Una voce per la pace

La cantante israeliana Noa promuove il dialogo e l’amicizia attraverso i suoi concerti

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

La musica è un mezzo di comunicazione molto amato dai giovani. Accompagna frequentemente le loro giornate, diventando una colonna sonora costante della loro vita.

Attraverso le note è possibile lanciare messaggi, suscitare emozioni, creare nuovi linguaggi. Lo aveva capito molto bene Papa Giovanni Paolo II, grande appassionato di arte. Il canto è stato spesso, per lui, uno strumento sincero per comunicare con le nuove generazioni, incontrate sullo stesso terreno di gioia e di spontaneità.

Il segnale più evidente di questo dialogo è rappresentato dai cori festosi che tanti ragazzi dedicavano al Papa durante le Giornate Mondiali della Gioventù e che ancora oggi rivolgono a Benedetto XVI. Giovanni Paolo II li accompagnava alzando le braccia e muovendo le mani a tempo di musica, quasi per dire: “Sono con voi. Canto con voi. Sono felice insieme a voi”.

Sono gli stessi canti che i giovani hanno voluto offrirgli, da piazza San Pietro, nelle ultime ore della sua vita terrena. Il dialogo musicale era diventato, ormai, un linguaggio così profondo, così consolidato, che non poteva spezzarsi neppure durante il tempo della sofferenza.

Per questa ragione i ragazzi hanno voluto continuare a cantare, anche in quei momenti di dolore, per dire al Papa: “Noi siamo qui e ti stringiamo forte la mano”. Proprio come aveva fatto lui, così tante volte, in un ideale abbraccio.

La musica è un linguaggio universale, capace di abbattere qualunque barriera e di creare una comunicazione immediata, anche tra persone sconosciute. Le note si scrivono e si leggono sul pentagramma nello stesso modo, in ogni parte del mondo.

Per questa ragione il linguaggio della musica è ancora oggi protagonista degli incontri dei giovani con il Papa. Perché la musica è un veicolo di incontro e di dialogo immediato. Quindi è anche un simbolo di pace, che può favorire l’amicizia e la comunicazione più spontanea.

Tra gli artisti che credono fermamente nella musica come strumento di pace e di dialogo c’è sicuramente la cantante israeliana Noa, che sarà protagonista il 17 febbraio 2013 di un concerto all’Auditorium Parco della Musica di Roma.

Noa tornerà all’Auditorium dopo la bella serata del 2010, organizzata dall’Adei Wizo, Associazione Donne Ebree in Italia. In quell’occasione, in un’intervista per “Romasette.it”, la cantante dichiarò: “Siamo madri, sorelle, mogli. Ci sono donne in carriera, costruttrici, pensatrici. Siamo intraprendenti, creative, compassionevoli e molto intelligenti. Conosciamo l’amicizia, diamo la vita. E siamo caparbie. Tutte queste qualità devono essere utilizzate incessantemente al servizio della pace”.

Quello dell’Auditorium, nel 2010, fu un concerto importante, destinato alla raccolta fondi per il progetto “Warm Home” (il calore di casa) rivolto a bambine e ragazze che non hanno una famiglia e vivono ai margini della società, con il rischio di cadere in ambienti pericolosi.

Nel corso della sua carriera musicale, Noa ha lavorato con artisti straordinari come Pat Metheny, Pino Daniele, Stevie Wonder e Carlos Santana. Ricordiamo anche la sua partecipazione al concerto di Natale in Vaticano nel 2004 e alla serata-evento del VII Incontro Mondiale delle Famiglie a Milano, nel 2012.

Il concerto del 17 febbraio 2013 all’Auditorium Parco della Musica di Roma sarà particolarmente interessante. Si chiamerà “Noapolis” e sarà un omaggio alla canzone napoletana d’autore, dalle villanelle del ‘400 ai classici di Roberto Murolo. Con Noa ci saranno il chitarrista Gil Dor e il Solis String Quartet, in una miscela originale di jazz, pop e world music.

La cantante, sul sito dell’Auditorium Parco della Musica (www.auditorium.com) ha raccontato con queste parole la sua passione per Napoli: “Israele e Napoli: tante persone in una piccolissima area, popoli migranti che trovi ovunque nel mondo, salpati per mare sui ‘bastimenti’ per scampare alle guerre, agli incendi, ai saccheggi, ma con il pensiero comunque sempre rivolto alla propria casa. Zion o Napoli: c’è sempre questa voglia ‘e turnà! E poi, il fortissimo senso dell’ironia, che è diretta conseguenza della sofferenza”.

Ancora una volta Noa salirà su un palco, quello dell’Auditorium, per cantare con passione ed umanità. Le sue note, come sempre, non saranno soltanto note musicali, ma sorrisi ed abbracci lanciati come un ponte verso gli altri, in un infinito dialogo per l’amicizia e la pace.

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

Carlo Climati

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione