Vasi di trasfigurante amicizia

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio — Gv 15,9-17

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Lettura

La Chiesa, che affonda le radici nel Mistero di Dio, è essa stessa Mistero. Non è una pura e semplice società, strutturata umanamente, fondata secondo i canoni delle società umane: la sua origine, il suo riferimento, la sua realtà profonda è in Dio. Essa è un evento di Dio e del suo Cristo, e proprio per questo si ritrova in Dio e nel modello trinitario. La Chiesa è una realtà d’amore che affonda le sue radici in Dio, Trinità d’Amore.

Meditazione

La Chiesa esprime il suo mistero di comunione nella reciprocità relazionale fra i soggetti che la compongono. La Chiesa è popolo di Dio che cammina insieme, che si aiuta con le caratteristiche della complementarietà, della reciprocità, della condivisione. Nella Chiesa, i cristiani trovano la loro verità nel riconoscimento reciproco, che diviene perciò anche reciproca ri-conoscenza, perché ciascuno dona all’altro la sua autenticità, perché ciascuno dall’altro viene rivelato nella sua propria soggettività. La ri-conoscenza indica i sentieri di una condivisione, faticosa e per nulla scontata, e di una collaborazione nella missione che ricerchi l’autenticità della reciprocità senza misconoscere le differenze. Questa tensione fra reciprocità e differenza permette di edificare nella Chiesa una comunità delle relazioni autentiche che ci viene incontro dal futuro della speranza. Essa ci apre alla considerazione di quel noi, misura di ogni relazione io-tu, che consente piena comunione e corresponsabilità anche nella missione: «Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto». Tuttavia, a un crescente desiderio di fraternità e condivisione, al bisogno di uscire dal solipsismo umano e pastorale, non sempre corrisponde l’umiltà e il coraggio di cercare vie di comunione, di forzare la barriera della timidezza e del privato per aprirsi alla comunione della fede e alla fraternità della comune umanità in una squisita e gratuita relazione con gli altri. Perciò restiamo spesso “contratti” nel nostro io anche se questo non ci lascia contenti. «Vi ho chiamati amici…»: l’amicizia è trasparenza dell’amicizia di Dio, è un rapporto in cui si dà e si riceve se si è aperti all’altro come dono da accogliere in tutta la sua unicità e originalità. Solo così si genera quella mutua amicizia e quella relazione di amichevole intesa che dà volto e credibilità alla cristiana comunità.

Preghiera

Signore Gesù, ti adoro e ti rendo grazie, perché nel tuo sì d’amore trovo il coraggio di dire sì all’amore. Nel calice del mio cuore sii l’Ospite d’inebriante amicizia. Nell’ostia del mio corpo sii respiro d’affascinante purezza. Perché in te il mio nome sia Amore, o Signore. Amen.

Agire

Oggi pregherò in particolare per tutti i miei amici e chiamerò e curerà gli amici che da tempo ho trascurato.

Meditazione a cura di mons. Mario Russotto, vescovo di Caltanissetta, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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