Verso il VII centenario della morte di Dante Alighieri

Nel nome del “Sommo Poeta”, avviata una nuova collaborazione tra istituzioni vaticane e cultura italiana

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di Antonio D’Angiò

ROMA, giovedì, 8 marzo 2012 (ZENIT.org) – Ieri, mercoledì 7 marzo, nella sede del Palazzetto degli Anguillara in piazza Sonnino a Roma, si è tenuta la conferenza stampa del nuovo Presidente della Casa di Dante in Roma, Cardinale Gianfranco Ravasi, che ha illustrato i progetti in vista del settecentesimo anniversario della morte di Dante Alighieri, che cadrà nel 2021.

La Casa di Dante in Roma, centenaria istituzione della cultura italiana (fondata nel 1913) e impegnata nello studio e nella divulgazione dell’opera di Dante, ha organizzato negli anni più di 1300 lecture dantis, cioè conferenze di studiosi (anche del calibro di Sapegno, Paratore, Petronio, Zingarelli) che hanno letto e commentato uno dei cento canti della Divina Commedia.

Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, ha innanzi tutto presentato e poi raccontato a una numerosa e attenta platea, i motivi della Costituzione del Comitato Scientifico Organizzativo per la realizzazione di eventi ed iniziative nell’ambito delle celebrazioni del VII centenario della morte di Dante Alighieri.

Il Comitato esprime la volontà del Vaticano di celebrare degnamente Dante come già avvenuto per il passato, ricordando a questo proposito l’enciclica di Benedetto XV del 1921 (In Praeclara Summorum), la Lettera Apostolica (Altissimi Cantus) di Paolo VI nel 1965 a conclusione del Concilio Vaticano II e infine alcuni riferimenti fatti da Benedetto XVI nella Introduzione al Cristianesimo, ma anche atti concreti come il restauro del tempietto ravennate che custodisce la tomba di Dante, oppure la donazione della corona d’alloro d’oro all’interno del battistero fiorentino.

Del Comitato fanno parte, oltre al professor Enrico Malato, il quale ha coordinato la conferenza stampa e che affiancherà Ravasi alla direzione della Casa di Dante, anche studiosi dell’Università Cattolica di Milano, dell’Università Federico II di Napoli, delle Università romane Roma 3 e LUMSSA, nonché altre istituzioni culturali come i “centri danteschi” di Ravenna e Verona.

Ravasi, molto attento alla valorizzazione della figura di Dante e delle sue opere in particolare presso i giovani e gli insegnanti, intende impegnarsi con questo comitato alla realizzazione di uno o più eventi l’anno come un percorso di avvicinamento alla preparazione del centenario, cercando altresì di fare sinergia e mettere a raccolta tutte le varie iniziative che già sono in campo sull’argomento.

Questo perché vi è un profondo interesse della Chiesa per Dante, emblema di quel patrimonio culturale e artistico necessario per tutta l’umanità, interesse che non può essere rinchiuso però solo nella dimensione accademica ma che va promosso in maniera rinnovata nel mondo dell’istruzione scolastica e in tutti i luoghi che vedono come protagoniste le giovani generazioni, sino ad arrivare agli oratori ed alla formazione catechistica.

Altro filone di ricerca e approfondimento sarà quello teologico, ritenuto sino ad oggi poco attento all’opera dantesca e che dovrà unire il taglio scientifico e le moderne modalità di studio e divulgazione.

Ha portato il suo saluto alla conferenza stampa anche l’Assessore alle politiche culturali della Provincia di Roma, Cecilia D’Elia, la quale ha rinnovato l’impegno nel collaborare con le Associazioni e con le realtà locali che diffondono la cultura di Dante, citando a questo proposito la prossima nuova sede del “Centro Pio Rajna” all’interno di Villa Altieri all’Esquilino e la manifestazione che si terrà nel mese di maggio a Frascati sulla forza della poesia dantesca.

Nella parte conclusiva, appassionato e coinvolgente intervento del critico d’arte Vittorio Sgarbi il quale, ricordando sia la conoscenza più che decennale con il professor Malato e con il Cardinale Ravasi che la sua ammirazione per i canti del Paradiso, ha concluso affermando che nessuna religione ha prodotto tanta cultura, in termini artistici, letterari, di opere architettoniche, quanto la religione cristiana.

Hanno fornito il loro contributo, infine, anche semplici soci della Casa di Dante e cittadini che hanno auspicato un coinvolgimento di tutti gli associati nelle iniziative di questi importanti eventi e che sia data anche adeguata copertura sui media, in particolare quelli televisivi di maggiore audience, a riprova della grande passione che suscita Dante, almeno in chi lo conosce bene.

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ZENIT Staff

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