"Verso l'infinito e oltre"

Storie per un manuale dell’ottimismo

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La scienza medica c’informa che quattro italiani su dieci soffrono di disturbi del tono dell’umore: sindromi ansiose, depressive, maniacali, disturbi bipolari, ecc., che sono fonte di disagio esistenziale ed umano.

Un triste primato della civiltà attuale, nella quale – come disse S. Giovanni Paolo II – «Scorgiamo grandi progressi tecnologici, ma non sempre accompagnati da un grande progresso spirituale e morale».

Da tale disagio, tuttavia, è possibile uscire facendo appello ai valori della fede ed interiorizzando una “cultura dell’ottimismo”, capace di sostenerci nelle prove della vita.

È questo il filo conduttore del libro “Verso l’infinito e oltre” (2014, Edizioni If Press, Zenit Books) di cui è autore Antonio Gaspari, giornalista e scrittore, direttore editoriale di ZENIT (www.zenit.org), agenzia di stampa che esce ogni giorno in sette lingue diverse.

Il pessimismo e la depressione sono il male oscuro dei nostri tempi. Come combatterli? Soprattutto in un modo, suggerisce Gaspari: con una contrapposta iniezione di ottimismo!

Ma come?! verrebbe da obiettare: sembra quasi una contraddizione in termini. Come possono coesistere depressione e ottimismo se sono l’una la negazione dell’altro?

È esattamente la domanda alla quale vuole rispondere il libro. Un condensato di cento pagine, che affida alla potenza rappresentativa della sintesi un vasto panorama di vicende umane.

«Qualcuno osserverà che è facile essere ottimisti quando tutto sembra girare per il meglio – scrive Gaspari nell’introduzione – ma il vero ottimista si scopre quando le cose vanno male, quando i problemi diventano incombenti ed urgenti, quando necessita un vero cambiamento». Un’affermazione che, ancorché possa sembrare astratta, viene supportata dall’autore con una serie di esempi autentici che compongono il tessuto narrativo del libro.

Leggiamo nella quarta di copertina: «Un libro per chi cerca l’infinito e non gli basta. Storie per un manuale dell’ottimismo». Ed è appunto di una sequenza di storie che si compone il libro: storie esemplari per il loro valore testimoniale ed umano. Eccone alcune.

Olivier Messiaen, uno dei più grandi musicisti del ‘900, detenuto nel campo di concentramento nazista di Gorlitz dove compose il “Quartetto per la fine dei tempi”, considerato uno dei più alti esempi di musica cameristica del ventesimo secolo. Ma la cosa più stupefacente – osserva Gaspari – è che «Messiaen non si accontentò di comporre l’opera ma si adoperò per suonarla e farla ascoltare alle migliaia di prigionieri che rischiavano di perdere la dignità di persone».

Nelson Mandela, un combattente per la libertà e per il rispetto della dignità dell’uomo, la cui «testimonianza di umanità è una delle più belle del XX secolo». Nel ricordare la storia di questo grande protagonista del ‘900, Gaspari riporta un aforisma notissimo in rete: «Un vincitore è semplicemente un sognatore che non si è mai arreso».

Padre Jerzy Popieluszko, «testimone e martire di un popolo, quello polacco, che ha sconfitto la dittatura comunista con le armi dell’amore e del vangelo cristiano». Padre Popieluszko – scrive Gaspari – «svolgeva il suo ministero tra gli operai organizzando conferenze, incontri di preghiera anche per medici ed infermieri, assisteva gli ammalati, i poveri, i perseguitati. Era diventato il cappellano di Solidarnosc. […] Cercarono di screditarlo e di accusarlo di cospirazione politica, ma padre Popieluszko non parlava mai di politica, non criticava, spiegava sempre il bene ed il meglio». Il 19 ottobre 1984 venne rapito da tre funzionari del Ministero dell’Interno ed ucciso. Il 6 giugno 2010 fu proclamato Beato. Di questa grande figura di martire, Gaspari ricorda una straordinaria affermazione di fede: «Noi combattiamo il peccato e non le sue vittime».

Ma non ci sono solo i geni, i santi e gli eroi nelle storie narrate da Gaspari; ci sono anche uomini e donne comuni che hanno affrontato le avversità facendo appello alle risorse della speranza e della fede. Da Andreana Bassanetti,  psicologa di Parma, che, dopo la tragedia del suicidio della figlia ventenne, ha reagito al dolore fondando l’associazione “Figli in cielo” per aiutare chi ha subito la perdita prematura di un figlio, alla famiglia Venanzi che, dopo aver rifiutato l’aborto terapeutico della figlia affetta da una gravissima malformazione congenita, ha aperto un sito web che accoglie tutte le famiglie che sono in attesa di un bimbo affetto da ernia diaframmatica.

E la galleria dei personaggi, storici e contemporanei, che hanno vinto le sfide della vita affidandosi alla forza dell’ottimismo potrebbe continuare a lungo: Albert Einstein, Martin Luther King, Steve Jobs, Malala Yousafzai, Alessandro Volta, Silvio Pellico…

Sono storie appassionanti, quelle narrate da Gaspari, che pescano nell’attualità della cronaca come nei grandi movimenti di idee che hanno caratterizzato i decenni e i secoli trascorsi. Vicende che valgono anche a contraddire le ideologie preconcette di alcune analisi storiografiche, dimostrando che, all’origine di ogni grande conquista umana, vi sono i valori di speranza, fede e carità.

Perché leggere questo libro? Perché, oltre ad essere una piacevole lettura, offre importanti spunti di riflessione. Uno di quei rari libri dove il lettore non è un semplice destinatario di emozioni indotte dall’autore, ma diviene compartecipe identificandosi in vicende che, in qualche modo, lo riguardano. Una compartecipazione, appunto, che Antonio Gaspari sollecita nell’ultimo capitolo, invitando il lettore ad inviargli «la sua storia o una vicenda in cui emerga la misericordia di Dio e l’umana carità», ai fini di una possibile pubblicazione su ZENIT.

È facile vedere che l’ottimismo auspicato da Gaspari è un «ottimismo che nasce dalla fede nel potere di Dio». Esattamente quello descritto da José Maria Escriva de Balanguer, fondatore dell’Opus Dei: «L’ottimismo cristiano non è ottimismo dolciastro, e neppure la fiducia umana che tutto andrà bene. È un ottimismo che affonda le sue radici nella coscienza della libertà e nella sicurezza del potere della grazia; un ottimismo che porta a essere esigenti con noi stessi, a sforzarci per corrispondere in ogni momento alle chiamate di Dio».

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Massimo Nardi

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