Urge difendere l'immenso valore dell'uomo

Dinanzi a fatti di cronaca che avviliscono la dignità umana, va riscoperto l’impegno a rendere visibile il mondo nello splendore che Dio gli ha riservato

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Non c’è al mondo più cosa grande e meravigliosa della vita di un uomo! Se ci guardiamo attorno non facciamo certo fatica ad incrociare mille questioni giornaliere che vanno in tutt’altra direzione. Si abbattono aeri civili e nessuno sa chi siano i responsabili; muoiono bambini che giocano a pallone sulla spiaggia, ma viene spiegato che si tratta solo di errori casuali. Si massacrano intere generazioni perché credenti nel Cristo dell’amore, della pace e della fratellanza tra i popoli o anche se orientati ad altra visione dell’esistenza umana.  Vecchie fazioni si attrezzano, con rancori storici e disprezzo per la vita degli innocenti, con l’idea di cancellare interi Stati. Si assiste persino a manifestazioni di protesta contro due giovani sposi, poiché la storia dei loro popoli non ammette il loro matrimonio. La donna in ogni continente subisce sempre di più l’orrore di un maschilismo strisciante; a volte apertamente violento e dispotico, altre mitigato da una falsa libertà. I bambini vengono utilizzati come oggetti qualsiasi. Chiare le parole del Santo Padre in merito: “Decine di milioni di bambini sono costretti a lavorare in condizioni degradanti, esposti a forme di schiavitù e di sfruttamento, come anche ad abusi, maltrattamenti e discriminazioni. Auspico vivamente che la comunità internazionale possa estendere la protezione sociale dei minori per debellare questa piaga”.

Le ingiustizie ufficiali crescono a dismisura, mentre quelle sotterranee strisciano nel ventre falsato della società, quasi a “istituzionalizzare” un vergognoso approccio alla realtà di ogni essere umano. Comportamento giustificato  dalla difesa ad oltranza di  interessi materiali e politici, che solo una vocazione al male può sostenere e amplificare senza colpo ferire. Intanto, grazie a Dio, Papa Francesco, visitando la Corea del Sud, dice ai potenti vicini e lontani che il cristiano non si muove per conquistare i popoli, ma solo per aiutare il mondo a vivere una dimensione dell’uomo e del lavoro, in una più sicura e necessaria dignità. La vita umana, senza citare tanti altri assurdi avvenimenti, si veste certo di nuovo, ma spesso sguazza nel suo più antico discredito, affossando di conseguenza il senso vero delle conquiste sociali ed economiche attuali. Perché non si parte dall’uomo, prima di erigere qualsiasi cosa che lo riguardi? Perché il Vangelo viene nascosto dietro teorie prive di significato,  dirette a ipnotizzare le menti e le azioni di singoli o di intere comunità? Cristo ci ha insegnato, con le sue opere, che la vita di un uomo vale molto di più di mille interessi particolari che, in apparenza, si presentono come la salvezza generale di un gruppo o di un popolo intero. L’uomo viene prima di ogni cosa, vale più di tutte le economie della terra.

A proposito il teologo Costantino Di Bruno commenta:“Il mondo però così non pensa, non vuole, non desidera. Per questo rifiuta Cristo. Cristo rifiuta la loro mentalità contro l’uomo. L’uomo rifiuta Cristo e lo allontana da sé”. Senza la Parola di Cristo è tutto più difficile e diventa scandalo anche il miracolo che libera un uomo da una legione di demoni nel paese dei Gerasèni. La reazione degli abitanti è violenta, perché migliaia di porci vengono scaraventati in un burrone, minando l’economia locale, più importante dell’agonia quotidiana di un uomo posseduto da una miriade di spiriti maligni. Leggiamo in San Marco: “Quelli che avevano visto, spiegarono loro che cosa era accaduto all’indemoniato e il fatto dei porci. Ed essi si misero a pregarlo di andarsene dal loro territorio”.Cristo viene allontanato, perché salva un uomo a discapito del capitale di alcuni. Il Figlio dell’uomo mai agisce per un bene personale.

Lui sempre opera per il bene più grande dell’uomo, di ogni uomo. I Cristiani devono perciò seminare la speranza in qualunque luogo e poi continuare il cammino, lasciandosi alle spalle l’esito generato dal vigore della comunione cristiana. È un modo santo per imitare proprio Gesù che, dopo aver salvato l’indemoniato, continua il suo cammino, perché non può rimanere in quel territorio. Può fermarsi però l’uomo guarito. Se ne va l’autore, l’albero, rimane il frutto. Ciò che non può fare l’albero, lo farà il frutto. Oggi urge una difesa ad oltranza della dignità dell’uomo e del suo valore incommensurabile, per far ripartire, nella giustizia e nell’etica, ogni azione umana, tesa a redimere il mondo e renderlo visibile nello splendore che Dio gli ha riservato.

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Chi volesse contattare l’autore può scrivere al seguente indirizzo email:  egidio.chiarella@libero.itPer ulteriori informazioni: www.egidiochiarella.itPer ordinare l’ultimo libro di Egidio Chiarella si può cliccare qui

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Egidio Chiarella

Egidio Chiarella, pubblicista-giornalista, ha fatto parte dell'Ufficio Legislativo e rapporti con il Parlamento del Ministero dell'Istruzione, a Roma. E’ stato docente di ruolo di Lettere presso vari istituti secondari di I e II grado a Lamezia Terme (Calabria). Dal 1999 al 2010 è stato anche Consigliere della Regione Calabria. Ha conseguito la laurea in Materie Letterarie con una tesi sulla Storia delle Tradizioni popolari presso l’Università degli Studi di Messina (Sicilia). E’ autore del romanzo "La nuova primavera dei giovani" e del saggio “Sui Sentieri del vecchio Gesù”, nato su ZENIT e base ideale per incontri e dibattiti in ambienti laici e religiosi. L'ultimo suo lavoro editoriale si intitola "Luci di verità In rete" Editrice Tau - Analisi di tweet sapienziali del teologo mons. Costantino Di Bruno. Conduce su Tele Padre Pio la rubrica culturale - religiosa "Troppa terra e poco cielo".

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