"Uscire dai propri confini, annunciare il Vangelo, edificare la Chiesa"

Nel suo secondo intervento all’incontro dei Vescovi brasiliani a Rio de Janeiro, il card. Filoni indica i tre passaggi attraverso cui la Chiesa locale può partecipare alla missio ad gentes

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Uscire dai propri confini, annunciare il Vangelo, edificare la Chiesa. Questi i tre principi su cui la Chiesa deve orientarsi per partecipare alla “missio ad gentes” e compiere il suo originale mandato. A dirlo è il cardinale Fernando Filoni, Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei popoli, durante la sua seconda relazione al corso di studio che vede ogni anno riunirsi 97 Vescovi brasiliani a Rio de Janeiro per approfondire temi legati al Concilio Vaticano II.

Ieri, il porporato si era soffermato sulla visione conciliare della vocazione missionaria della Chiesa come espressa dal Decreto sull’Attività Missionaria della Chiesa ‘Ad Gentes’, nel 1965. Nel suo secondo intervento, riferisce l’agenzia Fides, ha proseguito la riflessione concentrandosi in particolare sulla partecipazione delle Chiese locali alla missio ad gentes. 

“La Chiesa di cui parla il Concilio è la comunità ecclesiale che, radicata nella storia, percorre i cammini degli uomini e delle donne di ogni epoca, fino al compimento della storia stessa”, ha detto Filoni. Il Vaticano II, ha soggiunto, “inquadra l’identità missionaria della Chiesa nel mistero trinitario e in quello cristologico, correlandola intrinsecamente con la salvezza compiuta in Cristo, di cui la Chiesa è segno e strumento”. 

Il Prefetto di Propaganda Fide ha quindi richiamato quanto la costituzione Lumen Gentium afferma sulla natura missionaria della Chiesa, sottolineando che “l’affermazione della natura ecclesiale essenzialmente missionaria va riferita alla Chiesa sia universale, sia locale e/o particolare”. La Chiesa – ha detto – fedele al mandato del Signore e animata dallo Spirito, “continua a mandare araldi del Vangelo, fino a che le nuove Chiese siano pienamente costituite e continuino a loro volta l’opera di evangelizzazione”.

Sono tre, dunque, i passaggi tra loro correlati che indicano come la Chiesa locale possa partecipare alla missio ad gentes: “Uscire dai propri confini, annunciare il Vangelo, edificare la Chiesa”. “L’espressione ‘uscire dai propri confini’ – ha spiegato Filoni – allude a un movimento che non equivale al solo lasciare uno spazio geografico per abitarne un altro… implica anche una dislocazione di tipo culturale… tale dislocazione culturale può avvenire anche all’interno di uno stesso territorio o in spazi virtuali”.

Il secondo riferimento è al mandato missionario: “Inviato dal Padre, Cristo invia a sua volta i propri apostoli/discepoli, trasmettendo loro quel potere che lui stesso ha ricevuto dal Padre e donando loro il suo Spirito. Si tratta di un invio che vincola la Chiesa e i suoi membri in maniera non estrinseca, anche se le fasi, i tempi, i contenuti e le finalità della missione non dipendono dall’inviato, ma da colui che invia”.

Quindi il cardinale ha rimarcato l’importanza di due aree per la partecipazione della Chiesa locale alla missio ad gentes: l’attenzione agli ambiti e la messa in atto di processi dialogici. Per sviluppare il tema dell’annuncio del Vangelo, il cardinale ha poi preso come riferimento il capitolo 2 degli Atti degli Apostoli, rilevando come elemento essenziale il concetto che “l’annuncio kerigmatico che crea la Chiesa-comunione interpella l’essere umano nella concretezza sia della propria esperienza personale, sia della propria appartenenza a uno specifico contesto culturale”, quindi ha ribadito “l’impegno della Chiesa locale in ordine all’inculturazione e contestualizzazione dell’annuncio evangelico”.

Il concetto di edificare la Chiesa, infine, non è da intendere meramente dal punto di vista quantitativo, anzi – ha precisato il porporato – “la missio ad gentes richiede oggi un supplemento di riflessione sulla figura di Chiesa, individuandone tratti caratterizzanti che più adeguatamente ne esprimano la vera natura e missione nell’odierna temperie”. Indicando quindi tali tratti, il Prefetto del Dicastero Missionario ha quindi invocato una Chiesa che sia “responsabile e accogliente”, “decentrata e dinamica” e “al servizio del Regno”. (S.C.)

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ZENIT Staff

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