Una verità così grande da sembrare impossibile (Seconda parte)

Un celebre teologo spiega chi sono gli Angeli Custodi e come possiamo parlare con loro

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di Renzo Allegri

ROMA, martedì, 2 ottobre 2012 (ZENIT.org) – Riportiamo di seguito la seconda parte dell’intervista al giovane teologo Padre Zdzisław Kijas, francescano conventuale polacco, Preside della “Pontificia Facoltà San Bonaventura-Seraphicum”, su un argomento spesso dibattuto nella teologia antica e moderna: gli Angeli Custodi. La prima parte dell’intervista è stata pubblicata ieri, lunedì 1 ottobre 2012.

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Padre Kijas, che tipo di comunicazione “concreta”  possiamo avere con gli Angeli?

Padre Kijas: Una comunicazione di tipo spirituale, attraverso la preghiera, il dialogo, la liturgia. Una persona non può costringere gli Angeli a fare quello che lei vuole, può solo supplicarli, pregarli. E ciò che gli Angeli vogliono per noi, non è solo un loro desiderio personale, ma essi attuano il volere amoroso di Dio. La Chiesa, a nome del “popolo di Dio”,  ricorre spesso nella liturgia all’aiuto degli Angeli per  far giungere le sue suppliche a Dio. Nella Messa, quando si arriva al “Sanctus”, la Chiesa si unisce al coro degli Angeli per  proclamare Dio tre volte santo. Nella liturgia per i defunti, chiede agli Angeli di “accompagnare in paradiso” l’anima della persona che ha lasciato questa terra. E così in tantissime altre preghiere liturgiche.

Nelle biografie dei santi e nella devozione popolare si sente spesso parlare dell’Angelo Custode. Qual è la verità teologica su questo argomento?

Padre Kijas: L’esistenza dell’Angelo Custode è una verità di fede. Il Catechismo della Chiesa Cattolica esprime questa verità con tre bellissime affermazioni che si trovano al paragrafo  336:  “Dall’infanzia fino all’ora della morte, la vita umana è circondata dalla protezione e dalla intercessione degli Angeli”. “Ogni fedele ha al proprio fianco un Angelo come protettore e pastore, per condurlo alla vita”. “Fin da quaggiù, la vita cristiana partecipa, nella fede, alla beata comunità degli Angeli e degli uomini, uniti in Dio.

Qual è il compito specifico dell’Angelo Custode?

Padre Kijas: Prendersi cura “in tutto e per tutto della creatura che gli è stata affidata”. Farà il possibile, quindi, per tenerci lontano dai guai e aiutarci alla piena realizzazione di  noi stessi secondo il volere di Dio. La Chiesa crede negli Angeli Custodi e li venera con una festa particolare il 2 di ottobre. Nelle sue preghiere, chiede al Signore che essi difendano l’uomo dal peccato, dall’attacco del maligno, che si prendano cura di ogni uomo, che custodiscano il suo cuore e lo rendano libero per il servizio di Dio. La Chiesa chiede a Dio che gli Angeli Custodi allontanino il pericolo della guerra, custodiscano la pace nei Paesi e nelle famiglie, in modo che  tutti possano vivere nella gioia e nella salute.

Come fa l’Angelo Custode a comunicare con noi?

Padre Kijas: Come abbiamo detto, la conoscenza dell’Angelo non è illimitata ma è molto più perfetta della nostra. Per questo, l’Angelo Custode può avvisarci dei pericoli che ci minacciano, che noi non conosciamo, perché con i nostri sensi non siamo in grado di percepire il futuro.  E può fare questo con suggerimenti, ispirazioni, intuizioni, attraverso eventi, persone, situazioni. Per captare i segnali dell’Angelo dobbiamo  avere attenzione, sensibilità, cuore puro, occhi  interiori vigilanti. L’Angelo Custode può influire sul nostro intelletto in modo “immediato” ma non sulla nostra volontà. L’agire degli Angeli sulla nostra volontà è “mediato” e si realizza attraverso il nostro intelletto. L’uomo non perde mai la propria libertà. L’Angelo non ci costringe ad agire, ma ci “suggerisce” solamente di fare certe cose.

Stando così le cose, l’Angelo Custode dovrebbe essere il nostro più sicuro, fedele, appassionato amico. E’ così?

Padre Kijas: Direi che è proprio così. Avendo ricevuto da Dio l’incarico di custodirci, realizza pienamente se stesso  proprio esercitando alla perfezione questo compito. Noi dobbiamo permettergli di farlo. C’è una bellissima antica preghiera che dovremmo ripetere più volte al giorno: “Angelo di Dio, che sei il mio custode, illumina, custodisci, reggi e governa me, che ti fui affidato dalla pietà celeste. Amen”.

E’  vero che l’Angelo Custode farà di tutto per guidare verso la Verità anche il non credente?

Padre Kijas: Dio è padre di tutti gli uomini, anche di quelli che non credono. Anzi, si preoccupa più di questi che non di quelli che credono, come ci ha insegnato Gesù con la parabola della pecorella smarrita. Il “Buon Pastore” (che è Dio)  lascia le novantanove pecorelle nell’ovile e va in cerca di quella che si è persa. Quindi, Dio ha assegnato l’Angelo Custode a tutti gli esseri umani e semmai chiederà più impegno agli Angeli Custodi di chi non crede, proprio perché desidera che essi salvino le pecorelle smarrite.

Possiamo parlare apertamente con l’Angelo Custode oppure bisogna seguire delle regole, dei riti?

Padre Kijas: Nessun rito, nessuna regola, nessuna formula prestabilita. L’Angelo Custode è sempre accanto a noi, sempre attento, desideroso di ascoltare le nostre richieste e pronto a fare di tutto per aiutarci.

Per comunicare con le persone lontane, noi usiamo il telefono. I santi ricorrevano all’Angelo Custode e dicevano che era un mezzo sicuro. Esageravano?

Padre Kijas: L’Angelo Custode come legame d’Amore, comunica il nostro amore anche agli altri. Possiamo chiedergli di proteggere quelli che ci sono cari. Egli è un”ponte invisibile” nei legami d’amicizia ed ha cura delle persone che gli affidiamo.

Siccome è inviato (Angelo, significa inviato) da Dio come Amore puro, non vuole mai chiudere la persona nell’amore di sé, ma aprirla agli altri e imparare ad amarli, in Dio, come sé stesso. Potremmo dire che anche gli Angeli hanno dei legami tra loro, relazioni di Amore fraterno e sono tutti impegnati, insieme, per il nostro bene, anche, quindi, nel creare tra noi i legami che più ci fanno del bene.

A studiarla sui libri,  questa verità sembra fantastica, da sogno, troppo bella per essere vera. E molti finiscono per ritenerla fantasiosa.

Padre Kijas: E’ una verità straordinaria. Dimostra che il mondo non è vuoto, freddo, buio, oscuro come qualche ideologia vorrebbe farci credere. Il nostro Dio non è solitario e nemmeno estraneo, non si tiene lontano dalla Sua creatura. E’ vicino a noi con il suo amore infinito di Padre e ci mette accanto anche tanti amici potenti. Autentiche “guardie del corpo” contro i nostri nemici spirituali.

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ZENIT Staff

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