Una bella storia di musica e di amicizia

Ci sono ancora giovani artisti capaci di proporsi in modo sincero, mostrando un volto autentico ed umano

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Il mondo della musica, negli ultimi anni, è profondamente cambiato. L’attenzione non è più rivolta soltanto ai dischi o ai concerti. Intorno agli artisti ruotano tanti altri elementi: siti internet, pagine sui social network, video, libri, fumetti, dvd, capi d’abbigliamento, suonerie per i telefoni cellulari e tutto ciò che può produrre facilmente denaro.

L’approccio multimediale ha completamente sconvolto il modo di percepire la musica. Un tempo si ascoltava un disco alla radio, apprezzandone semplicemente la melodia. Il cantante era, il più delle volte, immaginato e apprezzato per le sue doti artistiche nude e crude, senza bisogno di ricorrere a trucchi o effetti speciali.

Una famosa canzone dei Buggles, verso la fine degli anni settanta, diceva: “Video killed the radio star” (il video ha ucciso la star della radio). Ed è sempre più vero. Oggi l’artista, prima ancora di essere ascoltato, viene osservato. I ragazzi imparano a conoscerlo in televisione o attraverso i filmati musicali che circolano sul web.

Di conseguenza gli artisti non possono più limitarsi a cantare e suonare. Devono essere belli, affascinanti, oppure strani. Hanno l’esigenza di colpire l’attenzione del pubblico, rinnovando spesso pettinatura, abbigliamento, modo d’apparire.

E’ sorprendente la rapidità con cui vengono consumate le star nel panorama contemporaneo. Questo accade perché la musica, oggi, ha sempre più spesso il freddo sapore della plastica. I compact disc sono curati fino all’ultimo dettaglio. Suonano in modo perfetto, impeccabile, ma disumano. I cantanti, a volte, assomigliano a “prodotti” creati a tavolino, frutto di accurati studi di marketing e di strategie di mercato. Spesso vengono letteralmente imposti al pubblico e sostenuti da campagne pubblicitarie martellanti. Ma dietro l’apparenza, purtroppo, c’è ben poca sostanza. Non a caso alcune star sono meteore che scompaiono nel giro di pochi mesi, lasciando spazio al nuovo “prodotto” di turno.

Fortunatamente, in un mondo spesso dominato dalla musica di plastica, non mancano le eccezioni. Ci sono ancora giovani capaci di proporsi in modo sincero, genuino, mostrando un volto autentico ed umano.

E’ il caso delle Direzioni Opposte, gruppo musicale italiano, composto da cinque ragazze che si sono fatte conoscere recentemente per le loro ottime qualità artistiche e la spontaneità del proprio stile comunicativo: Ilaria Bidolli (voce), Elisa Del Vecchio (basso), Ilaria Bernardini (tastiere e voce), Elisa Fortunato (batteria) e Carlotta Alessandri (chitarra).

Il gruppo nasce da un progetto iniziato nel 2007 a Santa Marinella da quelle che ancora adesso sono la batterista, la cantante e la tastierista. In seguito sono arrivate la bassista e la chitarrista, che hanno completato l’organico.

In questi anni le Direzioni Opposte si sono fatte conoscere attraverso un’intensa attività di concerti. Sono, ormai, un gruppo molto affiatato, che sul palco riesce a coinvolgere il pubblico in un’atmosfera di grande simpatia e divertimento. Il repertorio spazia dalle loro composizioni alle cover di musica dagli anni cinquanta ad oggi. Per questa ragione i loro spettacoli possono piacere agli appassionati di rock, ma anche alle famiglie e a tutti quelli che desiderano trascorrere una serata simpatica, ballando in allegria.  

In un panorama musicale come quello di oggi, che a volte appare freddo e calcolato, è bello scoprire la spontaneità di un gruppo come le Direzioni Opposte. La loro è una storia di amicizia, di talento e di impegno, che ha portato queste cinque ragazze a concretizzare il sogno di una grande passione artistica. Sono una bella novità, che fa guardare al futuro con speranza. 

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Carlo Climati

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