"Venite a vedere questo spettacolo"

Intervento dell’Arcivescovo di Milano, cardinale Angelo Scola, in occasione della Professio fidei celebrata ieri, giovedì 8 maggio, in piazza Duomo

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Giovedì 8 maggio le parole e la preghiera dell’Arcivescovo, cardinale Angelo Scola, con la professione corale della fede e il canto assembleare del Regina Coeli hanno concluso la grande serata di piazza Duomo nella quale è culminata la Professio fidei della Chiesa ambrosiana. Pubblichiamo il testo dell’intervento dell’Arcivescovo.

RIVOLTO AL POPOLO

Questa sera noi siamo qui, raccolti nella piazza che è il cuore della nostra città, emblema del Campo che è il mondo.

Come la folla di duemila anni fa, siamo venuti a vedere l’inaudito spettacolo di amore che si consuma per noi.

«Dolce legno, dolci chiodi, che sostengono il dolce peso del nostro Salvatore»: con queste parole, per secoli, i nostri padri hanno adorato la Croce, fisicamente a noi rappresentata dalla Reliquia del Santo Chiodo che trafisse le mani di Gesù.La portò San Carlo nel 1576, quando Milano agonizzava sotto i colpi della peste. La portò nel 1984, chiudendo l’Anno Santo della Redenzione, il Cardinal Martini per implorare la guarigione della città dalle piaghe della violenza, della solitudine, della corruzione. La portò nelle 7 Zone della nostra ampia Diocesi il Cardinal Tettamanzi.

Dopo aver sostato con la Croce nei luoghi più significativi della vita di Milano l’abbiamo portata qui ora perché ci ripeta il suo annuncio potente: nelle piaghe di Gesù sono custodite e sanate tutte le nostre ferite: quelle inferte alla vita e alla famiglia, alla innocenza dei bambini, alla speranza dei giovani, ai diritti dei lavoratori e alla dignità delle donne, alla giustizia, alla pace e alla libertà delle persone e dei popoli.

Davanti all’Amore crocifisso, pieni di gratitudine, vogliamo professare la nostra fede.

RIVOLTO ALLA CROCE

O Dio, tu sei nostro Padre.

Tu sei all’origine della vita del cosmo e della storia e la guidi fino al suo compimento.

Con amore eterno hai cura di tutte le tue creature e non vuoi che alcuna vada perduta.

Ad ogni uomo Tu hai dato l’esistenza. Nell’esistenza ci mantieni, istante dopo istante.

Noi riconosciamo che è così e ti diciamo grazie.

Il tuo unico Figlio, il Verbo eterno di Dio, si è fatto uomo in Gesù Cristo, nascendo dal grembo di una donna, come ognuno di noi, per rivelarci l’amore.

Ciascuno di noi sarebbe rimasto incomprensibile a se stesso, se Tu non gli fossi venuto incontro.

Tu, o Signore Gesù, non hai distolto il tuo sguardo dal nostro male, neanche da quello più ostinato e violento, ma lo hai caricato sulle tue spalle.

Innocente, ti sei lasciato trattare da peccatore e hai pagato al nostro posto. Continui a farlo in ogni luogo e ogni giorno, fino alla fine del tempo, dando la vita per noi sulla croce di tutti gli altari sparsi nel mondo.

Dalle tue piaghe noi siamo continuamente guariti.

Così lentamente, lasciandoci abbracciare da Te, impariamo a guardare alle nostre ferite e a quelle di tutti i nostri fratelli uomini, certi che Tu le puoi sanare.

Umilmente noi ci lasciamo prendere a servizio da Te e diventiamo strumenti del tuo amore.

Noi riconosciamo che è così e ti diciamo grazie.

Tu sei sceso, Signore, negli abissi più bui della nostra condizione umana per eliminare la distanza che ci separa da Te.

Nell’angoscia della malattia e nell’ombra della morte, nella desolazione dell’abbandono e nella pena dei carcerati, nel dolore innocente e nella folle violenza della guerra, nella muta implorazione dei poveri e nel lamento degli affamati, nel calvario degli esiliati e dei migranti, nella straziante gloria dei martiri.

Tu ci hai raggiunto per renderci partecipi della tua risurrezione. E ad ogni uomo ripeti l’invito rivolto ai tuoi discepoli il mattino di Pasqua: “Non abbiate paura”.

Sei asceso al cielo con il tuo vero corpo, presso il Padre, assicurando questo destino di gloria anche a noi.

Dal cielo, o Gesù, tu tornerai alla fine del tempo, come giudice giusto e misericordioso. La disposizione segreta del cuore di ogni uomo verrà svelata e la sua sete di giustizia sarà finalmente colmata.

Noi riconosciamo che è così e ti diciamo grazie.

Ti riceviamo, o Spirito di Gesù risorto, e ci dissetiamo in Te, sorgente perenne di vita e di novità, forza del presente e del futuro. Tu ci rendi fermi nella fede, audacinella speranza, instancabili nella carità.

Signore, che prima di tornare al Padre hai detto: “Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”, Tu sei vivo qui ed ora nella Chiesa, la tua famiglia. Il suo scopo è lasciar trasparire il tuo volto, o Cristo, Luce delle genti. Di ogni uomo e di ogni popolo i cristiani intendono valorizzare esperienza, storia e cultura.

Nel volto dei santi Tu ci mostri che è possibile a tutti essere uomini riusciti, non perché impeccabili, ma perché continuamente riabbracciati dalla tua misericordia.

Noi riconosciamo che è così e ti diciamo grazie.

Nel tuo Spirito noi partecipiamo alla sovrabbondante ricchezza del tuo amore. Egli rende possibile il miracolo dell’unità, tanto desiderato quanto impossibile da ottenere con le sole nostre forze. Lo Spirito vince ogni divisione. Abbraccia ogni diversità trasformandola in ricchezza per la costruzione del tuo Regno.

Santa Trinità, noi ci sappiamo attesi da Te e perdonati. Niente, neanche il nostro peccato, può separarci da Te, se umilmente lo confessiamo.

Santa Trinità, non sei un fortino da espugnare.

Sei una casa piena di porte aperte: noi siamo invitati ad entrare.

Ci hai fatti per Te, Signore, e il nostro cuore è inquieto finché non riposa in Te. Il nostro bisogno di amare e di essere definitivamente amati trova il tuo compimento in Te ora e per sempre. Il rapporto con Te non verrà meno in eterno.

Noi riconosciamo che è così e ti diciamo grazie.

RIVOLTO AL POPOLO

Fratelli e sorelle,

in questo fiume di grazia che è la storia cristiana noi siamo l’ultimo anello della ininterrotta catena delle generazioni. Risalendo di figlio in padre, custoditi dalla schiera innumerevole dei Santi (in particolare questa sera ci piace ricordare, insieme ai nostri Patroni Sant’Ambrogio e San Carlo, i Santi Giovanni XXIII eGiovanni Paolo II) possiamo risalire fino agli apostoli.

Con le parole della più antica Professione di fede, preghiamo insieme:

Io credo in Dio,

Padre onnipotente,

creatore del cielo e della terra;

e in Gesù Cristo, suo unico figlio,

nostro Signore,

il quale fu concepito di Spirito Santo,

nacque da Maria Vergine,

patì sotto Ponzio Pilato,

fu crocifisso, morì e fu sepolto;

discese agli inferi;

il terzo giorno risuscitò da morte;

salì al cielo, siede alla destra di Dio

Padre onnipotente;

di là verrà a giudicare i vivi e i morti.

Credo nello Spirito Santo,

la Santa Chiesa cattolica,

la comunione dei santi,

la remissione dei peccati,

la risurrezione della carne,

la vita eterna. Amen.

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ZENIT Staff

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