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Vescovi messicani: "Vogliamo pace e verità. L'arrivo del Papa momento di grazia"

A pochi giorni dal viaggio del Pontefice, la Conferenza Episcopale denuncia in un documento i gravi problemi del paese

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Pace e verità. Di questo hanno bisogno i messicani, non di “statistiche burocratiche”. Così la Conferenza Episcopale del Messico si esprime in un editoriale pubblicato sul sito dell’Arcidiocesi di Messico. A pochi giorni dall’arrivo del Pontefice, i presuli denunciano nel documento i problemi del Paese, pervaso da violenza, narcotraffico, corruzione, crimine organizzato, crisi economicae  debolezza delle autorità a tutti i livelli nel gestione della res publica.
Ma i vescovi non dimenticano l’altra piaga che affligge il paese, ovvero i tanti desaparecidos, rapiti da un giorno all’altro nelle loro stesse case e che non hanno mai più fatto ritorno. Oltre sei milioni di persone – scrive la Conferenza Episcopale citando i dati Onu – tra bambini, adulti e giovani di 18 anni, tutti scomparsi tra il 2006 ed il 2014. A tale dramma, si aggiunge anche quello della “violenza dilagante contro le donne”, mentre gli omicidi aumentano, “nonostante le cifre ufficiali dichiarino il contrario”.
Ad esempio – si legge nel testo – “a gennaio, nello Stato del Michoacán, si sono registrati 52 omicidi violenti”, mentre lo Stato di Guerrero “vive ancora l’incubo dei 43 studenti scomparsi ad Iguala”, a settembre 2014, mentre protestavano contro la corruzione nel Paese. Dura anche la condanna della Chiesa messicana contro “i cartelli criminali” e “l’orrore di molti la cui difesa e rispetto dei diritti umani è solo pura intenzione”.
​I presuli guardano tuttavia con speranza al viaggio apostolico di Papa Francesco in programma dal 12 al 18 febbraio. “Sarà un momento di grazia”, affermano, anche per “generare spontaneamente nuovi processi di evangelizzazione della cultura che contribuiscano a rigenerare la vita sociale e rendano la fede più forte di fronte agli attacchi del secolarismo”.
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ZENIT Staff

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