Una foresta che cresce

Il male lo conosco, perché non provare il bene?

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Ti voglio proporre un fatto, una storia positiva e confortante che ci dimostra come non bisogna tanto dar importanza al rumore dell’albero che cade, quanto rimanere incantati di fronte al silenzio della foresta che cresce. E’ lo stesso Marco che si racconta in terza persona.

Marco, poco più di un ragazzo. Si trovava in carcere da un paio d’anni. Doveva scontare una condanna di 28 anni.

Disperato, per tre volte ha tentato, senza successo, di togliersi la vita.

Gli è capitata fra le mani una copia d’una rivista cristiana “Città Nuova”. La sfoglia distrattamente, senza interresse. Gli occhi si posano su di una pagina che racconta un’esperienza imperniata sull’amore reciproco, sul perdono.

Comincia a leggere e il suo interesse aumenta man mano che va avanti nella lettura. Giunto al termine, sfoglia il giornale alla ricerca di un’avventura simile, la trova e legge d’un fiato. È impressionato, quasi incredulo che ci siano persone che vivono così. Riesce a procurarsi un altro numero della rivista e trova nuove esperienze; stavolta legge qualcosa di più.

In breve nasce in lui un desiderio: provare a vivere ciò che ha letto. “Il male lo conosco – dice fra sè – perchè non provare il bene?…”

Prova ad amare cominciando dai suoi compagni di cella, dagli agenti di custodia, dal personale del carcere e vede che “funziona !”

Si impegna a vivere il vangelo, il perdono cristiano e fa alcune belle esperienze che lo incoraggiano a proseguire.

Mesi fa venne trasferito in un carcere del sud, più vicino alla famiglia, che, essendo povera, non poteva venirlo a trovare. Vi rimase tre mesi. Pochi giorni dopo l’arrivo nel nuovo penitenziario si accorge che tra i detenuti c’è il suo nemico, uno che aveva giurato di ammazzarlo il giorno che l’avesse incontrato. Ha paura e pensa di chiedere immediatamente il trasferimento; poi riflette; sa di avere iniziato una nuova vita, col proposito di amare tutti, anche i nemici dunque…così decide di restare.

Pochi giorni dopo si imbatte proprio nel suo nemico: sono soli…Marco ha paura, ma trova il coraggio di dirgli: “Ho sbagliato nei tuoi confronti, se vuoi picchiami, sfogati pure, ammazzami se credi…sappi però che io ho iniziato una nuova vita…” E gli racconta l’esperienza di quegli ultimi mesi. L’altro rimane sbigottito, senza parole, la sua ira si placa, fa qualche domanda, al termine c’è il perdono e …nasce un’amicizia.

Mi confidava: “Se tu sapessi che libertà sento ora dentro di me! È meraviglioso: sono dietro le sbarre, eppure mi sento un uomo libero, libero di amare tutti, di amare sempre, sono felice di vivere.”

Ciao da p. Andrea

Per richiedere copie dei libretti di padre Andrea Panont e per ogni approfondimento si può cliccare qui.

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Andrea Panont

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