Via Crucis al Santuario della Madonna Nera di Częstochowa

La processione è stata presieduta dall’arcivescovo Wacław Depo, che ha anche realizzato le riflessioni

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La fedeltà a Cristo, la formazione delle coscienze e la sensibilità verso la povertà e la sofferenza del prossimo. Sono questi temi trattati dall’arcivescovo Waclaw Depo, metropolita di Częstochowa, nel corso della Via Crucis del Venerdì Santo che ha presieduto a Jasna Góra, presso il Santuario della Madonna Nera di Częstochowa.

Hanno partecipato centinaia di persone: abitanti di Częstochowa, pellegrini, il clero e le persone consacrate.

“La via che ha percorso Gesù non è un fatto come tanti. Egli stesso è diventato una Via che conduce a Dio”, ha detto l’arcivescovo Depo nelle sue riflessioni. “Il Vangelo è l’incontro con Gesù vivente. Si tratta di un messaggio che richiede una testimonianza di vita”, ha inoltre aggiunto.

Il metropolita di Częstochowa ha ricordato che “colui che segue Cristo e non prende la sua Croce non è suo discepolo. La nostra vita si realizza nella verità della Croce di Cristo”.

“Ogni dubbio nella verità, ogni menzogna e ogni tradimento bisogna chiamarli con il loro nome. Non possiamo perdere il senso del peccato”, la riflessione dell’Arcivescovo Depo alla prima stazione.

Il metropolita di Częstochowa ha suggerito a tutti di formare costantemente la propria coscienza. “Ci sembra che noi siamo i padroni di noi stessi. Oggi la coscienza è come la voce di Dio. Ciò che è necessario è l’apertura della coscienza alla verità di Dio e dell’uomo”, ha detto mons. Depo alla terza stazione. E ha aggiunto che “la mancanza della coscienza ben formata provoca tante volte il disprezzo di Cristo. Ciò lo vediamo nelle nostre strade o nei musei d’arte, nella vita pubblica in genere”.

Indicando la sofferenza e il dolore di tante persone, mons. Depo ha sottolineato che “siamo spesso nella situazione di Simone di Cirene, per cui entriamo nelle sofferenze dei nostri familiari, amici, delle altre persone per aiutare a portare la loro croce”. “Dobbiamo affrontare la verità di noi stessi – ha aggiunto -, venire a Gesù misericordioso, chiamare il peccato con il suo nome in confessionale, ricominciare di nuovo e diventare un dono per gli altri”.

Alla settima stazione l’Arcivescovo ha chiesto di “opporsi a tutto ciò che separa da Cristo”. Ha invitato a “resistere al potere del male con la forza spirituale del bene”, aggiungendo che “senza Cristo non c’è speranza”.

Il presule ha poi posto l’accento sulla mancanza di pudore, che umilia la dignità umana ed è “contro la castità del cuore”. Pertanto, “Gesù sanguina perché la gente non sente vergogna”, ha aggiunto l’arcivescovo Depo.

Alla fine della Via Crucis i fedeli hanno pregatola Coronadella Divina Misericordia per la pace nel mondo.

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Mariusz Frukacz

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