Una marcia chiede che il Regno Unito difenda i cristiani in Pakistan

Petizioni consegnate da una delegazione ecumenica a Downing Street

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ROMA, lunedì, 4 luglio 2011 (ZENIT.org).- Più di 6.000 firme sono state consegnate questo sabato a Londra al numero 10 di Downing Street, sede del Primo Ministro britannico, per chiedere che il Regno Unito agisca in modo più deciso per difendere i cristiani e le altre minoranze in Pakistan.

Le petizioni sono state presentate da una delegazione ecumenica alla quale ha partecipato anche Neville Kyrke-Smith, direttore per il Regno Unito dell’associazione caritativa internazionale Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS), che si prodiga a favore dei cristiani perseguitati e sofferenti.

La visita alla residenza del Primo Ministro è seguita a una marcia di protesta di due miglia per sottolineare le violazioni dei diritti umani in Pakistan.

Sia la marcia che le petizioni hanno chiesto protezione per i cristiani e le altre minoranze tra le  diffuse critiche alla legge pakistana sulla blasfemia, che impone pene tra cui quella capitale e la reclusione a vita per offese contro l’islam.

Le autorità pakistane sono state aspramente criticate per la mancanza d’azione di fronte ai tanti abusi di questa legge.

Nei primi mesi di quest’anno, il governatore del Punjab Salman Taseer e il Ministro federale per le Minoranze Shahbaz Bhatti sono stati uccisi dopo aver criticato la legge sulla blasfemia e la violenza ad essa collegata.

All’evento londinese di questo sabato, durante il quale sono stati resi dei tributi a Shahbaz Bhatti, hanno preso parte anche rappresentanze sikh, induiste e musulmane.

“Aiutateci a cambiare la blasfema Legge sulla Blasfemia, che porta a omicidi”, ha detto Neville Kyrke-Smith parlando fuori Downing Street.

“Chiediamo al Governo di David Cameron di assicurare che i diritti religiosi siano inclusi in ogni discussione con gli altri Paesi”, ha aggiunto.

I suoi commenti sono giunti dopo che il Governo britannico è stato criticato a marzo per i piani di aumentare l’aiuto britannico al Pakistan nonostante l’escalation delle violazioni dei diritti umani, soprattutto contro le minoranze.

Alla marcia di sabato hanno preso parte più di 300 persone, che hanno iniziato con un servizio di preghiera e alcuni discorsi fuori l’Alta Commissione per il Pakistan in Lowndes Square, dove è stata consegnata una copia delle petizioni.

Il Cardinale Keith O’Brien, Arcivescovo di St Andrews ed Edimburgo, ha firmato la petizione di ACS, che ha visto quasi 2.000 persone sottoscrivere la richiesta di una riforma della legge sulla blasfemia e un rafforzamento del diritto.

Altre 4.500 persone hanno firmato la petizione della British Pakistani Christian Association chiedendo il rilascio di Asia Bibi, in carcere a seguito di accuse collegate alla legge in questione.

“Il Governo del Pakistan deve rendersi conto dei tremendi abusi contro i diritti umani registrati nel suo Paese”, ha detto Wilson Chowdhry, leader della British Pakistani Christian Association.

L’imam Taj Hargey, del Centro Educativo Musulmano di Oxford, ha condannato dal canto suo gli estremisti pakistani che commettono violenze in nome della legge sulla blasfemia.

“La gente che commette violenze di questo tipo diffama la mia fede e la scredita”, ha aggiunto. “Sostiene tutto ciò a cui io mi oppongo”.

“La legge sulla blasfemia è una cattiva legge”, ha dichiarato il Vescovo Nazir Ali. “Ha distrutto la reputazione del Pakistan nella comunità internazionale”.

Aiuto alla Chiesa che Soffre sta continuando a raccogliere firme per riformare la legge. Per ulteriori informazioni, www.acnuk.org/petition

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ZENIT Staff

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