Una teologia della storia cristiana (Prima parte)

Don Lorenzo Rossetti, rettore del Seminario “Redemptoris Mater” di Lezhë, in Albania, racconta il suo ultimo libro

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Don Carlo Lorenzo Rossetti di Valdalbero ha pubblicato lo scorso agosto il libro Teologia della storia cristiana. Piccola catechesi teologica sul “frattempo” tra la Pasqua di Gesù e la sua Parusia, con la casa editrice Chirico.

Don Rossetti è attualmente missionario in Albania, dove è Rettore del Seminario Redemptoris Mater di Lezhë e professore all’Istituto teologico di Scutari. Laureato in Storia e Filosofia e Dottore in Teologia ha insegnato alla Pontificia Università Lateranense e in altri seminari nel mondo. Varie sono le sue pubblicazioni; tra queste: Sei diventato tempio di Dio, La civiltà dell’amore e il senso della storia, Novissimus Adam, Grazia su Grazia, La pienezza di Cristo. La sua vocazioneal presbiterato è maturata nel Cammino Neocatecumenale, iniziato in una comunità di Bruxelles e continuato, come seminarista e poi sacerdote, a Roma.

Come capire il prolungarsi del tempo dopo la Pasqua di Cristo e sino alla sua venuta finale, la Parusia? Questo è l’interrogativo che si pone il saggio di don Lorenzo Rossetti. Dare una valutazione teologica dei “segni dei tempi” (dalla Rivoluzione francese al ’68, dalla Shoah al Vaticano II, dall’11 settembre al fenomeno del giudaismo messianico) significa consolidare il senso della fede e tonificare la speranza. All’autore ZENIT ha chiesto perché leggere Teologia della storia?

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Come è nato questo libro?

Don Lorenzo Rossetti: Sono sempre stato affascinato dalla storia umana. Sin dall’infanzia, poi al liceo e infine all’università, dove, prima di rispondere alla chiamata al sacerdozio, potei studiare Storia e Filosofia. Nel 2009 pubblicai un volume intitolato La civiltà dell’amore e il senso della storia e nel 2012 uno, più teologico, sulla Cattolicità come “Pienezza di Cristo”. Questo piccolo libro che ora presento rende accessibile ad un vasto pubblico alcune considerazioni che, credo, dovrebbero essere patrimonio comune della cultura del “gentil-homme” cristiano del XXI secolo. In quanto battezzati e cresimati siamo tutti “profeti”. Ogni fedele ha il diritto-dovere di interpretare cristianamente il divenire storico, di interrogarsi e cercare di capire i “segni dei tempi”.

Cos’è il “frattempo” tra Pasqua e Parusia?

Don Lorenzo Rossetti: Nella parabola dei talenti, in Mt 25, si dice che il Signore ci affida dei beni da fare fruttificare. Poi egli torna “dopo molto tempo”. Questo è il tempo che intercorre dalla Pentecoste alla Venuta finale di Cristo, la cosiddetta ‘Parusia’. È il tempo intermedio su questa terra, il tempo della vicenda della Chiesa.

La storia che conosciamo è troppo spesso un’interpretazione parziale, la storia dell’opinione dominante. Perché è necessaria una teologia della storia e dove si pone Cristo in essa?

Don Lorenzo Rossetti: Quando si insegna la storia, nelle scuole o nelle università, bisogna farlo in modo oggettivo, un po’ asettico e senza considerazioni di ordine filosofico e/o teologico. Ma per noi, in quanto cattolici, è indispensabile vedere che Cristo è il centro focale della vicenda umana. Non è un caso se il modo di contare i secoli più diffuso nel mondo lo fa proprio a partire da Cristo. In Lui si rivela la ‘pienezza’ del tempo. Quello che Gesù rivela su Dio, sull’uomo, sulla vita morale ecc. costituisce la verità più alta e bella che si possa pensare: la verità diventa sinonimo di amore. Per dirla in sintesi: Gesù Cristo, in quanto Figlio di Dio, Santo e Glorioso, rivela la vera vocazione di ogni uomo; Egli svela la nostra più profonda identità (la figliolanza divina), la nostra più nobile vocazione morale (la perfezione dell’amore e della comunione) e il nostro ultimo destino (la vita eterna).

Nel libro si ricorda che la storia è “drammatica”. In che senso?

Don Lorenzo Rossetti: In greco ‘dramma’ vuol dire azione, processo, sviluppo di una trama. Ebbene, la storia cristiana è un dramma, un processo che coinvolge la nostra libertà, le tentazioni del Nemico (il Demonio) che pure esiste e ha seminato non poca zizzania nel corso della storia. Ma soprattutto questo dramma è animato e orientato dalla Provvidenza che ha uno scopo: riempire di Cristo la storia, l’umanità, il Cosmo. Il divenire storico deve essere letto come graduale e potente crescita del Regno, del Corpo di Cristo che è la Chiesa.

Qual è il ruolo di Israele, il popolo eletto, nel senso della storia?

Don Lorenzo Rossetti: Israele è l’umanità che accetta l’alleanza divina. È il popolo di Gesù e di tutti gli apostoli e della chiesa primitiva. Gesù è ebreo, è la “Gloria d’Israele”. Il mistero è che il suo popolo, nella stragrande maggioranza non ha ancora riconosciuto in Gesù il Messia. Ma questo è provvidenziale. Secondo S. Paolo era necessario questo “accecamento” perché la Buona Notizia si annunziasse a tutte le Nazioni. Uno dei segni degli ultimi tempi è la conversione della pienezza d’Israele. Al riguardo considero molto rilevante il grande amore ad Israele presente nella Chiesa cattolica ed anche l’emergere del cosiddetto “giudaismo messianico”: Ebrei che credono che Gesù/Yoshuah è il Messia, vero Figlio di Dio.

* I proventi della vendita del libro saranno devoluti per la costruzione della Chiesa del seminario di Lezhe

(La seconda parte segue domani, domenica 8 dicembre)

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Elisabetta Pittino

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