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Venezuela. Card. Urosa: “Chiediamo medicinali e il governo ci definisce ‘golpisti’…”

L’arcivescovo di Caracas denuncia l’ostilità del governo nei confronti della chiesa nazionale, proprio quando l’emergenza sociale, alimentare e sanitaria nel paese sta precipitando

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Al termine dell’assemblea dell’episcopato venezuelano, il cardinale arcivescovo di Caracas, Jorge Urosa Savino, ha lanciato un appello perché la gravissima emergenza sociale ed economica nel paese non sprofondi ancora di più.
L’assemblea episcopale nazionale appena conclusa, ha osservato il porporato in un’intervista alla Radio Vaticana, è avvenuta evidentemente nel momento più drammatico per il Venezuela negli ultimi quarant’anni. Per l’occasione, i vescovi hanno denunciato la “enorme scarsità di alimenti”, unita all’impennata dei loro prezzi, con un’inflazione che, rispetto allo scorso anno, è già quadruplicata.
“In questo senso, noi abbiamo invitato il Governo nazionale a risolvere questa problematica e a garantire davvero al popolo venezuelano il diritto all’alimentazione”, ha dichiarato il cardinale Urosa, denunciando la mancanza di ascolto da parte del governo, sia nei confronti del Papa che dei vescovi venezuelani: “Noi, da molto tempo, con un atteggiamento positivo, un atteggiamento rispettoso, abbiamo fatto presente i problemi, gli errori, le soluzioni, ma il Governo non ascolta”, ha detto.
L’esecutivo, ha aggiunto il porporato, si sta mostrando indifferente anche alla richiesta di nuovi carichi di medicinali dall’estero, avanzata dai medici venezuelani. “Già da diversi mesi – ha spiegato Urosa – la Chiesa sta chiedendo al Governo l’autorizzazione, perché arrivino i prodotti – tanto gli alimenti quanto i medicinali – che molte persone all’estero, appartenenti ad organizzazioni non governative o organizzazioni ecclesiastiche, vogliono inviare. Il Governo però nega costantemente questa autorizzazione”. Un atteggiamento “deplorevole”, di cui non si comprendono le ragioni, ha commentato il cardinale.
Altro episodio gravissimo denunciato dall’arcivescovo di Caracas è stata l’aggressione nei confronti di due seminaristi, aggrediti da un gruppo di persone armate durante una manifestazione antigovernativa a Merida.
Invece di ascoltare i rappresentanti della Chiesa, ha sottolineato il cardinale, il governo li attacca con “argomenti assurdi”, tacciandoli addirittura come “golpisti”, sebbene, ha puntualizzato Urosa, “in nessuna maniera, abbiamo partecipato a cospirazioni contro il Governo nazionale”.
Al contrario, la chiesa venezuelana, ha aggiunto il porporato, ha sempre mantenuto una apertura al “dialogo”, con un “atteggiamento positivo”, al fine di “aiutare a risolvere i problemi del popolo venezuelano”, nell’ambito del quale, le tensioni sociali stanno ultimamente sfociando in saccheggi e atti violenti nelle attività commerciali e, in particolare, nei negozi di alimentari.

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ZENIT Staff

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