Venezia, targa slovacca a Cirillo e Metodio nel 1150° anniversario

L’iniziativa è parte di un progetto di Associazione Allegra di Bratislava nel cuore di Venezia, punto di svolta nella missione spirituale dei due Compatroni d’Europa

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Si terrà a Venezia, presso la Basilica di San Pietro di Castello il 30 giugno, alle 10.30, la cerimonia di scopertura di una targa commemorativa dedicata ai SS. Cirillo e Metodio. Creata dal Maestro scultore Marián Polonský, la targa è parte di un progetto di Associazione Allegra di Bratislava, reso possibile con il sostegno di diversi partner della Slovacchia e a Venezia il patrocinio di Patriarcato e Sindaco.

L’iniziativa si inserisce nell‘Anno giubilare dedicato da vari paesi slavi ai SS. Cirillo e Metodio, in occasione dei 1150 anni dal loro arrivo sul territorio della Grande Moravia (863-2013). Saranno presenti per l’occasione autorità slovacche, tra le quali l’Ambasciatore della Repubblica Slovacca, Mária Krasnohorská e mons. František Rábek, Vescovo Ordinario militare, delegato della Conferenza Episcopale della Slovacchia.

Venezia è stata perno delle relazioni tra Occidente e Oriente, da quelle commerciali che ne hanno decretato il successo a quelle culturali che ne hanno per secoli fatto un punto di riferimento e un centro di dialogo tra le due parti del mondo allora conosciuto. Venezia è stata anche tappa fondamentale nella vicenda missionaria di due santi che meglio di altri hanno rappresentato un legame tra Est e Ovest, i fratelli Costantino-Cirillo e Metodio, due forti personalità che nel IX secolo scombinarono le regole del gioco con un’opera di inculturazione di vasta portata.

Greci di Tessalonica, inviati in Grande Moravia nell’863 dal Patriarcato di Bisanzio, più tardi riconosciuti anche dalla Chiesa di Roma, i due santi hanno creato un alfabeto per la lingua parlata dai popoli slavi, e iniziato la traduzione dei libri sacri. Diedero in quel modo avvio nel centro Europa a un attivo fermento culturale, il cui atto di nascita può essere ritenuto la prima opera letteraria slava, il Proglas, introduzione ai Vangeli di san Cirillo. Sulla strada per Roma, dove ebbero il consenso di Papa Adriano II all’uso della lingua volgare nelle funzioni religiose, in contrasto con la tradizione ecclesiastica del trilinguismo (ebraico, greco e latino), ebbero proprio a Venezia nell’anno 867 una discussione pubblica con il dotto clero locale.

Nell’episodio, ricordato nella cronaca della “Vita Constantini” con la definizione di “disputa di Venezia”, san Cirillo in particolare difese strenuamente il diritto dei popoli cristiani slavi alla comprensione della Scrittura, riferendosi al Vangelo di Matteo con le parole: “Non scende forse la pioggia da Dio uguale per tutti e il sole allo stesso modo non brilla forse per tutti, e non respiriamo nell’aria tutti allo stesso modo? E allora come non vi vergognate, di considerare solo tre lingue e a tutte le altre genti e stirpi ordinate di rimanere ciechi e sordi?”.

La tappa di Venezia, che per i missionari doveva soltanto segnare un punto di imbarco, divenne invece un passaggio fondamentale per giungere all’epico risultato della ratifica papale, riconoscendo alla lingua paleoslava una dignità propria in campo culturale e liturgico, anticipando così di mille anni le conclusioni pastorali del Concilio Vaticano II. Il card. Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, riprendendo le parole dell’enciclica Slavorum Apostoli di Giovanni Paolo II, ha ricordato recentemente che la nascita dell’alfabeto di Cirillo ebbe nel mondo slavo un effetto che fu “pari a quello della lingua latina in Occidente”.

È in questo contesto che Associazione Allegra ha pensato di realizzare un progetto nel cuore storico di Venezia, luogo che ha segnato un punto di svolta nella missione spirituale cirillometodiana, nel 1150° anniversario dell’inizio della loro missione in Grande Moravia, sul cui territorio si innesta la Slovacchia contemporanea.

Ai due santi il 30 giugno viene dedicata una targa presso la Basilica di San Pietro di Castello, prima cattedrale della città lagunare e in seguito prima sede del Patriarcato di Venezia. In un’Europa contemporanea che fatica oggi a riconoscersi cristiana, la Slovacchia afferma con forza il significato straordinario dell’opera dei due santi nella sua storia e nella società, elemento che per molti slovacchi costituisce la base di un forte senso identitario nazionale. Tra le molte iniziative realizzate in Slovacchia in quest’anno giubilare, il cui culmine sarà la Festa nazionale del 5 luglio 2013 a Nitra, il progetto di Venezia si contraddistingue per un significato più ampio di relazioni storiche del territorio slovacco con l’Europa, e con l’Italia in particolare, quasi un millennio prima che nascesse un’idea chiara della nazione Slovacca.

L’iniziativa di Associazione Allegra, seguito di un simile progetto realizzato a Ravenna, ha il patrocinio del Patriarcato di Venezia, Città di Venezia, Ambasciata della Repubblica Slovacca, Conferenza episcopale della Slovacchia, e ha il sostegno di Ministero della Cultura della Repubblica Slovacca, Ministero degli Affari esteri ed Europei della Repubblica Slovacca, Slovenske elektrarne – membro del Gruppo Enel, Nadácia (Fondazione) VÚB, Jozef Behýl. L’idea iniziale è di Stanislav Bajaník, PhDr.

Il Maestro scultore Marián Polonský è autore di molte opere dedicate ai santi fratelli missionari, e alcune di esse si trovano all’estero: quella che ricorda con maggiore orgoglio è una targa presso la Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma, luogo ove Papa Adriano accolse i fratelli greci e accordò loro il suo assenso alla celebrazione liturgica in paleoslavo. La targa di Venezia è un manufatto in pietra d’Istria con i busti dei santi e la croce patriarcale (uno dei simboli nazionali della Slovacchia) in bronzo.

La cerimonia di scopertura avverrà nel corso della celebrazione eucaristica solenne della Sagra di San Pietro di Castello, la maggiore manifestazione di questo genere a Venezia frequentata da migliaia di persone.

Maggiori informazioni sul sito www.allegraweb.eu.

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ZENIT Staff

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