La fuga dello sguardo per chi entra è infatti indirizzata verso l’abside e prima ancora al baldacchino ‘berniniano’ a prescindere dal punto in cui si entra. Questo naturalmente non deve indurre il fedele/visitatore a trascurare le navate laterali, ricche anch’esse di una magnificenza artistica qui abbondantemente impiegata.

Il primo monumento che si intercetta percorrendo la navata laterale di destra è la cappella della Pietà, nella cui area è visibile il retro della Porta Santa, corrispondente ad una parete ricoperta con intonaco. La cappella della Pietà era un tempo dedicata al Crocifisso perché era presente una scultura lignea con il Cristo morente, inserita sulla croce di marmo che è ancora visibile sul fondo. Il gruppo scultoreo della Pietà, realizzata in giovane età da Michelangelo (aveva appena ventitré anni), venne ultimata nel 1499. Da sempre considerata il capolavoro assoluto di Michelangelo, riporta incisa nella cintura l’iscrizione ‘Michael Angelvs Bonarotvs florent(inus) faciebat’.

A metà della navata è visibile la cappella del Santissimo Sacramento (anche se inizialmente venne concepita per essere destinata ad uso sacrestia), decorata da un prestigioso cancello in ferro disegnato da Francesco Borromini tra il 1629 e il 1630, presenta al centro un altare, al di sopra del quale è il Ciborio di Gian Lorenzo Bernini, inizialmente commissionato da Urbano VIII nel 1629 ma portato a termine da Clemente X Altieri dopo quasi cinquant’anni.

La navata è chiusa dall’altare di San Girolamo, mentre volgendosi a destra si accede alla cappella Gregoriana, sul cui altare èla Madonnadel Soccorso, la cui tradizione la attribuisce al pontefice  Pasquale II (1099-1118). Troviamo infine la cappella dei Santi Michele Arcangelo e Petronilla, i cui lavori vennero direttamente seguiti dal Michelangelo.

In fondo alla basilica è visibile la cosiddetta Cattedra bronzea di San Pietro, all’interno della quale è custodita una Cattedra realizzata in legno di quercia, la cui tradizione vuole fosse stata la seduta dell’apostolo Pietro durante le prediche. L’involucro bronzeo esterno, alto7 metri, è circondato da statue bronzee raffiguranti i Dottori della Chiesa greca e latina: Sant’Ambrogio, Sant’Agostino,  Sant’Atanasio e San Giovanni Crisostomo. Nel 1655 Bernini pose sulla sommità un consesso di angeli e putti trala Colombadello Spirito Santo.

Al termine del passaggio a sinistra è presente la cappella della Madonna della Colonna, che custodisce l’immagine della Vergine (datata al XV secolo) disegnata su un tronco di colonna e proveniente dalla navata centrale della basilica costantiniana. Sul lato destro della cappella è visibile l’altare di San Leone Magno che ne custodisce le spoglie, le prime ad essere inumate all’interno dell’antica Basilica.

Sulla parte destra, proprio al di sopra di un’uscita laterale, è visibile il monumento a papa Alessandro VII, realizzato da Gian Lorenzo Bernini e sul fondo di quest’area è presente la cappella Clementina  il cui nome deriva dal committente, il pontefice Clemente VIII Aldobrandini.

Dirigendoci verso l’uscita, a metà della navata laterale di sinistra, è visibile la cappella del Coro, formata da uno spazio rettangolare che si apre all’esterno della navata, destinata alla liturgia corale del clero della basilica, rito ininterrotto fin dal V secolo. Poco prima dell’uscita è visibile la cappella del Battesimo, opera di Carlo Fontana, che accoglie il fonte battesimale, recintato da una balaustra marmorea con all’interno tre pale in mosaico. Il Fonte battesimale, anch’esso concepito dal Fontana, consiste in un bacile di porfido rosso di riuso (probabilmente molto antico) chiuso da un coperchio in bronzo dorato.

Con questa ultima descrizione termina il lungo (ma mai completo) viaggio nella Basilica di San Pietro, simbolo mistico e religioso non soltanto della Cristianità ma dell’intera umanità.

Paolo Lorizzo è laureato in Studi Orientali e specializzato in Egittologia presso l’Università degli Studi di Roma de ‘La Sapienza’. Esercita la professione di archeologo. 

(La parte decima è stata pubblicata sabato 15 giugno)             

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Paolo Lorizzo

Paolo Lorizzo è laureato in Studi Orientali e specializzato in Egittologia presso l'Università degli Studi di Roma de 'La Sapienza'. Esercita la professione di archeologo.

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