"Una forza internazionale che aiuti a dialogare e non a fare la guerra"

Le parole del vescovo di Aleppo dei Caldei, monsignor Antoine Audo, alla Radio Vaticana

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“Il messaggio del Santo Padre è molto, molto positivo, ed è stato molto apprezzato da gran parte della popolazione”. Lo ha dichiarato oggi ai microfoni di Radio Vaticana il vescovo di Aleppo dei Caldei, in Siria, monsignor Antoine Audo.

Secondo il gesuita e presidente di Caritas Siria, l’appello per la pace in Medio Oriente lanciato ieri da papa Francesco in occasione dell’Angelus, “è stata veramente una cosa molto personale, molto chiara, molto diretta”. “Ho avuto l’opportunità di ascoltare in diretta l’Angelus del Santo Padre”, ha raccontato il presule. “Ero veramente molto contento per aver sentito che il Santo Padre è accanto a noi, ha parlato della Siria, di questa ‘amata nazione’, ha espresso la sua sofferenza e il suo impegno per aiutare la Siria”.

Nella breve intervista, monsignor Audo ha espresso anche il timore per un allargamento del conflitto siriano in caso di un intervento armato da parte di forze estere. “Se ci fosse un intervento militare, questo vorrebbe dire – per il mio sentire – una guerra mondiale”, ha affermato il vescovo di Aleppo dei Caldei.

Ciò che serve – ha sottolineato monsignor Audo – è il dialogo tra le varie parti coinvolte nel conflitto siriano. “Questo è quello che aspettiamo: una forza internazionale che aiuti a dialogare e non a fare la guerra”, ha detto Audo, che ha descritto la situazione ad Aleppo come “la peggiore”. “A Damasco – per esempio – si può viaggiare, c’è l’aeroporto, possono andare verso il Libano, mentre ad Aleppo non ci si può muovere!”, ha raccontato.

Sul degenerarsi del conflitto in Siria e in particolare sulle immagini fortissime di bambini che sarebbero stati uccisi con armi chimiche dalle truppe governative, si è espresso anche il Nunzio Apostolico a Damasco, monsignor Mario Zenari.

“Vedendo quelle terribili immagini che ci hanno tutti sconvolti, sentivo il grido di questi bambini, di queste vittime innocenti, questo grido verso il Cielo e un grido verso la comunità internazionale”, ha detto oggi all’emittente vaticana, aggiungendo che “non possiamo rimanere muti così, di fronte a questo grido, a questo appello che ci viene da questi innocenti!”.

“La comunità internazionale deve fare di tutto – ha proseguito monsignor Zenari – perché non si vedano più queste immagini che ci hanno sconvolto! Bisogna trovare i mezzi più adatti e più opportuni, che non complichino la situazione”.

Sta alla comunità internazionale – ha continuato – “verificare e accertare e voglio sperare che ci sia la collaborazione anche da parte delle autorità locali e da parte di tutte le parti che sono in conflitto, affinché si arrivi ad un accertamento”.

“Oggi, dopo questi fatti, credo che ci si stia interrogando se siamo arrivati ormai al fondo di questo baratro”, ha concluso il presule, che ha parlato anche di una “triste discesa agli Inferi”.

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ZENIT Staff

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