Presentation of the book "Stravolti da Cristo"

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Uomini e donne cambiati da un Incontro

La moglie diventata suora, il rasta fattosi sacerdote: storie di vocazione raccontate nel volume Stravolti da Cristo

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Si può condurre per anni una vita “normale”, caratterizzata da una fede “tiepida” o pressoché inesistente. Fino a quando si concretizza l’Incontro per eccellenza: quello con Gesù Cristo, che fa compiere cose mai immaginate prima. Eppure si diventa se stessi e si è felici più che mai.

È questo il senso delle storie di vocazioni raccolte nel volume Stravolti da Cristo (Edizioni Paoline, 2015), a cura di Emanuele Lombardini, con prefazione di monsignor Nico Dal Molin, direttore dell’Ufficio Nazionale CEI per la pastorale delle vocazioni.

Alcune delle testimonianze riportate nel libro, sono state raccontate lunedì scorso dalla viva voce dei loro protagonisti, durante un incontro ospitato dall’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum.

Scegliere la propria vocazione, ha spiegato monsignor Dal Molin, durante la presentazione del libro, implica un “decentramento da noi stessi”, quindi sfidare la “nostra cultura narcisistica”. Fare la scelta della vita religiosa può comportare una sofferenza iniziale ma poi, alla lunga, “paga sempre”, ha sottolineato.

Riflettendo sul significato di vocazione, Dal Molin ha poi ricordato che “il discernimento non è mai facile” e “non ha nulla a che vedere con le idee ‘chiare e distinte’ di cartesiana memoria”.

Accogliendo la propria vocazione religiosa, un giovane trova il coraggio di “andare oltre la logica delle certezze ma con un ‘minimo comun denominatore’ che è la pace con se stessi e la beatitudine nel senso evangelico del termine”, ha aggiunto il responsabile delle vocazioni della CEI.

Una testimonianza toccante è stata quella di suor Maria Chiara della Trinità (al secolo Maria Chiara Zulato), della Congregazione delle Figlie della Chiesa, che ha raccontato di aver ricevuto una “doppia vocazione”, con “due risposte”: dapprima come sposa, poi come religiosa.

Rimasta vedova 12 anni fa, Maria Chiara ha compreso che la sua prima vocazione “è stata interrotta, tuttavia non è stata la fine ma un nuovo inizio”.

Il 2 luglio 2003, quando il marito muore improvvisamente, Maria Chiara sapeva che il Signore faceva già parte del suo cammino, tuttavia in quella terribile notte, leva quasi un grido diretto a Gesù: “Tu cosa vuoi da me?”.

<p>“Avevo un lavoro sicuro alle Poste e anche la possibilità di fare carriera, tuttavia ho capito che quell’attività non rappresentava la pienezza della mia vita. Dovevo fare una scelta diversa”, ha raccontato la suora.

“Non c’è vita che non abbracci delle difficoltà – ha aggiunto -. Così la mia vita ha abbracciato una prospettiva più grande, in una famiglia più grande”.

Per certi versi più comune ma non priva di peculiarità, è la storia della vocazione di fratello Francesco Picaro, 31 anni, novarese, seminarista dei Legionari di Cristo.

A 13 anni, subito dopo la Cresima – da lui definita il “sacramento dell’addio” – Francesco si allontana dalla vita sacramentale, inizia a frequentare compagnie diverse da quelle parrocchiali, porta le treccine rasta e all’oratorio, preferisce decisamente i campi di basket.

A 16-17 anni, tuttavia, il ragazzo avverte un senso di inquietudine e nostalgia per Dio, con il desiderio di “vivere la Pasqua in modo diverso”. Trascorso il Triduo Sacro con i Comboniani a Messina, Francesco ne esce con una “gioia incontenibile”.

Qualche mese più tardi, però, il giovane patisce la perdita della madre: un lutto che lo spinge a interrogarsi sempre più sull’esistenza e ad avere un rapporto con Dio.

Seguono, per circa 4 anni, attività con l’oratorio, con i bambini della prima comunione e, in seguito, del post-cresima. Per Francesco è una vita simile a quella di molti altri ventenni cattolici: la parrocchia, gli studi, gli amici, la fidanzata. Una vita virtuosa ma ancora senza alcun progetto di diventare sacerdote.

“Sentivo, però, che una persona mi chiamava e il suo nome era Gesù – ha raccontato il seminarista -. Quando poi la mia vocazione diventò chiara, ne parlai a tutti e i miei amici mi presero in giro: a carnevale ero solito vestirmi da prete! La mia ragazza, invece, la prese con filosofia; disse: ‘si vede che Dio ha gli stessi gusti miei…”.

Ha preso parte alla presentazione del libro, anche il rettore dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, padre Jesus Villagrasa LC, che ha sottolineato quanto sia importante la condivisione delle proprie storie vocazionali nell’ambito della propria congregazione, i Legionari di Cristo.

“Ai giovani sacerdoti – ha detto il rettore – fa molto bene poter vedere la mano di Dio nei carismi e far presente Cristo vivo ed efficace nella vita delle persone”.

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Luca Marcolivio

Roma, Italia Laurea in Scienze Politiche. Diploma di Specializzazione in Giornalismo. La Provincia Pavese. Radiocor - Il Sole 24 Ore. Il Giornale di Ostia. Ostia Oggi. Ostia Città (direttore). Eur Oggi. Messa e Meditazione. Sacerdos. Destra Italiana. Corrispondenza Romana. Radici Cristiane. Agenzia Sanitaria Italiana. L'Ottimista (direttore). Santini da Collezione (Hachette). I Santini della Madonna di Lourdes (McKay). Contro Garibaldi. Quello che a scuola non vi hanno raccontato (Vallecchi).

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