Una sola parola: padre

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

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Lettura

La pericope di oggi ci fa tornare indietro. Dopo aver elencato le tre opere, Matteo ritorna sulla seconda: la preghiera. Dimostra, questo, che egli vi annette una certa importanza. Tre versetti sono riservati all’elemosina, due al digiuno. La preghiera, invece, è trattata in undici versetti. Qui Matteo, diversamente da Luca, inserisce la preghiera insegnata da Gesù ai suoi discepoli: il Padre nostro. Anche qui, prima di entrare nel tema, c’è una premessa importante: la preghiera non consiste nel moltiplicare le parole. Nulla insegna a Dio, perché Dio sa tutto. La preghiera cristiana del Padre nostro si sviluppa su due linee. È rivolta a Dio e nella prima parte (vv. 9-10) si riconosce chi è Dio. Nella seconda parte (vv. 11-13), a Dio si presentano i bisogni degli uomini.

Meditazione

Meditiamo anzitutto sul fatto che la preghiera di Gesù, che diventa la preghiera dei discepoli e della Chiesa (tre volte al giorno la Chiesa la propone alla pietà dei fedeli), è una professione di fede. Nella preghiera, dicevano gli antichi, si esprime la fede della Chiesa (lex orandi, lex credendi). Nell’Anno della Fede la preghiera dei cristiani da riprendere, da rivivere e da rimotivare, costituisce uno snodo fondamentale. Benedetto XVI, in una delle prime catechesi sulla fede, si è soffermato sulla suggestiva immagine del desiderio, del desiderio di Dio che c’è nel cuore umano (cfr. Catechesi del 7 novembre 2012). Ha detto: «Quando nel desiderio si apre la finestra verso Dio, questo è già segno della presenza della fede nell’animo, fede che è una grazia di Dio. Sant’Agostino affermava: “Con l’attesa, Dio allarga il nostro desiderio, col desiderio allarga l’animo e dilatandolo lo rende più capace” (Commento alla Prima lettera di Giovanni, 4,6: PL 35, 2009)». L’anelito verso Dio si esprime con la preghiera. Inoltre, partendo dalle domande della seconda parte, la preghiera cristiana del Padre nostro porta la nostra storia al cospetto di Dio. Dice a Dio che abbiamo bisogno del pane, del perdono dei nostri peccati e dell’aiuto nella tentazione; indirettamente dice che solo Dio dà il pane, che solo Dio dà il perdono e che solo Dio ci può aiutare nella tentazione. La preghiera, cioè, mai dimentica l’uomo e le sue problematiche. Ha detto Paolo VI: «Il momento della preghiera non è evasione, ma invasione del divino nella vita».

Preghiera

«Tu vuoi, o Signore, che il cuore preghi sempre al pari delle labbra. Tu ci dici tre cose: che le preghiere vocali sono degne di questo nome, che per pregarti basta farlo interiormente con l’orazione mentale, che basta stare amorosamente ai tuoi piedi» (beato Charles de Foucauld).

Agire

«Non sai pregare? Mettiti alla presenza di Dio, e non appena comincerai a dire: “Signore… non so fare orazione!…”, sii certo che avrai cominciato a farla» (san Josemaría Escrivá de Balaguer).

Meditazione del giorno a cura di monsignor Douglas Regattieri, Vescovo di Cesena-Sarsina, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ARTPer abbonamenti: 
info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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