Vademecum della CEI per la pastorale verso gli ortodossi

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ROMA, mercoledì, 3 marzo 2010 (ZENIT.org).- A fronte del crescente fenomeno migratorio in Italia, la Conferenza episcopale del paese ha pubblicato questo martedì sul suo sito web (www.chiesacattolica.it) un vademecum “per la pastorale delle parrocchie cattoliche verso gli orientali non cattolici”, ovvero verso gli ortodossi.

Il documento, destinato prevalentemente ai parroci, agli operatori pastorali e ai responsabili delle istituzioni educative cattoliche, raccoglie e organizza tutta la disciplina vigente nella Chiesa cattolica sui “corretti rapporti” con i fedeli appartenenti alle diverse Chiese ortodosse, soprattutto per quanto riguarda l’amministrazione dei sacramenti (battesimo, confermazione, eucaristia, penitenza, unzione degli infermi), i matrimoni misti e l’ammissione dei fedeli alla piena comunione nella Chiesa cattolica.

In particolare, la prima parte del vademecum presenta, in modo sintetico, alcuni elementi dottrinali utili per comprendere il profilo delle Chiese orientali non cattoliche in Italia, mentre la seconda parte intende offrire alcune indicazioni relative alla condivisione del culto liturgico sacramentale.

I Vescovi hanno ritenuto necessario mettere a punto questo strumento anche alla luce dei dati sull’immigrazione del 2009, secondo cui i cittadini stranieri regolarmente presenti in Italia ammonterebbero a circa quattro milioni e mezzo (la metà circa di questi sono cristiani, mentre i fedeli ortodossi, secondo le stime del 2008, sono circa un milione centotrentamila).

“Questa nuova realtà – è scritto nell’introduzione – cambia anche i termini dei rapporti ecumenici nel nostro Paese”. “Infatti, il numero dei fedeli è tale da rendere impossibile alle comunità orientali, che pure vanno progressivamente strutturandosi, di fare fronte compiutamente alle loro esigenze spirituali e pastorali”.

“È dunque urgente considerare le conseguenze pastorali e giuridiche della presenza dei fedeli orientali non cattolici all’interno delle comunità cattoliche – si aggiunge –, a motivo dei contatti che si instaurano, per rispondere in maniera corretta alle richieste che essi presentano”.

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ZENIT Staff

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