Una lettura non-ideologica del Vaticano II

Al via domani il convegno internazionale sul Concilio alla luce degli archivi dei Padri conciliari

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di Luca Marcolivio

CITTA’ DEL VATICANO, martedì, 2 ottobre 2012 (ZENIT.org) – A poco più di una settimana dal 50° anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II, da domani fino a venerdì prossimo, un convegno internazionale ne ripercorrerà i passi salienti secondo criteri eminentemente storici.

Il Concilio Ecumenico Vaticano II alla luce degli archivi dei Padri Conciliari – Nel 50° anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II (1962-2012) è il tema dell’iniziativa promossa dal Pontificio Comitato di Scienze Storiche, in collaborazione con il Centro Studi e Ricerche “Concilio Vaticano II” della Pontificia Università Lateranense.

Nel corso della conferenza stampa tenutasi stamattina in Sala Stampa Vaticana, padre Bernard Ardura, presidente del Pontificio Comitato di Scienze Storiche, ha ricordato che l’obiettivo è quello di “promuovere una ricerca originale e scientificamente valida, per favorire lo studio e una sempre più profonda comprensione del Concilio Vaticano II”.

Del resto era stato lo stesso beato Giovanni XXIII, proprio nel discorso di apertura del Concilio, a raccomandare un accurato studio storico di tutto il materiale archivistico a disposizione.

Papa Roncalli suggeriva infatti di portare avanti gli studi storici “con animo sereno e pacato”, rammentando che la “dottrina certa ed immutabile” dei Concili di Trento e Vaticano I, “alla quale si deve prestare un assenso fedele”, andava “approfondita ed esposta secondo quanto è richiesto dai nostri tempi”.

Nella prospettiva della “ermeneutica della continuità” indicata da Benedetto XVI come “la via dell’autentica interpretazione ecclesiale”, i relatori del Convegno imminente hanno compiuto una ricerca sugli archivi privati dei Padri conciliari, allo scopo di documentare come questi ultimi “hanno vissuto il grande evento del concilio, come lo hanno capito, come hanno reagito di fronte alle varie opinioni manifestatesi nell’aula conciliare”, ha spiegato padre Ardura.

L’attività dello storico del Concilio, ha proseguito il Presidente del Pontificio Comitato di Scienze Storiche, è densa di difficoltà ed ostacoli non indifferenti, dovute anche all’altissimo numero di vescovi impegnati 50 anni fa in territori di missione: costoro erano per lo più europei e apparteneva ad istituti missionari.

“Quindi, nella nostra ricerca archivistica – ha osservato padre Ardura – si deve tener conto che non tutti i documenti archivistici sono conservati nelle diocesi ma anche nelle case religiose. Fortunatamente, l’archivio della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli ci offre la possibilità di colmare almeno in parte queste insufficienze”.

Ardura ha quindi parlato di un Convegno realizzato “secondo una schietta metodologia storico-critica, aliena da qualsivoglia ispirazione ideologica” ed “una ponderata e scientificamente fondata rilettura storiografica”.

Da parte sua, il professor Philippe Cheneaux, Direttore del Centro Studi e Ricerche “Concilio Vaticano II” della Pontificia Università Lateranense e Corrispondente del Pontificio Comitato di Scienze Storiche, ha ricordato che il Concilio è oggetto di studi storici da oltre un ventennio ed è quindi lecito parlare di un “processo di storicizzazione” dello stesso.

Ciò è avvenuto, ad esempio, sulla scia degli studi dell’Istituto di Scienze Religiose di Bologna, da cui uscì la Storia del Concilio Vaticano II, curata da Giuseppe Alberigo. Questo modello considerava limitata una ricerca basata sui soli documenti conciliari ufficiali, in quanto era necessario anche di un lavoro di “ermeneutica”. Da questo filone emersero quindi le vulgate del Concilio come “rottura” e come “evento”.

Il Concilio visto come “evento” implicava una sua interpretazione non solo nella “lettera” ma soprattutto nello “spirito”: quasi una cesura nella storia della Chiesa, “la fine di un’epoca, quella postridentina, se non addirittura di quella post-costantiniana”. Si tratta, tuttavia, di una concezione “non priva di presupposti ideologici”, ha osservato Cheneaux.

Il Magistero di Giovanni Paolo II e, ancor più, quello di Benedetto XVI hanno, al contrario, incoraggiato una visione del Concilio “che si pone nella continuità della tradizione della Chiesa”.

La posta in gioco per gli storici del Concilio è quindi la necessità di riconciliare le due letture contrapposte. “Non si tratta di scrivere una ‘contro-storia’ del concilio Vaticano II”, ha spiegato Chenaux, quanto di analizzarlo “sulla base di una documentazione la più larga possibile e senza a priori di tipo ideologico”.

Per evitare una strumentalizzazione del Concilio “per fini estranei alla storia stessa”, l’utilizzo degli archivi è dunque una strada che si preannuncia utile e virtuosa.

Il Convegno inizierà domani, mercoledì 3 ottobre, alle ore 16, presso l’Aula San Pio X in via della Conciliazione 5. Le sessioni proseguiranno durante tutta la giornata di giovedì 4 ottobre presso l’Aula Pio XI della Pontificia Università Lateranense, per poi concludersi venerdì 5 ottobre, nuovamente in Aula San Pio X.

L’apertura delle sessioni sarà preceduta da un documentario realizzato dalla Filmoteca vaticana. Il primo intervento sarà affidato all’arcivescovo di Milano, il cardinale Angelo Scola, che ripercorrerà l’arco di tempo tra l’annuncio del concilio e la sua apertura. Di seguito il professor Philippe Levillain offrirà una riflessione sulla storiografia di fronte all’evento del concilio.

Una prima parte del repertorio dell’Archivio dei padri conciliari, reso noto durante il Convegno, sarà presto disponibile in un apposito data base on line sul sito del Pontificio Comitato di Scienze Storiche.

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ZENIT Staff

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